Alessandria finora è stata forte solo sulla logistica della carta e delle parole…[Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Alessandria è decisamente forte con la logistica di carta e delle parole. Ma sul fronte della concretezza ha continuato a vedere passare il treno (è il caso davvero di dirlo) diretto verso altre destinazioni. L’incontro pubblico del 22 marzo dedicato al “recupero e al rilancio dello scalo merci Alessandria Smistamento”, ospitato a Palazzo Monferrato, in via San Lorenzo 21 ad Alessandria, organizzato dalla Cgil e dall’associazione Città Futura, ha messo in evidenza ancora una volta l’inadempienza e l’autoreferenzialità della politica che per anni ha fatto della logistica una bandiera e niente altro. Alcuni interventi di ex amministratori pubblici hanno ripetuto un mantra ripetutamente recitato e che non ha portato ad alcun risultato.

È il caso, per esempio, delle parole di Daniele Borioli, ex amministratore provinciale, ex assessore regionale ai trasporti ed ex presidente della Fondazione Slala (sistema logistico del nord ovest). «Avevamo costruito un percorso con la ‘Società del Retroporto’, erano stati stanziati finanziamenti per decine di milioni, ma poi il Comune di Alessandria ha preso altre strade e i progetti e i soldi sono stati cancellati» ha detto. Molti dei presenti forse non avevano sufficiente memoria storica e chissà cosa hanno pensato. Ma l’intervento di Borioli, esponente del Pd, critico con alcune scelte delle amministrazione comunali a guida del centrodestra non ha raccontato tutto.

Ha dimenticato di dire, per esempio, che questa società – nata ‘per azioni’ nel dicembre del 2009 e trasformata in ‘responsabilità limitata’ nel gennaio del 2013 – è stata messa in liquidazione il 3 giugno 2013 e il 21 luglio 2014 è stata cancellata dal Registro delle imprese di Alessandria. Era nata per per lo studio, la promozione, la realizzazione e l’affidamento della gestione del Retroporto di Alessandria. Ma è finita in liquidazione «stante il venir meno delle condizioni, economiche e di contesto, sulle quali si fondava la percorribilità dell’iniziativa» come si legge su alcuni atti dell’epoca. Inutile dire che il centrosinistra, critico con le decisioni assunte a un certo punto dal centrodestra, è quello che ha curato in quegli anni la regia di una serie di operazioni a livello regionale, provinciale e comunale. Ma non è che il centrodestra abbia peraltro brillato, fra mancate decisioni e progettualità riviste più e più volte.

Nel ripercorrere la storia recente, è interessante un passaggio della relazione di sintesi sullo “stato dell’arte relativo alla realizzazione di Hub nazionale nell’area di proprietà del Gruppo Fs nella Città di Alessandria” scritta da Antonello Paolo Zaccone nell’aprile del 2009 (dall’undici giugno 2007 all’otto agosto del 2009 è stato assessore allo Sviluppo economico, Progetti Ue, Lavoro, Industria e artigianato del Comune di Alessandria con la giunta di centrodestra di Piercarlo Fabbio). «Fondazione Slala, Regione Piemonte, Provincia e Comune di Alessandria – si legge – hanno lavorato sulla ideazione, progettazione e realizzazione dell’opera viaria infrastrutturale, necessaria per il collegamento dello Hub nazionale alla rete stradale e autostradale a sud del territorio di Alessandria (stima di spesa pari a 12 milioni di euro). Con specifico protocollo di intesa tra Provincia e Comune (deliberazione della Giunta comunale n. 260 / 4230N – 669 in data 20 agosto 2008), la Città di Alessandria si è impegnata a trasferire la somma di 600.000 euro a favore della Provincia (che funge da stazione appaltante) per la progettazione definitiva dell’opera, mentre, per la realizzazione della stessa, grava sulle casse comunali una ulteriore somma di circa 1.400.000 euro. La Regione Piemonte ha assunto impegno di finanziamento all’interno dei progetti finanziati a Pti della Piana Alessandrina (deliberazione del Consiglio comunale di Alessandria n. 64 in data 24 giugno 2008) e, informalmente, con le disponibilità Finpiemonte Spa a valere sulla legge regionale n. 8/2008 sulla logistica. È in corso di formalizzazione la definizione finale del quadro di finanziamento per la realizzazione dell’opera viaria. In data 10 novembre 2008, il Consiglio generale della Fondazione Slala ha approvato il progetto retroporto di Alessandria che, in sostanza, può definirsi come sintesi del lavoro tecnico svolto in merito al piano di investimento e industriale dello Hub di Alessandria. Nel frattempo, a seguito di una riunione informale in data 10 ottobre 2008, emergevano alcune forti diversità di opinione circa il modello di governance gestionale: da un lato, il Gruppo Fs con l’intendimento di scegliere con procedura negoziata i partner privati, quali operatori della logistica e, dall’altro, l’Autorità Portuale di Genova ancorata alla necessità di salvaguardare i propri terminalisti liguri attraverso procedure ad evidenza pubblica. Nei fatti, nessuno dei due contendenti ha la forza economica e politica di realizzare, da solo, il progetto dello Hub di Alessandria». Come sia finita, è storia.

Ancora Borioli, verso la fine dell’intervento all’incontro di Cgil e Città Futura: «Gli interessi dello sviluppo li disegna la politica». Ma se i disegni rimangono sulla carta, l’affidabilità della pubblica amministrazione è pari a zero. E chi si fida allora a investire? Nel 2013, durante il convegno “Città digitale, logistica e collegamenti ferroviari – Innovazione e sviluppo per il rilancio di Alessandria, non è mancata la riflessione di Franco Ercolani, ingegnere alessandrino, esperto nazionale di logistica e già presidente di Slala: «L’errore, a mio avviso determinante, è stato quello di costituire una società per il retroporto a sola partecipazione pubblica ignorando la richiesta di un privato che aveva mostrato interesse. Si è ritenuto di non coinvolgere i detentori della merce che sono proprio quelli che della merce definiscono gli itinerari». Quei privati che invece non piacciono molto a Borioli visto che non ha mancato di criticare la loro presenza nella fondazione di oggi, guidata da Cesare Rossini, e giudicata evidentemente eccessiva. Ma se finora lo scalo ferroviario di Alessandria non è decollato, è perché molto semplicemente non interessa al mercato. Quello dei grandi operatori privati.

La prossima puntata vedrà protagonista Uirnet (soggetto attuatore unico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la realizzazione del sistema di gestione della logistica nazionale), società nazionale partecipata da Slala al cinque per cento. È uno degli asset di valorizzazione su cui punta la fondazione alessandrina in questa fase di progressiva espansione, testimoniata dalla costanti adesioni di enti pubblici piemontesi e liguri e di soggetti privati. Ovviamente alcuni dei progetti che sta curando, a cominciare da quelli ‘buffer’, non piacciono a Borioli e ad alcuni degli organizzatori dell’incontro pubblico.