di Tony Frisina
Fra le molte cartoline della mia raccolta ce n’è una che – a mio giudizio – è particolarmente strana. Possiede qualcosa di inesplicabile.
Riguarda la cortissima e centrale Via Umberto I e una delle particolarità che la fa apparire strana sta nel fatto che le molte persone ritratte appaiano come se fossero degli ectoplasmi: sono tutte evanescenti e poco nitide.
Questa cartolina, che non è stata spedita e che non reca alcuna annotazione della ditta produttrice, la chiameremo A.
A distanza di qualche tempo dal ritrovamento di questo soggetto ho rinvenuto un’altra cartolina, molto simile ad A, che chiameremo B; troppo simile alla prima per poterla considerare diversa.
È però diversa dalla precedente, per via del ritocco.
Quest’ultima – la B, per intenderci – è stata spedita nel 1909 ed è Proprietà riservata Ditta G. Bertolotti, come indica in maniera inequivocabile la didascalia al fronte.
In linea generale occorre affermare che – a parte il fatto che siano state cancellate con il ritocco diverse persone – anche tutti i palazzi, i marciapiedi e molti altri dettagli sono stati modificati o ritoccati. In particolare, osservando meglio con un certo ingrandimento, si vedono ben evidenti tutte le lumeggiature e i tratti d’ombra e si notano soprattutto per confronto con l’altra cartolina.
Non saprei dire quale delle due sia stata pubblicata per prima, quale possa essere la capostipite. È strano e paradossale che la cartolina con tante persone – la A – paradossalmente sia meno nitida della successiva. Anche questo fatto è un mistero. E questo suggerisce che entrambe le cartoline siano state create elaborando in momenti diversi partendo da copie diverse della stessa fotografia.
Una cosa è certa. I due soggetti sono diversi fra loro e sicuramente entrambi sono diversi dalla vera immagine da cui sono stati ricavati. È possibile sostenere questa tesi per il fatto che almeno tre delle persone ritratte al momento dello scatto sono presenti in entrambi i soggetti analizzati e tutta la quinta scenografica presenta molteplici differenze di ritocco.
Chiedo scusa al lettore se questa parte possa risultare complicata e barbosa nella lettura. Sto facendo del mio meglio per rendere a parole ciò che sono soltanto i pensieri scaturiti dall’esperienza in questo settore.
Su uno degli angoli di piazza Vittorio Emanuele II (ora piazza della Libertà) – da cui Via Umberto I (ora Via dei Martiri) ha origine – sono presenti alcuni manifesti pubblicitari.
Uno dei due, parzialmente strappato, reclamizza il Magazzeno di Cornaglia[1], che vendeva e noleggiava pianoforti in questa città. L’altro manifesto – a brandelli anch’esso – è un avviso che riguarda una Tombola Nazionale.
Sulla cartolina B il ritocco ha eliminato completamente tutte le persone che occupavano il marciapiedi (quello dell’angolo con affissioni).
Sull’angolo opposto a quello appena descritto aveva sede il caratteristico Bar Portorico – Americano (in seguito denominato Nazionale) e la bella insegna angolare annuncia che nel locale è possibile giocare a Bigliardo. Una targa poco visibile, esposta verso Via Umberto I, avverte il passante che all’interno si trovano Sale da Giuoco, Sala Bigliardo e altro, che non è stato possibile decifrare.
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[1] Giovanni Cornaglia è ancora presente in città nel 1932 – in Via Morbelli n° 1 – come attesta la Guida Volpi di Alessandria.