di Ettore Grassano
Numeri da record nelle prime settimane di gennaio (120 mila clienti solo nel week end inaugurale dei saldi, ad oggi sfiorati i 500 mila), e progetti innovativi per il 2019, assolutamente top secret: “ma solo ancora per qualche mese: poi faremo un annuncio di quelli col botto”. Stefano Vaccaro è alla guida del Designer Outlet di Serravalle Scrivia dallo scorso settembre, e sa di doversi confrontare con un’eredità ingombrante (importante e stimolante) come quella di Daniela Bricola, che alla città della moda e del lusso targata McArthurGlen ha dato certamente una forte ‘impronta’: “Ci ha consegnato una realtà di eccellenza, in costante movimento, e dove la sinergia con il territorio, nelle sue diverse declinazioni, è davvero forte. Ma chi si ferma è perduto: mai come oggi il commercio necessita di innovazione continua: e stiamo lavorando in questa direzione”. Proviamo a capire come, e quali sono le prospettive di ulteriore crescita di un ‘polo attrattivo’ che nel 2018 ha accolto circa 6 milioni di visitatori/clienti, e che dà lavoro, tra occupati diretti e ‘indotto’, a circa 2.500 persone: come a dire il principale ‘polmone occupazionale’ del basso Piemonte.
Direttore Vaccaro, un 2019 con il piede ‘schiacciato’ sull’acceleratore?
Un’ottima partenza, su questo non ci sono dubbi. I saldi sono sempre una bella ‘cartina di tornasole’, e se il buongiorno si vede dal mattino, non possiamo che essere ottimisti. Ma oggi, più che mai, occorre essere reattivi mese per mese, settimana per settimana. Ed è quello che abbiamo in mente di fare…
Un identikit aggiornato dell’Outlet di Serravalle?
240 negozi, con i principali brand mondiali dell’abbigliamento, ma anche primari marchi nazionali e del territorio. Circa 6 milioni di visitatori nel 2018, la metà dei quali stranieri (che però per fatturato incidono ancora maggiormente, ndr). Oltre 2.500 persone occupate, se consideriamo sia i dipendenti diretti delle diverse realtà che qui operano, sia l’indotto….
Una vera e propria ‘macchina da guerra’: il lusso quindi continua a ‘tirare’, nonostante la crisi…
Il segreto credo stia nella capacità di proporre un’offerta davvero articolata, e per tutte le tasche. E poi c’è il fatto che l’Outlet di Serravalle, aperto nel 2000, oggi si propone non più solo come luogo dello shopping per l’abbigliamento (che pure rimane il nostro core business), ma come luogo di accoglienza a tutto tondo. A partire dal food and beverage, dove offriamo davvero molto. E non è finita, perché nel corso di quest’anno ci saranno parecchie novità…
Compreso un rapporto sempre più stretto con il territorio?
Assolutamente sì: in forte sinergia, non in concorrenza. Questo credo che ormai sia chiaro a tutti, tanto che iniziative come Dolci Terre e thinkserravalle mostrano come accoglienza e turismo possano trovare nel Designer Outlet di Serravalle Scrivia un alleato prezioso, e naturalmente viceversa. Solo facendo davvero squadra oggi si riesce a mettere in campo quel ‘valore aggiunto’ che fa la differenza, e rende davvero attrattivi.
Parliamo degli stranieri direttore: da dove arrivano principalmente?
Da diverse parti del mondo, quasi tutte direi. Sempre rilevante la presenza di cinesi, anche se la vera novità sono i clienti provenienti dal sud est asiatico, e da paesi che stanno vivendo un forte ciclo ‘espansivo’, come Thailandia, Indonesia, Malesia. Rilevante il ‘peso’ di cittadini Ue, e anche dei russi, nonostante le difficoltà del rublo. In crescita americani e canadesi. Ma attenzione: se è vero che all’Outlet si parlano tutte le lingue del pianeta, grazie soprattutto alla vicinanza con Milano, ‘finestra’ italiana sul mondo, non dimentichiamoci che il 25% dei nostri visitatori italiani arriva dalla Liguria, e il 23% dalla provincia di Alessandria!
L’Outlet per l’Alessandrino è anche sinonimo di occupazione, Direttore: come si fa a venire a lavorare qui?
Le selezioni del personale sono sempre aperte, soprattutto per professionalità dotate di dinamismo e duttilità. Per quanto riguarda McArthurGlen, ad occuparsi di tutto l’iter è la nostra sede di Roma, mentre naturalmente ogni marchio presente all’interno dell’Outlet ha propri criteri e canali. In generale comunque è fondamentale la conoscenza dell’inglese, e gradita quella di altre lingue straniere. La laurea non sempre è obbligatoria, ma certamente rappresenta un valore aggiunto. In questo settore le possibilità di carriera rapida, per chi ha flessibilità e capacità di adattarsi al contesto, sono notevoli. Del resto lo store manager di un negozio da 2 o 3 milioni di euro di fatturato è, a tutti gli effetti, il capo di un’azienda. Un’esperienza davvero formativa.
A proposito di formazione, Direttore: che rapporti avete con istituti superiori e università, locali e non?
Molto proficui: mi riferisco alla Bocconi di Milano, ma anche all’Università del Piemonte Orientale, il cui master per manager dell’accoglienza turistica rappresenta un’esperienza innovativa, e da valorizzare. Significativo è anche il dialogo che esiste con diversi istituti di scuola superiore dell’alessandrino.
E con i sindacati? Dopo una fase ‘calda, un paio d’anni fa, il 2018 è andato via ‘liscio’: e ora?
Su questo fronte chi mi ha preceduto ha svolto un eccellente lavoro di dialogo e mediazione, per il quale ringraziamo molto anche la Prefettura. Quest’anno a Natale e a Capodanno siamo stati chiusi, andando incontro alle esigenze dei lavoratori. Ma entro febbraio il mio obiettivo è sedermi al tavolo con i sindacati, per dialogare in maniera costruttiva partendo da una piattaforma complessiva, che è già stata proficuamente elaborata.
Lei dottor Vaccaro come è arrivato alla McArthurGlen?
Dopo un’esperienza di 7 anni in una grande azienda francese. Ho lavorato quasi due anni proprio qui a Serravalle, come retail manager. Quindi tre anni come direttore a Marcianise, in provincia di Caserta. Un’esperienza bella, ricca e formativa.
Chiudiamo con un aneddoto Direttore: davvero lei è stato arbitro di calcio?
(ride divertito, ndr) Certo, e prima ancora portiere in prima categoria lombarda. Quando mi infortunai, mi iscrissi al corso per arbitri, più che altro per accompagnare mio fratello. Poi lui ha mollato, mentre io mi sono appassionato, e ho fatto l’arbitro per diversi anni, in serie D. Da queste parti ho arbitrato il Derthona al Fausto Coppi, e sono stato anche al Moccagatta in serie C con i Grigi, come guardalinee. Qualche anno fa ho smesso, ma conservando più di qualche amicizia nel settore. Cito volentieri l’ex arbitro alessandrino Emiliano Gallione, che oggi è un importante dirigente sportivo.