La nota che leggete qui sotto arriva alle redazioni dei giornali alessandrini giovedì pomeriggio, dopo un incontro con la stampa fissato per le 14.
Porta una firma ‘impersonale’, Alessandria per Zingaretti. Che per gli addetti ai lavori significa Daniele Borioli e Domenico Ravetti per intenderci, e naturalmente giù a cascata tanti altri.
Voi cosa capite? Un partito in crisi, che dopo alcune sconfitte elettorali pesanti (dalle comunali di Alessandria del 2017 alle Politiche del 2018, fino alle Europee 2019 con nessun eurodeputato del Pd eletto in Piemonte. E ancora le Regionali e tante comunali anche nei nostri centri zona: con sconfitte ‘secche’ a Casale Monferrato e Tortona, e al fotofinish persino nella ‘roccaforte’ di Novi Ligure) si pone, più che legittimamente e doverosamente, il problema della ricerca dell’unità, ma anche del rinnovamento, per ripartire da qualche parte.
Fin qui, tutto assolutamente chiaro.. Però i bene informati parlano anche di altro: resa dei conti, riposizionamenti, ricerca di capri espiatori. Soprattutto, poichè (per fortuna) la ruota della politica gira sempre e comunque, e la storia non finisce, ecco che si butta un occhio al futuro, con realismo.. E se si votasse in autunno, o al più tardi in primavera? D’accordo, oggi il Pd è più che acciaccato, anzi in diversi lo danno per spacciato, e non aspettano altro che la nascita di nuovi soggetti politici, nel ‘campo largo’ del centro sinistra. Però intanto questo passa il convento: e se appunto arrivassero ‘tra capo e collo’ elezioni anticipate, qualcuno toccherebbe pure candidare, no?
C’è chi garantisce che, nei giorni scorsi, ad una riunione serale/notturna alessandrina, siano volati gli stracci, e l’ala zingarettiana avrebbe certamente accolto con favore, in quel contesto, le dimissioni del segretario provinciale del Partito, l’ovadese Fabio Scarsi. Un tempo renziano di fede morandiana. Anche se oggi, nel marasma generale del Partito Democratico, ogni etichetta rischia di risultare vecchia, o inadeguata. Scarsi però si è difeso, ha arringato, e resistito. Lì ancora sta, per ora. Sono arrivate invece le dimissioni di alcuni altri esponenti della segreteria provinciale (il vicesegretario, il responsabile organizzazione della federazione, il responsabile della comunicazione e la responsabile delle politiche sociali, diceva l’invito stampa), e ora questa richiesta di un congresso straordinario, entro ottobre. Seguiranno sviluppi? Ci sarà magari un ‘effetto domino’ in segreteria regionale, dove Alessandria conta su due membri di maggioranza, Rossa e Borioli? E. G.
• Un congresso straordinario entro ottobre, preceduto da una campagna di ascolto dei circoli e della società alessandrina da avviare subito dopo la pausa estiva. Gli obiettivi: rilanciare il radicamento e la funzione politica del Partito Democratico nella nostra provincia, formare un nuovo gruppo dirigente, quanto più possibile unitario e coerente con gli indirizzi politici stabiliti dal nuovo segretario Zingaretti, rimettere al centro dell’azione politica il rapporto con le comunità e le amministrazioni locali, con il mondo del lavoro e dell’impresa. Questo è ciò che proponiamo e su cui chiediamo che siano chiamate ad esprimersi quanto prima la Direzione e l’Assemblea provinciali.
• L’arco di tempo compreso tra il 2017 e le elezioni di maggio ha visto il Pd della provincia di Alessandria arretrare vistosamente, sia sul piano del governo locale e della rappresentanza nelle istituzioni di livello superiore, sia per quanto riguarda il tessuto organizzativo e la capacità di costruire un solido quadro di alleanze, politiche e sociali, in grado di allargare il campo del centrosinistra. Oggi, siamo fuori dalla guida dell’amministrazione provinciale e di gran parte delle più importanti città, siamo sempre meno punto di riferimento per i Sindaci del territorio, non abbiamo rappresentanti al Parlamento nazionale e, per la prima volta, eleggiamo solo con i resti il nostro rappresentante in consiglio regionale, abdicando allo storico ruolo che ci ha visto a lungo quale secondo punto di forza della sinistra piemontese.
• L’obiettivo della conduzione unitaria del Pd provinciale è il fine ultimo della nostra iniziativa. Di un’unità che sia però fondata su un rinnovato e sostanziale rapporto con la società locale e con il corpo vivo del partito, e non ridotta a uno sfibrante, e sterile, balletto autoreferenziale tra i diversi esponenti del gruppo dirigente formatosi quasi due anni fa. Le ragioni politiche su cui poggiava il mandato a quel gruppo dirigente non esistono più ed è per cercare nuove e più solide ragioni di unità, nel mutato quadro politico, che chiediamo si avvii un percorso congressuale straordinario. Ci auguriamo che l’uscita dei nostri rappresentanti dalla segreteria provinciale, che oggi comunichiamo pubblicamente, sia propedeutica a una comune assunzione di responsabilità: circa il completo esaurimento della stagione che abbiamo alle spalle e la necessità di aprire, con un percorso ambizioso e coraggioso, impostato secondo una logica di apertura all’ascolto e al coinvolgimento della società, una stagione del tutto nuova.
Alessandria per Zingaretti