La Regione riparte da Novi Ligure: “Il lavoro vera chiave per rilanciare il Piemonte: pedaleremo con impegno”

E’ stata dedicata al lavoro la prima riunione monotematica della Giunta regionale aperta agli interventi di esponenti del mondo imprenditoriale e sindacale, formula con cui si intende affrontare i temi strategici per il Piemonte. Si è svolta venerdì nel Museo dei Campionissimi di Novi Ligure, città scelta come simbolo perché sta affrontando casi emblematici come Pernigotti e Ilva.

“Non potevamo scegliere luogo migliore del Museo dedicato al grande Fausto Coppi, perché sappiamo di dover pedalare tanto – ha dichiarato il presidente della Regione, Alberto Cirio – Lo faremo con energia consapevoli che il Piemonte ha bisogno di un’altra velocità. Per questo motivo assumiamo un impegno preciso: dare ai lavoratori risposte concrete e non solo solidarietà, perché con la solidarietà non si mangia”.

“Le nostre eccellenze produttive e la professionalità di chi ha contribuito a renderle tali devono essere tutelate e restare in Piemonte – ha aggiunto Cirio – Non possono essere preda di imprenditori che vengono ad acquisire nostri marchi famosi, prendono finanziamenti e poi vanno a produrre all’estero con qualità minore. Gli aiuti che arrivano da enti pubblici devono rimanere legati al territorio”.

Presente accanto al presidente e alla squadra degli assessori anche il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon: “Lamento l’arroganza di chi non vuole nemmeno prendere in considerazione imprenditori decisi a investire su Pernigotti, marchio storico che diremo con fermezza che non può lasciare Novi. L’azienda deve rimanere una, e tutti i soggetti devono fare sistema per far capire che non ci possono essere imprenditori stranieri che vengono in Italia per prelevare i nostri marchi. Noi – ha proseguito – siamo per la Torino-Lione, perché dove ci sono infrastrutture c’è più scambio di merci, che può dare risultati sul versante occupazionale”.

L’assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano, si è soffermato sul fatto che “per andare alla conquista di nuovi mercati, dando fiducia agli imprenditori, la Regione deve tornare a programmare con cadenza pluriennale, compiendo un salto di qualità importante. Occorre anche potenziare le esperienze di tecnologia che si fondono con la cultura del territorio e lo fanno diventare autosufficiente. Ci sono distretti che stanno facendo questo sforzo, come l’aerospazio. Per arrivarci stiamo analizzando il nostro prodotto interno lordo, per capirne i punti di forza e debolezza”.

Elena Chiorino, assessore al Lavoro, ha annunciato che chiederà al Ministero per lo Sviluppo economico “le motivazioni per cui, dopo tre mesi di trattativa serrata, è saltata la cessione del ramo gelati della Pernigotti. Saremo determinati e caparbi per capire quali potranno essere gli interventi più incisivi al fine di tutelare il marchio e il futuro dei lavoratori”. Ha poi anticipato “la formalizzazione in Regione di una cabina di regia per la gestione e il monitoraggio delle situazioni di crisi prima che si manifestino apertamente”.

A portare la sua testimonianza anche Piero Frescucci, lavoratore della Pernigotti e rappresentante delle Rsu: “I nostri problemi derivano dall’intransigenza di una proprietà che non ha saputo valorizzare un marchio presente da 160 in Italia e nel mondo e sta prendendo in giro istituzioni e dipendenti. Chiediamo aiuto di tutti, deve esserci compattezza. Basta dare alibi ai proprietari”.
Gli altri interventi

Massimo Pozzi, segretario generale Cgil Piemonte: “Sanità, logistica e infrastrutture, manifattura industriale sono gli elementi strategici sui quali la Regione può avere un ruolo determinante. La sanità è un settore nel quale i livelli di innovazione sono continui ed accelerati ed è un grande volano economico. Nel comparto della logistica il sud del Piemonte può essere il retroporto che permette al nord-ovest di competere con i porti del nord Europa. Nell’industria manifatturiera si deve rafforzare il comparto produttivo dell’auto, con scelte politiche che aumentino gli investimenti privati e pubblici nell’automotive”.

Alessio Ferraris, segretario generale Cisl Piemonte: “Serve un nuovo Patto regionale, perché c’è bisogno del contributo di tutti per rilanciare un territorio che, nonostante le difficoltà, ha grandi potenzialità e competenze. Occorre intervenire non solo sulla quantità ma sulla qualità del lavoro, favorendo una attenta riqualificazione e formazione dei lavoratori e puntando su fattori fondamentali come l’innovazione e le nuove tecnologie. Occorre infine fare squadra per la realizzazione delle infrastrutture, andando oltre le appartenenze politiche. Il rilancio del Piemonte passa soprattutto da un nuovo modo di lavorare e stare insieme”.

Giovanni Cortese, segretario regionale Uil Piemonte: “Mancano nuove assunzioni tra i giovani, mentre gli ultra 55enni sono costretti a continuare a lavorare a causa del prolungamento dell’età lavorativa. Emblema della situazione generale è il fatto che Torino e altri 100 Comuni circostanti siano stati riconosciuti area di crisi complessa. Le multinazionali sono libere di incamerare finanziamenti pubblici e non avere vincoli sull’occupazione. Pernigotti si inserisce nel clichè di chi compra un marchio ed è insensibile agli effetti che provoca sui lavoratori e sulla qualità dell’azienda”.

Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte: “Il mondo delle imprese piemontesi guarda al nuovo Governo regionale con grandi aspettative per la responsabilità che lo attende. In questi anni il Piemonte è stato colpito dalla crisi più duramente delle altre aree dell’Italia settentrionale e la crescita si è fermata. Situazioni come quella della Pernigotti sono specchio di questo declino, che ha provocato crisi aziendali e deindustrializzazione, e vanno combattute con un cambio di passo della politica.
Sappiamo che i nostri imprenditori possiedono grandi qualità e abilità per competere: capacità di lavoro, attenzione all’innovazione, propensione a proporsi sui mercati stranieri per farsi conoscere e vendere i propri prodotti. Come Confindustria Piemonte stiamo aiutando le nostre imprese anche ad aggiornare i loro modelli organizzativi per diffondere la cultura dell’industria 4.0, grazie al nostro Digital Innovation Hub, e favorire il ricorso a nuovi strumenti finanziari, in modo da contrastare i fenomeni di sottocapitalizzazione e il ricorso all’indebitamento bancario.
Al nuovo governo regionale ribadiamo le proposte che abbiamo inserito nel documento “Il Piemonte verso il futuro”, a partire da un impegno sulla sburocratizzazione per un Piemonte più semplice ed efficiente nel quale una buona burocrazia diventi un’infrastruttura immateriale strategica per lo sviluppo e la crescita. Ma il raggiungimento di buoni livelli occupazionali si ottiene con investimenti sui grandi temi come quello della “scuola, della formazione e dei giovani”, formando tecnici preparati ai nuovi modi di lavorare e ampliando il numero di allievi degli ITS, che ci vede in rapporto ancora sfavorevole rispetto alla Germania di 1 a 100. Occorre poi concentrarsi su “Territorio e infrastrutture”, completando i corridoi strategici, e intervenendo sulla rete stradale come sulla realizzazione della banda ultralarga. Infine un’attenzione alla capacità delle imprese piemontesi di competere nel mondo, grazie anche a un aumento dei fondi pubblici destinati a ricerca e innovazione e a un nuovo modello per i Poli di Innovazione».