La copertina di Quaderno Alessandrino [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina

 

“Con il termine pubblicità si intende quella forma di comunicazione di massa usata dalle imprese per creare consenso intorno alla propria immagine ovvero per conseguire i propri obiettivi di marketing. La caratteristica principale della comunicazione pubblicitaria è di diffondere messaggi preconfezionati a pagamento attraverso i mass-media. L’obiettivo è che il consenso si trasformi in atteggiamenti o comportamenti positivi da parte del pubblico o consumatore che non consistono solo o semplicemente nell’acquisto del prodotto o servizio. La pubblicità informa, persuade, seduce il pubblico… […]”

Così può leggere su Wikipedia – enciclopedia online – se si cercasse il termine Pubblicità.

Mi servo proprio di questo incipit per parlare ancora una volta dell’ultimo lavoro editoriale che mi ha appassionato (e impegnato molto) per buona parte dell’anno in corso.

Sto accennando a Quaderno Alessandrino, piccolo ma prestigioso fascicolo stampato dalle Edizioni Astigrafica contenente cartoline, fotografie e cronache d’epoca riguardanti la città di Alessandria del secolo scorso.

In questo caso è improprio parlare di pubblicità nel senso classico che tutti conosciamo e che ho citato come cappello a questa rubrica. Qui il termine è improprio in quanto Quaderno Alessandrino non fa pubblicità; nelle prime pagine della pubblicazione, nel corso della Presentazione accenno brevemente alla storia dei Gallina e delle quattro generazioni (che ho personalmente conosciuto) che hanno contribuito con capacità e serio lavoro a mantenere altro il nome della Pasticceria e – parallelamente – anche di Alessandria.

Il Quaderno è nato per essere donato ai clienti della Pasticceria, perché rimanga a testimonianza degli Ottant’anni di attività dolciaria di questa laboriosa famiglia. Il fatto che venga omaggiato ai clienti fa capire che i prodotti sfornati dalla pasticceria siano già molto ben conosciuti e soprattutto apprezzati. Quindi chi già conosce non ha bisogno di essere ulteriormente sollecitato.

Se vogliamo essere sinceri – e noi lo siamo sempre – vista la riservatezza che contraddistingue i Gallina ho voluto inserire di mia iniziativa, in quarta di copertina, la rappresentazione grafica di una bella bambina vintage – in abiti di fine Ottocento – che regge (e quindi reclamizza) una grande scatola di Baci di Gallina e soprattutto ricorda l’inizio dell’attività della pasticceria, il 1935.

In altre prossime rubriche parlerò anche di cartoline d’epoca disegnate, prodotte per reclamizzare articoli e industrie alessandrine.

In questa sede voglio ancora parlare di Quaderno Alessandrino e per la precisione della sua copertina. Troppo fresco di stampa per metterlo già a dormire in biblioteca.

cop_gal_01Quattro interessanti vedute di Alessandria si offrono al lettore e mostrano il volto della città di un tempo. I vestiti della gente, la toponomastica, i mezzi di trasporto e gli edifici denotano il secolo che ci separa da quegli scatti.

Moltissimi alessandrini con nostalgia riconosceranno la vecchia passerella che serviva come collegamento tra la fabbrica di cappelli Borsalino di via Cavour con la parte oltrecanale.

cop_gal_02Subito sotto la cartolina della passerella è visibile il Campo da pallone Moccagatta in una delle prime cartoline che lo ritraggono e che ci fa sapere che, appena costruito, era chiamato Campo del Littorio.

Doveroso omaggio, questa cartolina, a Giuseppe Gallina, contitolare della Pasticceria omonima e da sempre grandissimo tifoso e sostenitore a diverso titolo dei Grigi. Con questo termine (che ricorda anche il colore delle maglie dei calciatori) gli alessandrini veraci intendono la gloriosa squadra di calcio dell’Alessandria.

cop_gal_03Mi piace a questo punto ricordare che la cartolina dello stadio è stata ampiamente raccontata in una precedente rubrica, alla quale rimando l’attento lettore.

Subito dopo incontriamo una bella immagine di Via Urbano Rattazzi. L’angolo rappresentato in questa cartolina è oggi irriconoscibile per i più, essendo stati demoliti tanti palazzi e anche lo stabile di cui faceva parte il sottopassaggio ad arco raffigurato in primo piano; proprio attraverso questo luogo si transitava per recarsi ai Giardini Pubblici giungendo dal centro città. Inoltre è giusto specificare che quest’ultimo tratto di strada è ora dedicato a Via San Francesco d’Assisi, come l’omonima chiesa che ha sede a breve distanza.

cop_gal_04La vecchia Stazione Ferroviaria conclude la serie delle immagini che la copertina di Quaderno Alessandrino racchiude e in una delle prossime puntate parlerò in maniera più dettagliata proprio di questa interessante costruzione.