Borgoglio e Alessandria: “La qualità fa premio sulla quantità e per riconquistare il ruolo di capoluogo è necessario fare piccole cose, ma di qualità” [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Mentre da Genova arriva la benedizione di Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, al progetto del retroporto, del navettamento ferroviario e delle aree buffer, ad Alessandria c’è ribadisce che il capoluogo deve riappropriarsi delle funzione che un tempo ha esercitato in termini di programmazione economica. Certo, lo deve fare nel contesto del terzo millennio, ma con spirito immutato se vuole uscire dalle secche in cui si trova. Chi parla è Felice Borgoglio, già sindaco di Alessandria, ed esponente politico che non ha perso né passione, né smalto. «Negli anni Settanta, la filosofia delle giunte di sinistra si basavano su quattro direttrici: la gestione pubblica dei servizi e il loro ampliamento; lo sviluppo delle aziende locali, rispetto alla politica dei grandi insediamenti industriali che hanno segnato le amministrazioni di centrosinistra; la politica della partecipazione; l’inclusione sociale. Sono stati questi i perni dell’azione che ad Alessandria abbiamo perseguito e che hanno portato alla nascita delle aziende municipalizzate dei trasporti, dei rifiuti, del gas e dell’acqua, oltre all’ampliamento dei servizi sociali innovativi, per l’epoca, come gli asili nido e le materne che hanno rappresentato un modello poi adottato da numerose altre realtà locali».

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In quella stagione storica il sostegno all’economia e alle imprese è stato rivolto in modo specifico alle imprese artigiane e alle realtà piccole e medie. «Ecco perché – racconta – venne eliminata la progettualità dell’area industriale nella zona di San Michele e l’azione concentrata sulla realizzazione delle zone D3 e D4 (tipologie di insediamenti che sono stati poi copiati da altre città della provincia alessandrina). La politica della partecipazione e l’inclusione sociale ha visto maturare esperienze diventate pilota anche a livello nazionale. Ricordo la nascita dei Consigli di Quartiere e gli interventi di edilizia sociale per rispondere alla forte richiesta di quegli anni. Un intervento che abbiamo voluto per favorire la ‘mescolanza’ di ceti sociali e favorire l’inclusione è stato quello realizzato al quartiere Europa, dove l’edilizia privata è cresciuta insieme alle case popolari».

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Questo è avvenuto ieri, ma oggi e soprattutto il domani del capoluogo, e dell’intero territorio, come può essere declinato? «Alessandria – risponde Borgoglio – deve pensare all’Europa come al suo cortile e al mondo come alla sua prospettiva. Per raggiungere quello che credo debba essere il primo obiettivo, è necessario ripensare e ristrutturare la macchina comunale. Se non avviene, qualsiasi amministrazione è destinata a ripetere gli errori del passato. È assolutamente necessario creare strutture di supporto alle imprese alessandrine, con uffici dedicati e specializzati per reperire le risorse che, insieme al mondo dell’innovazione, sono a disposizione a livello comunitario. Altrettanto urgente è la riqualificazione urbana della città, perché senza questa il commercio alessandrino è morto. Oggi la qualità fa premio sulla quantità e per riconquistare il ruolo di capoluogo è necessario fare piccole cose, ma di qualità».

Certo, potrebbe sembrare una prospettiva minimalista, ma in realtà, precisa Borgoglio, è «una condizione indispensabile per guardare al futuro con un minimo di prospettiva. Alessandria – aggiunge ancora – deve poi recuperare la sua funzione logistica, storicamente rappresentata dallo smistamento ferroviario, con lo sviluppo del porto di Genova e Savona, va ripreso il progetto della piattaforma logistica, facendo diventare Alessandria sulla falsariga di Rotterdam l’hub naturale dello smistamento e manipolazioni delle merci con importanti risvolti occupazionali».