di Jimmy Barco
Il mercato dei Grigi è appena partito. Un momento delicato che lo diventa ancor di più nella situazione tecnica contrattuale in cui versa l’Alessandria di oggi.
Non sappiamo se mister Wolf Artico riuscirà a dare fino in fondo un senso tecnico, sportivo, economico al nuovo organico mandrogno. Per il momento mi sento di dire che il nuovo DS è partito con il piglio e il sistema giusto.
Prima la scelta dello staff, senza farsi troppo condizionare dal ricorrere agli amici e agli amici degli amici, con tutto quel che ne consegue. Poi, mettendo mano al parco giocatori, in modo logico e sistematico.
Prima ci si deve liberare di giocatori contrattualizzati nelle sedici caselle già occupate (e, come abbiamo già analizzato, molte di esse in maniera imbarazzante e illogica), poi si cercano sostituti idonei per ruolo, caratteristiche tecniche, morali, fisiche, generazionali, con costi e lunghezze dei contratti commisurati il più possibile al valore dei nuovi acquisti.
Certo, non sempre la si può indovinare, ma almeno alla base di ogni scelta in entrata e in uscita che viga una logica che, spesso, in questa gestione Di Masi, è stata bellamente messa da parte con l’alibi che, grazie al denaro, si possa fare tutto.
E’ ancora presto per dirlo, ma se il buon giorno si vede dal mattino…. Una cosa penso sia certa: ritengo improbabile che mister Wolf possa fare peggio di quello che qui hanno combinato nell’ordine Svicolone Menegatti, Maialini Magalini, il Faraone e tal Soldati (il quale è riuscito a cambiare alla pari una punta top per la categoria come Marconi, con un centrocampista anomalo e sopravvalutato come Maltese).
Entrando nel dettaglio, per il ruolo di portiere (Cucchietti è tornato alla base e Pop, con un anno di contratto onerosissimo ancora in essere, è stato convinto ad andarsene) si è individuato il guardapali della Triestina, giocatore che il mister conosce bene, di età media e con una carriera condizionata da, almeno mi pare, alcuni passaggi sfortunati.
Personalmente, e tanto più in simili situazioni, avrei preferito un portiere giovane, ma capisco che una scelta del genere preveda a monte due cose fondamentali: la prima è una piazza preparata ad apprezzare portieri giovani con potenzialità importanti.
Ebbene qui i nostri scienziati storcevano il naso vedendo i primi passi nel calcio professionistico di gente come Lazzarini, Caniato, Turci, Battistini mentre esultavano per vecchi mestieranti che la Serie A non l’hanno vista nemmeno con il binocolo.
Secondo, perché qui, secondo me, non c’è dai tempi di Zampa un preparatore in grado di lavorare sui limiti e sugli errori dei portieri in organico, al punto che, anche in questi ultimi anni, non c’è portiere che in una stagione abbia segnalato miglioramenti appezzabili, anzi alcuni peggioravano con il passare dei mesi.
Poi voglio fare un’altra considerazione. I tre giocatori dati come confermati sarebbero Prestia, Gazzi e Chiarello. Sul terzo c’è poco da dire: peccato sia stato individuato tardi, perché una coppia di centrocampo formata da lui e Gatto sarebbe stata fra le migliori di tutta la categoria. L’ex Giana, appena arrivato nel gennaio scorso, si è infortunato e speriamo di vederlo al massimo nella stagione a venire.
Per gli altri due invece il discorso è diverso. Prestia, portato qui da D’Agostino, è stato gratificato con un contratto lungo e troppo oneroso per un difensore che, nella stagione passata, si è distinto per errori da Gialappa’s, comportamenti discutibili in campo, e dotato di gestualità insopportabili suggerite evidentemente da una sua naturale tendenza al “nonnismo” (non male per uno che in teoria dovrebbe fare da chioccia a giovani in crescita).
Con Gazzi il discorso cambia ancora. Sul campo si è dimostrato sempre professionale, ma un giocatore di quella esperienza, con quel passato, e soprattutto con quello stipendio, penso dovesse dare molto di più di quello che ha dato. E non parlo solo dal punto di vista tecnico, quanto invece rispetto alla personalità e alla capacità di diventare leader in campo.
Invece l’ho sempre visto bravino ma muto e impenetrabile, mai disposto a rischiare una giocata che non fosse elementare, mai un momento in cui ci abbia ricordato antichi fasti, mai un attimo in cui si sia tolto la sua maschera lignea da Mamuthones, quasi fosse il capitano del Mamoiada e non dei Grigi.
Lui e Prestia quindi ritengo di poterli considerare “incedibili”, nel senso che non ci sarà mai nessun pazzo disponibile a rilevarne i contratti.
Come loro in organico abbiamo altri autentici catenacci, più abbordabili però da qualche amatore in vena di scommesse quasi perse in partenza che, nel calcio, ogni tanto trovi sulla tua strada.
E Mister Wolf in queste operazioni di mercato dovrà dimostrarsi fantasioso, bravo, fortunato ma soprattutto paziente, perché i giocatori giusti da comprare sono lì a disposizione, mentre quelli da vendere occuperanno il magazzino ancora per tanto tempo…