Si è svolto lunedì mattina nella sede del Consiglio regionale a Torino, l’incontro chiesto da Cia con i rappresentanti politici riguardo il problema del contenimento della fauna selvatica.
Decine di agricoltori e sindaci hanno partecipato all’iniziativa che ha coinvolto le Cia di tutto il Piemonte; l’Alessandrino era rappresentato principalmente da cerealicoltori, corilicoltori, viticoltori, allevatori. Ad accompagnarli: il vicepresidente provinciale Massimo Ponta, il direttore provinciale Carlo Ricagni e il suo vice Giuseppe Botto, i direttori di area Paolo Viarenghi e Cinzia Cottali.
L’incontro è stato aperto dal presidente regionale Cia, casalese, Gabriele Carenini, che ha spiegato la mobilitazione del mondo agricolo che riguarda il nostro territorio e coinvolge, oltre gli interessi rurali, anche la sicurezza stradale e l’incolumità pubblica.
A seguire, gli interventi di alcuni agricoltori in rappresentanza di ciascuna provincia (Italo Danielli per la provincia di Alessandria), poi quelli di sindaci e rappresentanti delle Amministrazioni comunali, che hanno evidenziato quanto si tratti di una vera emergenza, la cui soluzione non è più rimandabile.
L’assessore Giorgio Ferrero ha ascoltato tutte le istanze e le testimonianze dei produttori, poi ha spiegato che il ruolo della Regione è frenato dai limiti imposti dalla normativa nazionale. Le specie presenti, che non sono autoctone nella loro origine, è ora fonte di gravi disagi e danni enormi. In Piemonte manca un aggiornamento della legge nazionale.
A fronte di questo, nelle sue conclusioni, il presidente nazionale Cia Dino Scanavino ha promesso l’impegno Cia nel riscrivere la legge 157/92 – Norme per la protezione della fauna selatica – e proporla, in tempi brevi, alla politica in sede nazionale a Roma.