Marengo? Si sapeva da due anni che non ci sarebbe stata la rievocazione della battaglia. Ma la polemica, nell’indifferenza generale, è sempre la cosa più facile [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Fiumi di parole ad Alessandria per la mancata rievocazione della battaglia di Marengo nel 2019. Ed ennesima occasione per riempire le colonne dei giornali di polemiche e dichiarazioni al vetriolo in cui l’attuale opposizione, prima al governo del capoluogo e dell’amministrazione provinciale, si è lanciata contro la maggioranza. Peccato che la ragione sia molto semplice: già nel novembre del 2017 la Demi-brigade disse chiaramente che, nel mese di giugno del 2019 proprio nei giorni dell’anniversario della battaglia alessandrina, sarebbe andata a una rievocazione in Germania. Nessuna dimenticanza, nessun tentativo in ritardo di organizzare l’evento. Semplicemente i rievocatori non erano disponibili. E per questo c’è chi ha iniziato lavorare per tempo a un progetto per il 2020 che, nella volontà degli organizzatori, vorrebbe essere davvero di impatto con centinaia di rievocatori ed eventi di profilo internazionale. Come andrà? Lo sapremo nei prossimi mesi.

Intanto non c’è niente da fare, la polemica per la polemica tira di più, complice la memoria corta dei molti che non riescono ad andare oltre gli strilli tipici dei post da social network, incapaci invece di approfondire, verificare, ricordare cosa è accaduto negli anni precedenti quando le rievocazioni non ci sono state o sono state organizzate come fossero un evento straordinario, ma che invece non è andato oltre una manifestazione da pro loco (con tutto il rispetto per l’attività che svolgono nei paesi).

Marengo meriterebbe ben altro. Eppure sembra proprio che negli ultimi anni non ci siano state associazioni, albergatori, ristoratori, o altri che abbiano chiesto qualcosa della rievocazione. Indifferenza più totale. E un coinvolgimento che non è mai decollato, nemmeno quando, in un’altra epoca storica, le risorse (e i contributi esterni) hanno permesso la realizzazione del nuovo museo storico progettato anche sulla base del rapporto della battaglia del generale Berthier e di un documento, reperito in un archivio storico militare francese, che prevedeva la costruzione di una piramide celebrativa, che avrebbe dovuto sorgere al centro della “città della vittoria” voluta da Napoleone e di cui lo stesso condottiero francese pose la “prima pietra”. Piramide che costituirà poi l’entrata del nuovo Museo, posizionandolo, almeno questo era stato l’obiettivo, al centro di una rete di siti, luoghi e musei napoleonici presenti in tutta Europa.

Alessandria ha invece quasi sempre reagito con qualche applauso e dichiarazione di circostanza e poco altro. Certo, qualcuno ha dato contributi, in termini di idee e di risorse, senza però che la comunità locale riuscisse a fare un salto di qualità in termini di collettivo. E non basta dire, per esempio, che la Regione Piemonte è indifferente al sito di Marengo. Peraltro, in passato non sono mancati investimenti milionari proprio da parte dell’ente regionale, però resta il fatto che se il territorio non è capace a fare squadra la voce alessandrina non supererà mai i confini municipali e la politico ‘torinocentrica’ continuerà a rimanere tale. Mentre Marengo è, e resta, una opportunità per attirare appassionati e turisti dall’estero. Ovviamente sono necessarie accoglienza, promozione, e, prima di tutto, capacità e volontà di credere nel progetto di valorizzazione. Che non è di qualcuno, bensì è di tutti.