di Jimmy Barco
Lunedi scorso è stato presentato il nuovo Responsabile Tecnico dei Grigi e, dopo qualche giorno, suggerisco qualche spunto di riflessione riguardo alla scelta tutt’altro che banale che Di Masi ha compiuto individuando Mister Wolf Artico per quel ruolo tecnico sportivo fondamentale. E banalità, luoghi comuni e minchiate sono arrivati puntuali come le littorine di Mussolini.
C’è chi pensa che fare gol su punizione o in rovesciata, come Fabio faceva a suo tempo al Mocca, sia il viatico automatico per ricoprire con successo un incarico dirigenziale di tale portata ma credo si sbagli. Il DS infatti è un altro mestiere rispetto a quello di calciatore. Non è certo un caso che siano davvero una minoranza nel calcio nostrano i personaggi che hanno ricoperto entrambi i ruoli con successo e proprio i DS più in auge non arrivano dal calcio giocato. Chiaramente una cosa non esclude l’altra ma l’automatismo fra i due mestieri è tutto da verificare.
Un altro commento becero e diffuso è questo: “Ma bravo Presidente! Cosi se le cose dovessero mettersi al peggio le colpe sarebbero tutte appoggiate a lei, mentre eventuali meriti sarebbero riconosciuti ad Artico, soprattutto se decidesse di mettere in azione la truppa delle sue vestali adoranti, che lo sponsorizzano da quando è arrivato in riva al Tanaro.”
Chi sostiene questa teoria deve essere un autentico genio seguace dalla Dea Eupalla, dotato quindi, tra l’altro, di capacità di analisi, qualità divinatorie nonchè campione nel difficile esercizio della dietrologia.Peccato che questo genio stavolta ha lasciato la lampada di Aladino sul comodino prima di accendere il cervello perchè non ha valutato due cosette prima di aprire la bocca.
Per esempio che Di Masi, nel caso in cui le cose dovessero mettersi al peggio in questa stagione, i prezzi li pagherebbe in prima persona e in tutti i sensi, come ha tra l’altro sempre fatto da quando è presidente dell’Alessandria.
Quanto a Wolf-Artico per lui, nella fattispecie, i rischi sono ancora peggiori rispetto al suo datore di lavoro. Pensateci un attimo: Artico non ha fatto bene a Cuneo e a Porto Tolle nel ruolo di DS. Nella Juve, al di là del sontuoso nome del padrone, non ha mai ricoperto ruoli direttivi e mai è entrato nelle dinamiche decisionali. Adesso deve nuotare da solo e, se vuole qualche aiuto sostanziale, dovrà scordarsi degli amici ma dovrà costruirsi un solido carnet di favori fatti per andare poi all’incasso quando ne avrà bisogno (Magalini docet).
Quindi questo è il momento giusto (e forse l’ultimo) per dimostrare di essere professionale, preparato e intelligente. Il fatto poi che adesso operi sostanzialmente a casa sua, con una credibilità che questa città sportiva non aspetta altro che riconoscergli, una pattuglia ben motivata di supporter personali e una stampa che non vedrà l’ora, acriticamente come sempre, di parlare bene di lui, non fosse per compiacere il suo partito cittadino.
Ma tra il dire e il fare mai come stavolta c’è di mezzo il mare. Perché adesso al Nostro tocca una missione impossibile, che nessuno degli ultimi DS, soli o in accoppiata, né l’hanno compiuta né addirittura tentata: risanare i rapporti economici fra il valore e la durata dei contratti con almeno una decina di giocatori che la Società ha sul groppone, e la loro appetibilità su un mercato dove i soldi sono merce rara, mentre è ricco di giocatori disoccupati e disponibili.
Il tutto cercando di mettere insieme una squadra decente in prospettiva, che possa giocare con onore il prossimo campionato per portare gente nuova al Mocca.
Stavolta non serve a niente criticare le mosse di qualcun altro. Il nuovo DS dovrà dimostrare intelligenza perché le furberie dialettiche non servono (se non la notte davanti ad una birretta con gli amici) e devi essere bravo (e anche un po’ fortunato…) nel gioco degli incastri, stavolta davvero da brivido. Neppure Marotta, credo,riuscirebbe a fare l’en plein.
Sarei già contento per lui (e quindi per me) se Artico cominciasse senza sconquassi questa opera di normalizzazione nel mercato estivo, portando a termine una quota piccola ma significativa dell’obiettivo. Sarei felice che si dimostrasse subito uomo non divisivo ma includente, conscio che da soli si va veloce ma in tanti si va lontano: un capo avveduto quindi e non un faraone.
Di una cosa sono certo: Mister Wolf non farà gli errori che hanno fatto i suoi predecessori, pagare cioè a prezzo pieno i giocatori per portarli qui e pagare una seconda volta per mandarli a giocare in qualche altro posto. E pure, per esempio, dare Marconi (attaccante top per la categoria) al Pisa scambiandolo alla pari con Maltese (centrocampista anomalo).
In cauda venenum. Venerdi scorso, scorrendo i giornali cittadini, mi è sembrato di essere tornati ai tempi funesti del cerchietto magico, con Svicolone Menegatti sulla tolda e Cusatis a fare il secondo e i soliti noti giornalisti a fare articoli identici, articoli ”ispirati” a loro e solo a loro da quei due strazianti (e straziati) suddetti addetti ai lavori i quali qui, e solo qui, sono stati pure apprezzati (ma va?).
Mi auguro che la bella, anche se un po’ leninista, abitudine che la Società è riuscita a far regola, secondo la quale i tesserati della Società parlano previo via libera dell’ufficio stampa con i giornalisti, non sia stata rimossa. Se no ricominciamo con tarantelle tritapalle che con una società forte ed organizzata non c’entrano nulla. Au revoir, magari con il nome del nuovo Mister da commentare.