Sono stati rilasciati nel corso dell’ultima lezione (22 maggio scorso) gli attestati di frequenza del corso Cipa-at della Cia di Alessandria (accreditati dalla Regione Piemonte) di “Utilizzo dei prodotti fitosanitari in agricoltura” svolto per i detenuti all’interno della Casa di reclusione “Cantiello G. e Gaeta S.” di San Michele (AL).
Il corso, tenuto dal responsabile tecnico Fabrizio Bullano e da Alessandra Sekawin dell’Ufficio Cia di Casale Monferrato, rientra nell’ambito del progetto di Agricoltura Sociale proposto dalla Cia, prima esperienza del genere nella Casa di Reclusione. I contenuti hanno riguardato aspetti tecnici quali, ad esempio, l’acquisto, il trasporto, lo stoccaggio degli agrofarmaci e, come previsto dal programma Regionale, il loro utilizzo nel rispetto della sicurezza di operatori, consumatori e ambiente.
Il corso, che prevede anche il superamento di un test di verifica finale e rilascio del relativo certificato, è stato realizzato per fornire l’acquisizione di competenze spendibili anche dopo il periodo della carcerazione, al fine di favorire il processo di riabilitazione e di rieducazione dei soggetti in esecuzione penale attraverso competenze di base e specialistiche in ambito agricolo.
Commenta Bullano: “Abbiamo riscontrato un buon interesse da parte degli allievi circa gli argomenti proposti e in modo particolare abbiamo apprezzato gli sforzi, anche di carattere linguistico, effettuati per comprendere una materia spesso non così semplice per chi è al di fuori del mondo agricolo. Da parte nostra l’esperienza di lavoro nella Casa di reclusione è stata molto forte e intensa e vorrei dire anche emozionante. Pertanto ci auguriamo che queste persone, una volta pagato il debito con la giustizia, possano reinserirsi adeguatamente in un contesto sociale e lavorativo”.
Spiega il direttore Istituti Penitenziari Elena Lombardi Vallauri: “Il corso di formazione organizzato dalla Cia, che ha consentito il rilascio del patentino per l’utilizzo di prodotti fitosanitari a 15 detenuti, si inserisce in un progetto trattamentale più ampio che comprende la gestione del tenimento agricolo dell’Istituto da parte di una cooperativa sociale per la vendita di frutta e ortaggi e 2 corsi professionali di ortofrutticoltura. La sinergia, che risulta possibile grazie alla collaborazione di tutti gli attori in campo, rende effettivo un percorso virtuoso per le persone detenute che, una volta acquisite competenze tecniche in materia, possono essere impiegate nel lavoro presso il tenimento agricolo o in progetti di pubblica utilità a beneficio della collettività, nell’ottica di poter restituire alla società individui responsabili che, compresi gli errori fatti, abbiano nel contempo acquisito una professionalità spendibile sul mercato del lavoro. È infatti indispensabile che si aprano strade di lavoro e di partecipazione produttiva alla vita della comunità se si vuole dare un senso alla detenzione e una concreta risposta all’impegno per reintegrarsi. L’intervento della Cia è un esempio di come la comunità possa e debba partecipare attivamente perché le risorse impiegate dallo Stato per la sicurezza dei cittadini non siano vanificate dall’isolamento delle istituzioni penitenziarie ma, al contrario, costituiscano una vera occasione di riscatto”.