di Dario B. Caruso
Ho fatto un rapido calcolo.
Ho conosciuto oltre duemila studenti, ragazze e ragazzi che hanno lasciato un segno nella mia vita umana e professionale.
Con alcuni di loro sono rimasto in costante contatto e tutt’oggi condividiamo progetti comuni.
Con numerosi altri abbiamo occasionali appuntamenti reali e virtuali nei quali ci scambiamo gli auguri per i compleanni, i natali, le pasque.
Con i più ho solamente ricordi legati ai quadrimestri, alle gite scolastiche, ai laboratori, agli intervalli.
Per tutti, per ciascuno, ho associata un’immagine dolce e intima.
Non avendo figli probabilmente metto in rilievo, per ciascuno di essi, un aspetto fisico, emotivo o caratteriale; ne conservo dunque mille sfaccettature che come tessere di un magnifico puzzle compongono la proiezione di un figlio ideale.
Pochi giorni fa una tessera del magnifico puzzle è caduta, senza preavviso.
La terza in tanti anni.
La prima fu la tessera di Lorenzo, portato via da un cancro.
Poi smarrii la tessera di Jonathan, portato via da un incidente in scooter.
Ora è caduta la tessera di Orsetta, improvvisamente.
È inutile cercare sotto il divano, la tessera non è a terra.
Per ritrovarla ho dovuto guardare in alto.
Orsetta ha il sorriso color del sole, per questo motivo il Sole l’ha voluta con sé. Ne sono certo.
Il mio magnifico puzzle ha tre tessere mancanti ma lo spazio non è vuoto.
È colmo della bontà di Lorenzo, dello sguardo acuto di Jonathan e del sorriso di Orsetta.
A volte il vuoto è ricolmo di doni.