L’Orologio floreale dei Giardini Pubblici [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina

 

Poichè il dibattito sulla Fontana dell’Impero ogni tanto si riaccende, prendo la palla al balzo (seppure ai Giardini non si potesse giocare a pallone), per parlare ancora una volta dei nostri amatissimi Giardini Pubblici, polmone verde di Alessandria già dalla seconda metà dell’Ottocento.

Luogo di passeggio e di distensione dopo le fatiche della giornata e meta indiscussa di famiglie al completo nelle serate estive e la domenica.

Il famoso orologio floreale era stato ideato durante il mandato di Nicola Basile dal signor Giuseppe Bellanda, appassionato curatore del verde pubblico di Alessandria per quasi quarant’anni (19391972).

Quest’opera era nelle immediate vicinanze dell’edicola di giornali del signor Bogianchino e i cittadini vicini ai sessant’anni di età (e anche qualcuno con qualche anno in meno) di certo conoscono questo manufatto floreale che scandiva le ore del… bel tempo che fu.

Nei ricordi personali è presente anche la data esatta – con giorno, mese e anno – posta esattamente sotto la circonferenza dell’orologio, a circa un metro di distanza dal numero sei.

Mi stupiva molto, all’epoca, passare ogni volta e osservare sempre la data esatta. Ogni giorno. E anche quando cercavo di passare presto la mattina la data era già là. Presente e, naturalmente, sempre esatta. In seguito avevo scoperto (o forse intuito) che i giardinieri avessero a disposizione cassette già pronte con i numeri e le cambiavano ogni mattina, ponendole con perizia in maniera che non si vedesse alcun interstizio fra i numeri. Poco importa se il Nostro Orologio non fosse marca Rolex. Per i veri alessandrini era altrettanto prezioso.

In funzione dagli anni ’60, durante i primi anni ’70 finì di segnare le ore ed i minuti. E dopo un successivo breve ritorno di un paio di anni (intorno alla fine degli ani ’80) è stato definitivamente messo in soffitta.

Si era nell’era di Nicola Basile,[1] sindaco di Alessandria dal 1947 al 1964.

Proprio durante il suo mandato erano attivi molti giardinieri addetti al verde pubblico che instancabilmente e con passione riuscivano a fare cose mirabolanti con forbicioni e con tanta fantasia, oltre che con indubbia fatica. I risultati c’erano, si vedevano e sono tangibili riguardando le vecchie cartoline; ancor oggi la città di Alessandria è grata a tutti quegli anonimi giardinieri che hanno contribuito al lusso e al decoro della nostra/loro  città.

Se oggi ci si ricorda ancora di quei capolavori floreali significa certamente che i risultati siano stati di eccellente qualità e di indiscussa bellezza.

La cartolina che commentiamo oggi è una delle tante prove inconfutabili di quei momenti. Quella in mio possesso – e che qui è pubblicata – non è stata spedita; pur senza annulli postali sostengo possa essere stata stampata proprio in quei bellissimi primi anni ’60, quando la bellezza e la perfetta manutenzione di questo nostro Piccolo Paradiso Terrestre tutto alessandrino era all’apice del fulgore.

La cartolina è a colori ma ottenuti artificialmente partendo da uno scatto in bianco e nero; è stata stampata dalla Rotalfoto di Milano per conto delle Edizioni Oneto di Alessandria e da questa ditta anche distribuita.

Pure in questa occasione abbiamo deciso di pubblicare un paio di particolari ingranditi per poter mettere a fuoco piccoli particolari in quanto lontani dal soggetto principale.

Orologio-Giardini---particolare-1Il primo ingrandimento evidenzia l’angolo di Via Trotti con Corso Crimea. Proprio in quel punto aveva sede il famoso Hotel Terminus che molti ancora ricordano. A contorno, sul marciapiedi un certo numero di vasi in cemento ospitano alberelli molto frondosiNel vialetto che allora si poteva praticare in automobile sul proseguimento di Via Trotti e che tagliava in due i Giardini è posteggiata un’automobile, pare una 1100 della FIAT. Se qualche lettore credesse che non sia così gradisco essere smentito.

Orologio-Giardini---particolare-2Il secondo particolare ingrandito riguarda sempre lo sbocco di Via Trotti su Corso Crimea e inquadra il famoso Ristorante Settebello, dirimpetto all’altro appena osservato. Volendo divertirci ancora si potrebbero trovare ancora moltissimi interessanti particolari…

Ai lettori lascio questo divertimento…

Orologio-Giardini
Tre pazzi che fuggono dal manicomio. – Nella notte di sabato scorso, tre maniaci criminali, certi Ricci Giovanni di Angelo, d’anni 32, da Carbonara Scrivia, ex maresciallo dei carabinieri, Porta Attilio fu G.B., d’anni 31, da Grognardo, Panelli Clemente di Paolo, d’anni 21, da Occimiano, eludendo la vigilanza degli infermieri riuscirono ad abbattere un’inferriata della cantina e dopo essersi calati nel sotterraneo, dalla porta verso l’orto riuscirono mediante una scala a scavalcare il muro di cinta sul versante di via San Dalmazzo, dandosi alla fuga verso la campagna.
Allorché gli infermieri fecero la solita visita alle camerate trovarono i tre letti vuoti. Subito informarono dell’accaduto il direttore il quale a sua volta diede avviso all’autorità di pubblica sicurezza e ai carabinieri. Questi sguinzagliarono delle pattuglie per la campagna e la sera di domenica, in territorio di Rosignano Monferrato venne arrestato il Panelli, il quale interrogato sulla sorte dei compagni ha risposto che appena riusciti a fuggire ognuno andò per conto suo. I tre maniaci si trovavano rinchiusi in questo manicomio per disposizione dell’autorità giudiziaria, perché dichiarati irresponsabili per delitti loro ascrittogli per infermità di mente. Il Ricci era imputato di aver uccisa la propria fidanzata, il Porta il proprio figlio, e il Panelli dopo commesso un reato si era barricato nella propria abitazione facendo fuoco contro la forza pubblica.

[La Lega Liberale – Periodico politico amministrativo della Provincia di Alessandria – Anno XXVIII – Numero 15 – Alessandria, Sabato 12 Aprile 1913]

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[1] (Viggiano (PZ), 8 settembre 1883Genova, 16 novembre 1979)