di Enrico Sozzetti
L’idea di una discarica ‘sostenibile’ non è nuova. A Cairo Montenotte esiste già. È stata aperta nel 2008, senza la presenza di impianti di trattamento o trasformazione. “L’unica attività svolta consiste nel riempire gli spazi disponibili, con rifiuti, selezionati nei luoghi di produzione esterni all’impianto, valutati idonei in conformità alle normative e al modello di gestione adottato. Mano a mano che gli spazi vengono colmati si procede alla sistemazione finale dell’area con terreno vegetale, al rinverdimento, alla piantumazione e infine alla realizzazione di aree verdi attrezzate. Quando la discarica sarà esaurita, in un’ottica di continua valorizzazione delle risorse l’area diventerà un parco, con intorno cascine ristrutturate e abitate” spiega Massimo Vaccari (nella foto sotto), presidente de La Filippa (la società prende il nome da una storica cascina della zona) e amministratore unico della società La Filippa 2.0 Srl, costituita per realizzare una innovativa discarica ‘sostenibile’ in provincia di Alessandria, in località cascina Pitocca, fra i Comuni di Frugarolo e Casal Cermelli, che nelle intenzioni dell’imprenditore rappresenta l’evoluzione di quella di Cairo Montenotte dove La Filippa è il risultato di un processo di diversificazione e innovazione che i fratelli Massimo e Carlo Vaccari, hanno intrapreso, nel corso di una storia d’impresa che inizia alla fine del 1800 a Valenza e prosegue a Cairo Montenotte, dove per oltre cinquant’anni la famiglia Vaccari (è alla quarta generazione) ha prodotto laterizi e sistemi per l’edilizia. Poi arriva la svolta con la discarica sostenibile che punta “a ridurre al minimo gli impatti e restituire il sito in equilibrio con l’ambiente nel più breve tempo possibile”.
La discarica sostenibile è “a basso e breve impatto ambientale” si legge sulle relazioni che accompagnano il progetto. I rifiuti conferibili sono costituiti “da rifiuti non pericolosi, derivanti dalle attività di riutilizzo, riciclo, recupero e gestione dei rifiuti prodotti dal sistema dell’economia circolare a servizio della comunità civile”. Sono totalmente esclusi quelli urbani o provenienti da impianti di trattamento di rifiuti industriali. Nella documentazione della società si parla di “scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone; parte di rifiuti urbani e simili non destinata al compost; rifiuti solidi prodotti da processi di filtrazione e vaglio primari; fanghi prodotti dai processi di chiarificazione delle acque; fanghi prodotti da processi di decarbonatazione; minerali (per esempio, sabbia, rocce); altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico di rifiuti; terra e rocce”.
L’unico percolato presente, vista la natura dei rifiuti, sarà quello delle acque piovane, subito estratte. La superficie interessata dal progetto di sistemazione (sono stati i proprietari ha contattare La Filippa in quanto volevano mettere sul mercato tutta l’area) è complessivamente pari a 345.800 metri quadrati, di cui 12.000 saranno allestiti ad area servizi per la discarica, mentre 231.500 metri quadrati ospiteranno il bacino della discarica di rifiuti non pericolosi. Nell’area di intervento è inoltre ricompresa la discarica di inerti e assimilabili agli inerti che copre una superficie di 32.000 metri quadrati. Infine, i numeri economici. La società prevede investimenti complessivi per 24.700.000 euro, investimenti annuali per circa 2.500.000 (la ricaduta è destinata a rimanere sul territorio per il settanta per cento), una occupazione diretta di una ventina di persone. Il gettito a favore degli enti locali è stimato in 1.200.000 di euro all’anno.
Massimo Vaccari è totalmente aperto al dialogo e al confronto. Tutta la documentazione relativa al progetto e il format per inviare domande e chiedere chiarimenti online, sono a disposizione sul sito dedicato https://lafilippa2.it/, che è stato appositamente creato. “Noi vogliamo parlare con tutti, siamo pronti a organizzare incontri con un numero ristretto di persone per volta così da poter avere una relazione diretta e rispondere in modo preciso” aggiunge. E proprio per prendere il tempo sufficiente per chiarire ogni dettaglio, ha presentato alla Provincia di Alessandria una istanza per chiedere la sospensiva temporanea dell’esame del progetto, presentato poco prima di Natale: “Non ho fretta. L’importante è fare comprendere bene la natura del progetto”. L’idea alla base delle discariche ‘sostenibili’ è quella di “pensare e riprogettare cose che esistono già”. L’impianto alessandrino (come quello di Cairo Montenotte è ispirato al principio dell’economia circolare) intende smaltire nell’arco di otto anni le frazioni di rifiuto che non si possono riciclare. Una volta ottenute tutte le autorizzazioni sarà necessario meno di un anno per fare partire le attività. Il primo intervento prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico e della casa del custode (anch’essa totalmente all’insegna della sostenibilità). E alla fine degli otto anni verrà restituito alla collettività un parco green con un valore aggiunto di potenziale attrattivo turistico. All’ingresso verranno collocate tavole esplicative per raccontare ai visitatori “cosa c’è, cosa è arrivato e come è stato gestito”.
Per Massimo Vaccari, l’ambiente è la priorità. E se a Cairo Montenotte, sull’area della discarica, vengono organizzati spettacoli e concerti, fra Casal Cermelli e Frugarolo nascerà Minipò, una pista ciclabile e pedonale lunga circa 1.300 metri che avrà la forma del percorso del fiume Po e si snoderà nel parco tra fiori e piante. È prevista anche l’installazione di una serie di giochi per bambini. E poi “a una manciata di chilometri passerà la pista ciclabile del progetto ‘Vento’. Un’altra opportunità turistica da valorizzare”. Vaccari guarda con interesse al progetto di dorsale cicloturistica che corre per oltre 700 chilometri fra Torino e Venezia lungo gli argini del fiume Po. ‘Vento’ non è soltanto un’infrastruttura ciclabile, ma innanzitutto un “progetto di territorio perché il cicloturismo non nasce per caso. Non basta una bici in un posto turistico. Il cicloturismo è un progetto che coinvolge un territorio ampio con l’obiettivo di rigenerarlo attivando recuperi, occupazione, identità, dignità, socialità e urbanità”. Per informazioni sul progetto http://www.progetto.vento.polimi.it