Proseguono le trattative sul tavolo regionale in merito alle I.p.a.b. (Istituti pubblici di assistenza e beneficenza), confronto fortemente voluto dalla Funzione Pubblica CGIL di Alessandria, dato il consistente numero di istituti ancora presenti nella Provincia, una trentina, e una realtà significativa anche nelle risorse umane impiegate che conta oltre 200 addetti, e circa 1700 a livello regionale.
La Legge Regionale n. 12 del 02 Agosto 2017 sul riordino del sistema delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza prevede infatti le modalità e i criteri in cui le I.p.a.b. devono, il base al valore medio della produzione, trasformarsi in aziende pubbliche di servizi alla persona, fondazioni o associazioni di diritto privato, creando così, in particolare per i dipendenti di quest’ultime, poche garanzie contrattuali, giuridiche e molte incertezze per il futuro.
Il danno più considerevole comporta a questi lavoratori la perdita dello “status quo” di dipendenti pubblici, data la trasformazione degli istituti in associazioni o fondazioni di diritto privato, modificando così da pubblica a privata la loro personalità giuridica.
Ma come può un dipendente pubblico a seguito di una legge regionale ritrovarsi dalla sera alla mattina dipendente di un soggetto privato? O addirittura ritrovarsi socio lavoratore di una Cooperativa che già gestiste dei servizi per conto dell’ente?
E’ un’ingiustizia alla quale la Regione, tramite un confronto con le OO. SS. deve porre rimedio, deve trovare soluzioni.
Ed è per questo che il prossimo 14/03 p.v. la Funzione Pubblica CGIL unitamente alle altre sigle sindacali sarà nuovamente al tavolo regionale per cercare di dare una “priorità”, un diritto di precedenza al personale delle I.p.a.b. nelle procedure di mobilità avviate da tutte le pubbliche amministrazioni a livello regionale e di estendere almeno fino ai 36 mesi la tempistica che può permettere di realizzare questo progetto.
La Funzione Pubblica CGIL di Alessandria ha da sempre affermato che le I.p.a.b. debbano difendere la loro natura pubblica continuando ad offrire un servizio di qualità, investendo sul bisogno degli anziani e delle loro famiglie, senza sfruttare i lavoratori che con la “privatizzazione” degli enti non garantirebbe loro dal punto di vista contrattuale, normativo e contributivo gli stessi diritti di oggi;
Ma c’è ancora una speranza per questi lavoratori, che si sono conquistati tempo debito, attraverso concorsi e selezioni, un posto di lavoro pubblico e che nessuno, tantomeno una legge regionale, ha diritto di portargli via.
Per la Segreteria Funzione Pubblica CGIL
Francesca Voltan