di Dario B. Caruso
A volte ci troviamo esattamente a metà di un percorso.
Magari stanchi e demoralizzati, privati di energie fisiche e mentali, indecisi sul da farsi.
Avanti o indietro?
Ascoltiamo consigli.
Alcuni ci istigheranno a ritirarci in buon ordine, retrocedendo e ripercorrendo in senso contrario la strada già percorsa con fatica, altri invece proveranno a instillare fiducia per portare a compimento il tragitto.
Nulla di più ulteriormente demotivante perché non esiste un consiglio corretto.
Ciascuno ha pensieri differenti, frutto delle proprie esperienze, delle personali vicissitudini e del proprio modo di affrontare le cose; i pensieri sono abiti che indossiamo e stanno bene solamente a noi stessi, raramente calzano a pennello addosso ad altri.
In sostanza dunque quando siamo in mezzo al guado dobbiamo sbrigarcela da soli.
Gli indiani oltrepassavano i fiumi per far disperdere le tracce ai cowboys, entravano in acqua a valle per risalire la corrente e ritrovare la sponda più a monte.
Mi piacerebbe avere quella stessa semplice lucidità.
Cavarmela come nel vecchio West quando ci si chiedeva: “…come avranno fatto?”
Oggi un argomento che somiglia ad un guado e fomenta il dibattito pubblico è la realizzazione della TAV.
Esistono le due direzioni, opposte e contrarie.
Chi propende di portare a termine, chi invece di tirare i remi in barca.
Se è vero che la vita è fatta di attraversamenti è giunto il momento di sentirsi cowboys; gli indiani ci confondono, stanno disperdendo le tracce con una lucidità che – ahi noi – riconosceremo solamente a posteriori.
La vita da sola è – di per sé – un attraversamento.
Dobbiamo cercare di scegliere da che parte stare, dalla parte dei cowboys oppure da quella degli indiani.
Vi prego non chiedetemi e non datemi consigli, ci sto ancora lavorando.
Sono ancora a metà del guado.