L’Ovada DOCG a Vinitaly: è partita l’ovadarevolution

Una sala affollata da giornalisti, produttori e operatori del settore ha salutato martedì 9 aprile, a Vinitaly, la prima uscita pubblica della nuova età del Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG, accompagnato dall’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato, con la conduzione di Fede&Tinto di Decanter RadioDue.

Perché #ovadarevolution? L’ha ben sintetizzato Italo Danielli, Presidente del Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG (costituitosi recentemente, solo nel 2013), illustrando il percorso che ha visto incrementare fortemente la qualità del prodotto, formarsi una squadra compatta di 36 produttori perlopiù giovani finalmente orgogliosi di portare in alto la bandiera dell’Ovada DOCG, e crearsi una rete di alleanze tra istituzioni, pubblico e privato che mira a rilanciare il territorio dell’ovadese, partendo proprio da una produzione vinicola di antica tradizione.

Questo gioco di squadra vede protagonista anche l’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato che il Presidente Mario Arosio ha reso una realtà attiva, motore di relazioni territoriali e istituzionali, e che non nasconde l’ambizione di correre veloce per cogliere traguardi alla portata di un vitigno al quale la Regione Piemonte ha deciso di dedicare l’intero anno del 2019.

A questa “prima” erano presenti anche Giorgio Ferrero – Assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Piemonte – che ha riconosciuto il merito della squadra ovadese di aver conquistato una celebrazione di cui beneficeranno anche gli altri Consorzi del Dolcetto – e Filippo Mobrici – Presidente di PiemonteLand – ugualmente artefice di questo progetto grazie alle risorse economiche fondamentali per assicurarne la partenza e la continuità.

Ha partecipato anche Gianfranco Comaschi – Presidente dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, riconosciuta UNESCO – che ha ricordato come anche questo territorio debba e possa fare leva su un patrimonio culturale che vede dialogare le vigne con i castelli e le dimore storiche, evocati nel nuovo logo del Consorzio.

Daniele Oddone – Vicepresidente del Consorzio Tutela dell’Ovada DOCG – e Paolo Novara di AIS Piemonte hanno infine avuto il compito di accompagnare i presenti in un “Viaggio nel tempo” lungo 3 decenni, dove le annate 2017, 2016, 2011, 2004, 1998, 1991 hanno mostrato come l’Ovada DOCG sappia essere un vino versatile, insieme ‘pop’ e ‘longevo’, quindi interessante per un pubblico attento alla qualità e insieme trasversale.

Per i Wine Lovers, ecco come hanno raccontato questo viaggio:

2017 – Rubino intenso e vivace. Profumi freschi e fragranti di frutti di bosco, ribes rossi, lamponi, seguiti da sentori minerali. Il gusto è fresco e tannico, tipico della sua gioventù, che insieme alla struttura e un adeguato riposo in bottiglia fanno intuire a una lunga evoluzione. Perfetto per una merenda sinoira (salumi, formaggi, pane casereccio).

2016 – Rubino compatto. Profumi intensi e complessi di croccanti ciliegie, more e fragoline di bosco, note speziate di pepe bianco e note verdi di clorofilla. Il gusto è di grande equilibrio tra le morbidezze e le sensazioni fresco-sapide, come è lunga la persistenza. Da abbinare ai ravioli burro e salvia.

2011 – Rubino con riflessi granato. Profumi eleganti e raffinati di mature amarene, susine nere, scorzette di arance amare, sentori speziati di pepe, chiodo di garofano, liquirizia dolce, felce selvatica. Il gusto è caldo, morbido, sapido e dal tannino levigato. Lunga la persistenza. Da abbinare al carrello dei bolliti misti e salse.

2004 – Rosso granato. Profumi di confetture di fragole e di more, amarene sciroppate, cannella, bacche di ginepro, sentori balsamici mentolati di eucalipto. Il gusto è di buon equilibrio tra l’alcol, tannino e acidità. Perfetta corrispondenza naso-bocca. Da abbinare a formaggi stagionati e saporiti.

1998 – Rosso aranciato poco intenso. Profumi di frutta macerata in alcol, frutta secca, mandorle, noci, fiori rossi appassiti, caffè macinato, cioccolato fondente, liquirizia, orzo torrefatto. Il gusto è caldo, dai tannini e freschezza ancora in bella evidenza. Vino che ha tenuto perfettamente il tempo. Da degustare e commentare tra amatori.

1991 – Rosso aranciato poco intenso. Profumi di ciliegie e prugne sotto spirito, croccante alle mandorle, cacao, caffè, resina di pino, goudron, smalto e ceralacca. Il gusto non mostra alcun cedimento nonostante l’età, caldo, morbido e gradevolmente sapido. Da degustare e apprezzare da solo.