Due vergini. La ballata di Maurito & Wanda [Lettera 32]

di Beppe Giuliano

 

C’è un disco del 1968 che quasi nessuno ascolta mai, chi ce l’ha lo possiede per collezione, tutti ma proprio tutti lo ritengono pessimo. Eppure lo aveva inciso uno che in quel momento era “più popolare di Gesù” come aveva detto un paio di anni prima, per ingenuità e per gusto della provocazione, peraltro scatenando un putiferio.

Il disco si chiama ‘Two Virgins’. Si tratta di musica sperimentale, registrata nella notte di maggio in cui per la prima volta fecero l’amore John Lennon e la sua nuova compagna giapponese, Yoko Ono.

A ottobre per la copertina del disco si fotografarono completamente nudi, e questo scatenò un altro putiferio anche perché gli altri Beatles non ne sapevano niente.

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Più avanti, nell’aprile del 1969, il giorno 14 per la precisione, i soli John e Paul entrarono in studio di registrazione con una canzone che avevano finito poche ore prima, e la registrarono.

La canzone si chiama ‘The Ballad Of John And Yoko’, “è una sorta di ballata da cantastorie, tutta costruita sulla cronaca del frettoloso matrimonio fra Lennon e Ono, avvenuto il 20 marzo precedente” si legge in ‘Il libro bianco dei Beatles’.

“Quel giorno Ringo era impegnato nelle riprese del film The Magic Christian, e George era in giro a cercar casa (l’acquisto di Friar Park avvenne quasi un anno dopo, nel gennaio del 1970). C’era, invece, Yoko Ono” si legge ancora.

Non una delle loro migliori, anzi, ma la si ricorda proprio per la modalità di registrazione (Paul ha suonato la batteria in poche canzoni dei quattro di Liverpool, molto più spesso invece da solista), mentre la presenza di Yoko è scontata, i due allora erano sempre insieme, sempre.

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Lo scioglimento di Lotta continua – scrive Enrico Deaglio, che ne aveva fatto parte – ha appassionato gli antropologi. Un caso strano che portò a dire: “Negli anni settanta solo due gruppi ebbero il coraggio di sciogliersi: i Beatles e Lotta continua”. E anche, con un po’ di risentimento: “È stato a causa di Yoko Ono che si sono sciolti i Beatles”.
(Le femministe forzarono lo scioglimento di Ellecì, in effetti).

In questi giorni si è molto discusso del ruolo della signora Wanda Nara nella “rottura” tra suo marito Mauro Icardi e l’Inter che lo ha privato della fascia di capitano comunicandolo sui social, cioè proprio lo strumento che la signora Wanda utilizza molto, e molto esplicitamente.

E il paragone con Yoko Ono è emerso più volte, addirittura portato da un grande giornalista e scrittore come Gabriele Romagnoli.

Ecco, io non sono d’accordo, le due non hanno quasi niente in comune, per me.

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Mauro Icardi è un ottimo calciatore, sia chiaro. Segna molti gol. In poco più di cinque anni oltre 100. Proprio come Bobo Vieri coi nerazzurri. Nessuno dei due all’Inter ha vinto un trofeo importante.

Quando Vieri se ne è andato, male, dalla squadra, nessuno ha pensato di ritirare la sua maglia numero 32. L’Inter ha ritirato la numero 3 in memoria di Giacinto Facchetti e la numero 4 per celebrare Javier Zanetti, entrambi per molti anni capitani della squadra, ricordati oltre che per le doti calcistiche per la straordinaria serietà.

Se Icardi lascerà l’Inter nessuno si sognerà di ritirare in suo onore la maglia numero 9. Se andrà via, sarà probabilmente per colpa dell’estemporaneità della moglie Wanda, che è anche la sua rappresentante, il “procuratore” come si dice con un’espressione che ormai fa pensare a quei mediatori che mentivano sulla dentatura delle bestie da piazzare al foro boario.

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Dicevo che trovo ben poco in comune tra Yoko e la signora Wanda e non è un giudizio da tifoso, visto che lo sono diventato da bambino sia dei Beatles sia dell’Inter.

Non è nemmeno un giudizio snob, resisto alla tentazione di confrontare l’artista avant-garde che conquistò John con la sua opera – la sapete la storia, vero? lui va all’inaugurazione della mostra di lei, sale su una scala per leggere una parola scritta in un buco nel soffitto e la parola è “yes” – all’argentina che è diventata “celebre” raccontando sui social gli exploit sessuali insieme al giovane centravanti.

Non è neanche una questione di ruolo: anche Yoko è sempre stata maestra nell’usare in modo spregiudicato la comunicazione e non solo in questo ha molto guidato John, basti dire che persino nel “lost weekend”, il periodo a metà degli anni settanta in cui si lasciarono, gli infilò nel letto la sua segretaria May Pang.

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Non esiste invece, in realtà, nessuna prova che i Beatles non si sarebbero lo stesso sciolti anche se John fosse rimasto infelicemente sposato con Cynthia. Peraltro, il più divertente racconto della fine del gruppo lo fa Nick Hornby: “John voleva stare in un sacco o non so cosa, e Paul voleva stare nella sua fattoria o che, ed è dura immaginarsi di portare avanti un rapporto quando si è così diversi, e uno dei due è in un sacco”, scrive in ‘Non buttiamoci giù’.

Le band si sciolgono, tutte, o cambiano musicisti (e peraltro, se posso scrivere una cosa crudele, proprio la morte di John ha impedito tristi reunion che, ne sono certo, avremmo vissuto, favorendo così la straordinaria mistica dei quattro). Le squadre di calcio sopravvivono alla perdita anche del calciatore più forte, e se sono ben gestite anzi ne traggono profitto.

Neanche voglio giudicare il loro rapporto, quella di John e Yoko la ricorderemo come una grande storia d’amore, mi auguro per loro che lo stesso valga per Maurito & Wanda.

Ciò detto, no, non basta il fatto che entrambe abbiano incassato una grande dose di odio dai “tifosi” per avvicinarle.

Tra l’altro, mi resta un dubbio: la signora Wanda lo saprà chi è Yoko Ono?