di Tony Frisina.
Gli importanti e delicati servizi di disinfezione e lavanderia sono espletati con impianti sistemati nell’apposito edificio ove i diversi apparecchi sono situati in logica armonia di lavoro cosicché il materiale sudicio ed infetto va incontro successivamente ai diversi processi di cernita, macerazione, disinfezione, lavatura, essiccatura, rammendo, stiratura, senza inutili ritorni o pericolose deviazioni. Il lavoro medio quotidiano di tale stazione di disinfezione e lavatura si aggira sui kg. 150 di biancheria asciutta.
L’opera di distruzione del materiale infetto si completa con la continua efficienza di sei autoclavi per la disinfezione delle sputacchiere, funzionanti due volte al giorno, e di due forni inceneritori per i rifiuti solidi con attività media giornaliera di 5 quintali di immondizia distrutta. Per la rapida rassegna degli impianti è necessario ricordare le diverse centrali termiche per la produzione del vapore per la cucina, per le sterilizzatrici, per i termosifoni, per i serbatoi dell’acqua calda; l’impianto idrico costituito da tre pompe che danno disponibilità di oltre 300 litri di acqua al minuto; i complessi e delicati impianti elettrici di segnalazione, di illuminazione, di forza motrice, di ascensori, montacarichi, cucina, telefoni interni, orologi. Tutto questo corredo, che forma la nervatura funzionale del sanatorio ne arricchisce il patrimonio immobiliare, è in continua, perfetta efficienza mediante una vigile opera di manutenzione e di organizzazione.
Le pratiche amministrative, contabili ed economali vengono svolte in spaziosi uffici organizzati con criteri moderni mercè l’istituzione di schedari che semplificano le varie attribuzioni, facilitano le ricerche, sveltiscono la corrispondenza e di pochi registri che consentono il quotidiano era rapido controllo delle presenze, delle condizioni di bilancio e della situazione statistica.
Organismo particolarmente e specificamente situato, costruito, attrezzato e regolamentato il sanatorio risponde felicemente ai suoi scopi secondo le migliori e più esatte formule studiate per il trattamento della più singolare delle malattie, mentre tali condizioni non sono attuabili e ripetibili individualmente e privatamente. Quando il tubercoloso arbitro della propria cura sperimenta diversi sistemi terapeutici e diverse possibilità climatiche senza quella regolarità che è indispensabile per un successo, ciò vale sia per gli ammalati facoltosi che per i soggetti delle classi più modeste. Il sanatorio limita o sopprime le libertà individuali che possono essere in contrasto cori principi basali della cura, ma d’altra parte è facile rendersi conto che la disciplina sanatoriale non comprende una sola regola che non sia in inspirata allo scopo di mettere il malato al riparo di ciò che gli nuoce o di ciò che può compromettere l’andamento curativo.
È con la cognizione di tale verità che i ricoverati si uniformano al regolamento interno dell’istituto con facile adattabilità e passano le loro giornate lietamente, in dolce serenità, con ritmico avvicendamento delle ore di cura, di riposo, di svago, di passeggio, di pratiche religiose e di modeste e leggere occupazioni.
Le condizioni psichiche degli infermi sono particolarmente delicate: spesso il dolore fisico li porta all’insofferenza ed allora ingigantisce, da parte di chi li assiste, il dovere di amorevoli cure: un gesto, una parola, un pensiero gentile possono destare nel loro animo tesori di gratitudine e talora giovare più delle cure materiali; il compito del medico che ascolta i petti scossi dalla tosse e che riceve le confidenze dei dolori fisici e degli strazi famigliari più intimi, è quello di alimentare fino all’ultimo le più vacillanti speranze per dare agli infermi la confortante sensazione che non sono più abbandonati, che la Nazione li cura, che le loro famiglie sono aiutate, che i loro figli sono difesi.
In questa nobile e grandiosa opera di solidarietà nazionale siamo felicemente aiutati per l’alto spirito di bontà che ci viene dalle più eccelse persone.
Sua Maestà il Re Imperatore ha voluto di persona onorare l’Istituto con una visita minuziosa che ha segnato a caratteri d’oro una data memorabile nella storia del Sanatorio. Negli occhi luccicanti dei ricoverati si leggeva la commossa gioia di ricevere dallo Sovrano la preziosa parola di conforto ed il più umano e paterno dei sorrisi.
La creazione del «fronte unico antitubercolare» comandata dal duce si va a giornalmente concretando per l’amorevole assistenza che le massime autorità cittadine prestano alla vita del sanatorio. Oltre alle frequentissime visite che il senatore Borsalino compie con la sua nobile ed impareggiabile semplicità che consente agli ammalati di affollarglisi vicino con devota ammirazione, S. E. il Prefetto, il Segretario federale, la Fiduciaria dei fasci femminili, S. E. il Vescovo, sogliono portare agli ricoverati la loro benevola e generosa attenzione con visite minute improntate al più schietta affabilità ed alla più operosa collaborazione.”
[dottor Ferruccio Ravazzoni] pubblicato in Attività e Opere Pubbliche della Provincia di Alessandria nel tempo fascista – 1938.