Con soddisfazione ho appreso la notizia dell’inaugurazione dei 20 posti CAVS di continuità assistenziale presso la Rsa pubblica «Monsignor Capra» di via Alessandria. Come sottolineato dalla stampa infatti, per il via libera è stato necessario – cito testualmente – un lungo lavoro di tessitura di sindaci e Asl.
Un lungo lavoro di tessitura a cui ho personalmente preso parte, sia attraverso le competenze legate al mio ruolo di Consigliere regionale con Atti in Consiglio regionale (il primo è datato ottobre 2017…), sia ai tavoli territoriali con i soggetti interessati.
I 20 posti serviranno ad accogliere tutti i pazienti che, dimessi dall’ospedale dopo un ricovero per una fase acuta, non sono in grado di tornare subito a casa ma necessitano ancora di un periodo di recupero o riabilitazione, oppure persone che non hanno modo di essere assistite a dovere a casa perché sole o con una famiglia che non può farsene carico.
I Cavs sono una delle modalità con cui la Regione Piemonte negli ultimi anni ha inteso trasformare la sanità piemontese, salvata dal fallimento e restituita ai cittadini attraverso il potenziamento dei servizi ai pazienti, quei servizi che rispondono davvero alle loro necessità pratiche.
Acquese e Ovadese pertanto, zone la cui percentuale di anziani è molto alta, beneficeranno a pieno di questi servizi, i pazienti e i loro famigliari saranno più costretti ad affrontare viaggi nei vicini comuni più grandi e nelle Regioni vicine.
Avrei volentieri partecipato all’inaugurazione di un progetto così importante, costruito sul mio territorio e a cui ho lavorato molto. Purtroppo però ho appreso del taglio del nastro dai giornali; con tutta franchezza ritengo che un risultato così prezioso per la popolazione messo a disposizione dalla Regione in ambito sanitario avrebbe meritato una migliore pubblicizzazione verso tutti gli attori istituzionali coinvolti e non solo del Comune di Acqui.