di Danilo Arona
Lo sento affermare da più parti. Le persone, sempre più in solitudine, sembrano negli ultimi tempi voler accendersi per un nonnulla. Il sociologo lo potrebbe spiegare con sin troppe motivazioni pescando dalla sua materia. Il metafisico, che si occupa dell’invisibile (in parte io), forse lo ha già scritto e non può far altro che riproporlo. Ripensandoci.
Era l’agosto del 2010. E un amico, commentando un bruttissimo fatto di cronaca, mi diceva:
«Ma non ti pare che la gente sia sempre più sfasata? Non ti pare che stiano uscendo allo scoperto negli ultimi anni le componenti più basse e più negative dell’essere umano? La cattiveria, soprattutto. Analizza bene i più recenti episodi di cronaca nera. Il giornalista a corto di definizioni usa il solito termine “raptus di follia”, che vuol dire tutto e niente. Guarda con un occhio diverso l’episodio demenziale accaduto l’altro giorno a Milano: un ucraino, di sicuro geneticamente predisposto, litiga con la fidanzata e per rappresaglia esce per andare ad ammazzare a pugni la prima donna che passa davanti a lui. E la trova, santo cielo, e l’ammazza con le mani nel pieno centro di una città tra le più civili con nessuno che ha il coraggio d’intervenire perché il tipo è uno che vuole ammazzare e di eroi in giro a quell’ora non ce ne sono. A me, rimbalza in testa la terminologia “sfasata” che significa “fuori fase”. Chi più chi meno, lo siamo ancora un po’ tutti ‘fuori fase’. I ragazzini che ammazzano gli animali per divertirsi e sghignazzano mentre quelli muoiono; gli stalker che uccidono donne che non vogliono più stare con loro; quelli che si accoltellano per un sorpasso. Tutti i giorni ne senti parlare e leggi sempre la solita solfa, ‘raptus’. Ma non è così, non in questi termini.
La gente, su tutto il pianeta, è ogni giorno di più fuori fase. E a te, che studi e scrivi di queste cose, propongo di meditare. Fuori fase rispetto a che? È evidente. Tu sai cos’è la Risonanza di Schumann? Penso proprio di sì. Ne hai scritto anche in un paio di tuoi romanzi. Ma rinfresco comunque le rispettive memorie. Si chiama così, dal suo scopritore, la frequenza vibratoria del pianeta che purtroppo si sta innalzando sempre più con un processo iniziato alla fine degli anni Ottanta e che pare inarrestabile. Quest’aumento ha una serie di controindicazioni: si alzano anche le temperature globali, diminuisce il campo magnetico terrestre, aumentano i cataclismi naturali come eruzioni vulcaniche e terremoti. Ma soprattutto noi, esseri umani, non vibriamo più all’unisono con la Schumann e risultiamo ‘sfasati’ rispetto alla pulsazione di 7,83 Hertz, che era la frequenza originale. ‘Fuori fase’ che significa tante cose: meno creativi, meno intelligenti, più teledipendenti, più culturalmente analfabeti, più cavernicoli e pulsionalmente primitivi (ammazzo qualcuno a pugni perché sono incazzato o apro la pancia a uno perché mi ha guardato), in una parola più aggressivi. Anche se ‘aggressività’ in questi casi è un termine riduttivo se non fuorviante. C’è persino un signore che si chiama Alessio Di Benedetto che sostiene che tutto ciò sia provocato ad arte attraverso l’immissione nell’atmosfera di segnali sonori molto bassi (infrasuoni 0,9-10 Hertz), che vanno a interferire con il flusso di onde analoghe irradiate dal cervello umano con il fine di disgregare i processi mentali tramite impulsi di radiofrequenze su estese aree geografiche. Non arrivo a tanto. L’ipotesi, affascinante, mi sembra però sul serio troppo complottistica. Però. però, accidenti, in giro c’è sempre più gente ‘sfasata’. E, se pensiamo che il ritrovarsi sfasati rispetto al campo vibrazionale del pianeta significa anche porre le basi della malattia, perché non poter ipotizzare che esiste un dato comune a tutti questi fatti di cronaca che rimuoviamo con troppa fretta e altrettanta superficialità? Se t’interessano conferme indirette, pensa agli scienziati della N.A.S.A., che hanno inserito nelle navicelle spaziali dei generatori di campi magnetici che pulsano a 7,83 Hertz, così che gli astronauti non abbiano più a manifestare vistosi squilibri psicofisici, determinati nello spazio dall’assenza della sfera energetica, presente nel nostro pianeta. In conclusione, credo proprio che siamo immersi in un campo oscillatorio e che da un po’ di tempo nell’atmosfera, o nella Tanatosfera, come la chiami tu, ci stiano delle interferenze che mandano le persone ‘fuori fase’… Con le conseguenze che leggiamo tutti i giorni sui giornali. Che ne dici, Danilo?”
Non ricordo se risposi qualcosa. Alla fine che avrei potuto rispondergli? Però rammento come concluse il discorso.
«Ma non l’avverti questa rabbia cosmica che circola per il pianeta? Non lo vedi cosa c’è negli occhi di troppa gente? Da dove viene questa vibrazione sbagliata? Spero di sbagliarmi, ma qualcosa di sinistro sta per accadere…».
Già, lo scrisse Ray Bradbury, Something Wicked This Way Comes. Il levare in termini musicali. L’attesa di qualcosa di definitivo. D’istinto giurerei che stiamo vivendo un momento del genere. Quando leggo che abbiamo solo più 11 anni di tempo per raddrizzare un clima sempre più storto, che la maggior parte delle specie animali sono prossime all’estinzione e che i contagi ambientali sempre più stanno compiendo stragi (allucinante e criminale che siano stati nascosti per calcoli politici gli ultimi dati sui disastri provocati dall’ILVA a Taranto), temo che qualcosa di sinistro stia già accadendo.