di Ettore Grassano
“La situazione è stagnante: serve un colpo di reni per ripartire, a livello sistemico. Dobbiamo pensarci da soli, facendo squadra con gli altri attori della filiera. Ma dalla politica devono arrivare segnali forti e chiari”. Paolo Valvassore lo scorso gennaio è stato confermato alla guida di Ance Alessandria, e guiderà il Collegio Costruttori fino al 2022, coadiuvato dal nuovo direttore, Marco Massone, che ha raccolto il testimone da una figura ‘storica’ come Luigino Tosi. “L’edilizia è, da sempre, la spina dorsale dell’economia dell’alessandrino – sottolinea il presidente Valvassore – e vanno create le condizioni perché continui ad esserlo: non solo per le aziende e gli addetti del settore, ma per le ricadute complessive, di sistema. Questo credo che, ormai, lo abbiano capito tutti. Anche se al Governo nazionale oggi coesistono a fatica due visioni non omogenee, e questo non aiuta”.
Proviamo allora a capire, concretamente, quali sono i capisaldi attorno ai quali occorre lavorare per riaccendere il semaforo verde dell’edilizia, alessandrina e non, da un decennio alle prese con una crisi che ha ricadute pesanti su tutta la collettività.
Presidente Valvassore, come sta l’edilizia alessandrina nel 2019?
Potrei dirle male grazie, ma guardiamo avanti comunque con fiducia. Siamo sul fondo, stagnanti da qualche anno. Tanto per dare l’idea di quello che è successo … Dal 2009 ad oggi il numero delle imprese iscritte alla locale Cassa Edile si è ridotto di oltre il 46% mentre i lavoratori iscritti sono passati da numero 5613 nel 2009 a 3922 nel 2018, con una riduzione di circa 30 punti percentuali.
Ora davvero bisogna riaccendere i motori, e ripartire con priorità chiare.
Quali?
Le solite, non c’è niente da inventare: infrastrutture pubbliche, edilizia privata e edilizia pubblica. Sono tutte fondamentali, e da anni tutte zoppicanti, per cui lo scenario è quello che conosciamo…
Consideri che rispetto al 2008 l’importo degli appalti di lavori «edili» e di quelli «stradali» è diminuito, rispettivamente, del 35% e del 51%.
Partiamo dall’edilizia privata: quali sono le motivazioni dello stallo?
I problemi sono tanti, e si sommano. Alla base c’è il fatto che ‘il mattone’, dal dopoguerra in poi, è sempre stato vissuto come investimento sicuro, e in crescita costante. Per tante ragioni, nell’ultimo decennio si è invertita la tendenza. E oggi, anche se gli italiani di risparmi privati ne hanno per fortuna, faticano a tornare ad investire sull’immobiliare.
Complice il sistema di tassazione nazionale e locale?
Quello è stato il vero disastro. Tartassare gli immobili, come è successo e succede, ha portato certamente un po’ di introiti nelle casse pubbliche, ma ha causato un deprezzamento pesante del patrimonio immobiliare, e ha ‘congelato’ tutta la filiera economica. Oggi ci sono sgravi fiscali per chi ristruttura, e non è un caso se i nostri uffici rilevano che è quello delle ristrutturazioni l’unico segmento che ha mantenuto una crescita costante. Basti pensare che in provincia di Alessandria, dal 2011 al 2018, il numero dei titoli abilitativi sulle manutenzioni straordinarie è aumentato di oltre il 170% … Sul nuovo siamo ‘al palo’.
Come uscirne?
Noi come Ance, oltre a monitorare in maniera costante la situazione sul fronte dei numeri, stiamo puntando molto sulla qualità della proposta dei nostri associati. Ma senza incentivi adeguati da parte dello Stato per chi decide di costruire o acquistare immobili nuovi non si andrà da nessuna parte. Altro soggetto da sensibilizzare sono le banche: le imprese edili hanno bisogno di finanziarsi, per continuare a crederci e ad investire. L’accesso al credito deve essere agevolato davvero, non solo a parole.
La politica cosa sta facendo per sorreggere il settore?
Troppo poco, e in maniera confusa. Intendiamoci, i costruttori non chiedono sovvenzioni o elemosine di Stato, ma che la politica, a Roma come a Torino, crei le condizioni perché il settore possa ricominciare a crescere. Guardando poi alla nostra provincia, è chiaro che Terzo Valico e opere pubbliche sono voci fondamentali perché la ripresa possa essere davvero tale: ritengo particolarmente urgente investire nella manutenzione delle infrastrutture.
Questo Governo è spesso criticato dagli imprenditori: voi cosa ne pensate?
Ci sono spinte diverse al suo interno. La Lega ha posizioni di grande attenzione nei confronti delle imprese, e dell’edilizia in particolare. Con l’alessandrino Riccardo Molinari, nella sua posizione di capogruppo della Lega alla Camera, e con altri parlamentari locali ci siamo confrontati più volte, in particolare sui temi del Terzo Valico, e della logistica, che sono snodi fondamentali. E’ nostra intenzione continuare su questa strada. Così come è importante che sia stata data la possibilità ai Comuni virtuosi di tornare ad investire in opere pubbliche, sostenendo in particolare i piccoli comuni, sotto i 20 mila abitanti. Un passaggio fondamentale riguarda però le Province….
In che senso Presidente?
La finta riforma ai tempi di Renzi è stata un disastro, le Province sono rimaste come costo, ma senza risorse da spendere, paralizzate. Questo significa edilizia scolastica, strade e territorio in possibile abbandono. E le conseguenze le patiremo tutti: non solo in termini di crisi del comparto edile, ma di decadenza complessiva di strutture e infrastrutture, con tutto ciò che comporta, anche in termini di sicurezza, oltre che di perdita di competitività. Se le immagina nuove imprese interessate ad insediarsi in territori con strade a pezzi, colline che franano, edifici scolastici sempre più fatiscenti? Io faccio fatica. Il Governo dovrebbe fare una riflessione profonda sul mantenimento di tale riforma. In ogni caso occorre individuare opportune sinergie con le Regioni e dotare le Province di un’adeguata autonomia di spesa per incrementare gli investimenti nella manutenzione delle infrastrutture provinciali, nell’edilizia scolastica, nell’edilizia pubblica in generale e per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico del territorio …
A proposito di sicurezza: è un capitolo delicato, in edilizia…
Il nostro è certamente un comparto a rischio. Ma il livello di sensibilità e consapevolezza di chi ci lavora in questi anni è molto cresciuto, e la situazione migliorata. In provincia di Alessandria, in particolare, abbiamo il Sistedil, realtà che ha sede alla D3 e opera proprio nel settore della sicurezza e della formazione, in compartecipazione paritetica con i sindacati, offrendo alle aziende e ai lavoratori del settore il massimo del supporto, in termini di corsi di orientamento, formazione, inserimento e reinserimento professionale.
Palazzo dell’Edilizia: si rischia un nuovo stop, legato al ‘congelamento’ del Bando Periferie?
No, il Palazzo dell’Edilizia (che è progetto di Sistedil, non dell’Ance) andrà avanti comunque: ovviamente la decisione dovrà essere condivisa con la controparte sindacale. Il progetto è stato ‘rivisto’, e in qualche misura ‘ritarato’, in rapporto alle nuove esigenze del settore. Sarà, precisiamolo, un investimento privato da 7-8 milioni di euro, per dotare il comparto edile della nostra provincia di un punto di riferimento moderno, funzionale e di eccellenza, alle porte di Alessandria. Certamente però osserviamo con attenzione quali saranno gli sviluppi del Bando Periferie, al momento ‘congelato’ per un anno: è previsto infatti che alcuni importanti sviluppi viabili al contorno del Palazzo dell’Edilizia rientrino nei finanziamenti del bando stesso. Se così non fosse, la questione viabilità andrà certamente affrontata con il Comune, alla ricerca di soluzioni che garantiscano la miglior accessibilità e fruibilità.