Oh! Macròn, oh! fransesòn

Oh! Macròn , oh! fransesòn, cala śù d’ån sis muròn!

Come, comment?

O ån-cul mån o åncun ei cü, basta che at cali śü!

 

Questa era stata raccontata in paese fin dai tempi dell’arrivo dei francesi al seguito di Napoleone, che, dicevano i racconti degli anziani dell’epoca, non si erano affatto comportati bene né a Castelceriolo né tanto meno a Spinetta, perché se a Majno della Spinetta erano girati i coglioni qualche buon motivo deve averlo avuto di sicuro.

Si raccontava infatti di una presunta offesa alla signora Majno, che era appunto Ferraris Cristina originaria di Castelceriolo, per opera di un ufficiale francese. ma anche un’altra versione diceva che il povero Giuseppe faceva il carrettiere e con il suo cavallo lavorava anche per conto terzi presso la cascina Poggi di Castelceriolo e quando i francesi, come erano soliti fare, gli confiscarono il cavallo, dicendo che ne avevano bisogno per sostituire quelli morti nella battaglia di Marengo, pare sia andato su tutte le furie, diventando un fuorilegge.

Giuseppe forse non era un mandrogno autentico perché altrimenti si sarebbe potuto adattare all’evenienza, magari barattando il suo ronzino vivo con una decina di quei ben pasciuti cavalloni morti sparsi nei campi lì attorno, dai quali avrebbe ricavato, se fosse stato di Mandrogne, ottimi salamini o la famosa ciapilaia di carne di cavallo, o ciapilòn come altrimenti si dice, con sovrabbondanza di aglio e spezie, orgoglio della cucina del territorio.

Dall’ultima volta che l’ho mangiata, purtroppo, sono passati degli anni, ma il suo gustoso profumo l’ho ancora nelle narici. Aspetto che qualcuno mi inviti a Mandrogne.

Beh, parlando di cose serie, adesso ci stiamo accapigliando con Macròn come fecero i nostri avi con quel fransesòn che aveva avuto l’ardire di salire sul muròn per assaggiare le nostre ottime more, senza l’assenso del padrone del gelso. Ricordo che la maturazione delle more avviene proprio a partire dalla prima metà di luglio, non tanto lontano della fatidica data del 14 giugno 1800, battaglia di Marengo!

Ho paura però che se continuiamo di questo passo, prima o dopo finiremo di farla fuori dal cesto, come si dice, e ci sporcheremo le scarpe e i pantaloni.

Un mio parente professore, che fu a suo tempo il primo sindaco di Alluvioni appena dopo la Liberazione, mi raccontava una bella filastrocca, a sfondo storico, che voglio riportarvi qui di seguito, a proposito dell’odio stupido verso i francesi, in parte ricambiato:

“ Con un colpo di pistola, prenderem Nizza e Savoia!

Poi con tre colpi di cannone prenderemo anche Tolone!

E imbracciando la mitraglia arriverem fino a Marsiglia,

ma se ci salta il mal di pancia, prenderem tutta la Francia!”

Lui aveva avuto l’ingrato compito di aggredire il fronte francese in quella che fu ricordata come la “pugnalata alla schiena” ordinata dal Duce.

Abbiamo però visto come è poi andata a finire.

Meglio se la prendiamo sul ridere con il “Franseson calà śü da cul muròn, magari solo a pé-ån-tei cü, senza fucili e cannonate“. O no?

 

Luigi Timo – Castelceriolo