L’oro e i gioielli brillano. Ma solo se sposano l’innovazione. E Valenza è premiata dal primo rapporto piemontese della Fondazione Agnelli e del Politecnico di Torino [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

C’è anche una impresa della provincia di Alessandria fra i sette casi di studio del primo rapporto dell’Osservatorio su innovazione e imprenditorialità in Piemonte realizzato dalla Fondazione Agnelli e dal Politecnico di Torino. Una storia che assume un valore particolare perché arriva dal distretto orafo di Valenza e testimonia come una azienda possa crescere, anche in contesti di mercato molto complessi, a patto che persegua «scelte strategiche di riposizionamento e di trasformazione», come ha rilevato Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia che è intervenuto alla presentazione del rapporto, avvenuta nella sede torinese dell’istituto bancario centrale.

Di scena è la ‘Raselli Franco Spa’ di Valenza nata alla fine degli anni sessanta del secolo scorso come piccola azienda orafa dedicata alla produzione di gioielli e che è cresciuta «fino a circa novanta milioni di fatturato nel 2018, pur operando in un segmento che negli ultimi 30 anni è stato soggetto a una profonda trasformazione che ha portato alla scomparsa della maggioranza delle imprese e ad una consistente riduzione del contributo al prodotto interno lordo del settore orafo». Il capitolo del rapporto prosegue analizzando in modo dettagliato la storia, i processi produttivi, il cambiamento dei mercati, la progressiva innovazione e la visione d’impresa. Il caso «conferma l’importanza dell’imprenditore nel definire tempi e contenuti delle scelte strategiche e delle relative scelte organizzative legate a integrazione e gestione del rapporto con il cliente, andando se necessario controcorrente e capendo che la tradizione deve essere sostenuta da processi di innovazione e formazione interni. A guidare il processo di cambiamento è l’evoluzione del cliente e del modo di guardare ad esso».

Infine si legge che l’evoluzione analizzata «segna anche il cambiamento del ruolo del distretto, che non è più quello di mettere a disposizione fornitori specializzati a condizioni competitive, ma di realizzare processi di esplorazione e di messa a punto di innovazioni e competenze prima non disponibili. Lo stesso vale per la formazione, che ritorna ad essere un investimento significativo e specifico delle imprese e che diventa necessaria anche per gestire il ricambio generazionale».

Non manca una parte dedicata all’analisi del territorio che ha avuto «inizialmente un ruolo importante nella crescita dell’impresa, consentendole di acquisire competenze produttive e capacità di sviluppo commerciale necessarie per l’avvio delle attività. Negli anni questo ruolo si è progressivamente ridotto, a seguito del cambiamento delle strutture del distretto e del mercato. Al contrario di ‘Raselli Franco Spa’, le imprese del territorio hanno mantenuto sostanzialmente invariato il modello di business ed approccio strategico, concentrando le loro competenze sulle singole fasi di lavorazione, con una progressiva de-integrazione verticale e riduzione delle dimensioni aziendali. Gli effetti complessivi di tali scelte sono stati un accresciuto livello di competizione interno al distretto, una maggiore produttività con una continua riduzione di marginalità a favore dei clienti e una perdita di competenze che comporta una generale difficoltà nel gestire relazioni specifiche con i grandi clienti. Nonostante queste problematiche, il distretto orafo di Valenza garantisce ancora oggi la presenza di imprese capaci di esplorare l’uso di tecnologie moderne e sviluppare nuove competenze produttive, che la ‘Raselli Franco Spa’ ha negli anni acquisito in modo selettivo per internalizzarle e svilupparle su maggiore scala».

Formazione e competenze innovative: un nodo ancora in larga misura irrisolto a livello di distretto, nonostante una progressiva inversione di tendenza grazie a recenti esperienze come la fondazione ‘Mani intelligenti’ e agli effetti, sul tessuto imprenditoriale locale, della presenza di colossi internazionali come Bulgari. Se la ‘Raselli Franco Spa’ ha deciso «di investire in tecnologie uniche ed emergenti, trovandosi oggi a gestire processi di formazione sempre più specifici e complessi e che richiedono una complessa organizzazione interna», il distretto valenzano, a giudizio del rapporto, non è finora riuscito «a fare nascere al suo interno capacità relative alla comprensione dei nuovi gusti di mercato e richieste del cliente finale, diminuendo di parecchio anche la sua attrattività verso i giovani».