di Enrico Sozzetti
Le buone idee a volte non mancano. Ma è il passare dalle parole ai fatti che resta il problema maggiore. Certo, in alcuni casi i passi in avanti ci sono stati. Ma sono troppo sporadici e sempre in assenza di una visione globale di sviluppo. Alessandria si affaccia sul 2019 con qualche elemento di concretezza in più, è vero, ma sarà in grado di fare squadra su due o tre fronti strategici? La scommessa è tutta qui. E corre sui binari. Perché è sulla strategicità del sistema di trasporto che il capoluogo deve, appunto, scommettere.
Ci sono troppi passaggi a livello che creano quotidiani colli di bottiglia al traffico stradale? Finalmente un primo atto è arrivato. È quello contenuto nella determinazione di Gianpiero Cerutti, direttore del settore Lavori pubblici, infrastrutture, Mobilità e Disability Manager del Comune di Alessandria, con il quale è stato assegnato alla Geoengineering Srl di Torino l’incarico per “i lavori e le opere finalizzate all’adeguamento viabile del rione cristo della frazione Cabanette e Cantalupo a ridosso delle linee ferroviarie Alessandria – Cantalupo e Alessandria Ovada” in relazione alla soppressione dei passaggi a livello “a seguito di realizzazione nuovi sottopassi”. L’incarico vale 47.580 euro e prevede la “redazione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica inerente il miglioramento del sistema viabile del Rione Cristo e delle frazioni Cabanette e Cantalupo, a ridosso delle linee ferroviarie Alessandria Cantalupo e Alessandria Ovada; gli interventi consistono nella soppressione di passaggi a livello in seguito alla realizzazione di nuovi sottopassi. L’incarico – si legge sulla determinazione dirigenziale – prevede la stesura degli elaborati documentali e grafici relativi alle attività in oggetto, da porsi alla base di successivi approfondimenti progettuali propedeutici alla realizzazione delle opere”. I passaggi a livello sono quelli di via Moisa, via Casal Cermelli e quello automatico con semibarriere sulla strada provinciale 244 quasi all’altezza della ‘Fabbrica del Sapone’ di Cantalupo. Tempi? Circa sei mesi per gli elaborati definitivi. Ovviamente si parla di anni per le opere. Ma almeno è un inizio.
Poi ci sono i due milioni per un nuovo centro merci di Alessandria Smistamento, da realizzare su un’area di duecentomila metri quadrati. Notizia positiva, quella delle risorse, arrivata con il via libera del maxi emendamento alla Legge di bilancio. Però non bisogna dimenticare che sull’area (lo scalo merci si sviluppa complessivamente su un milione di metri quadrati) pesano problemi irrisolti come quello della bonifica (amianto, ordigni inesplosi, materiali accumulati in decenni di attività) e il collegamento con la rete stradale. Alcune idee sul da farsi ci sono, ma per ora sono solo idee.
Un discorso a parte merita il patto sui collegamenti ferroviari con l’ordine del giorno, approvato a Palazzo Rosso, su cui si sono compattate Alessandria e Asti (con i rispettivi Comuni e Province). Il documento rilancia “le esigenze astigiane e alessandrine per favorire la mobilità ferroviaria” e richiama la necessità di assicurare “adeguati collegamenti a lunga percorrenza sulla dorsale tirrenica per Roma e su quella adriatica”. Il testo verrà inviato al Gruppo Ferrovie dello Stato, alla Regione Piemonte e al ministero dei Trasporti.
Molto positiva la ritrovata compattezza fra Alessandria e Asti, un po’ meno invece la confusione alessandrina rispetto ai destinatari di altre recenti iniziative. Per richiedere collegamenti migliori e più veloci, soprattutto verso Milano, non bastano una raccolta di firme, una ondata di post su Facebook, la diffusione periodica di comunicati stampa. Bisogna andare a parlare, in modo autorevole e competente, con chi i treni li fa viaggiare: Trenitalia, Trenord, Regione Lombardia, Regione Piemonte. Piaccia o meno, in Italia il sistema del trasporto locale funziona così, con amministrazioni regionali che appaltano il servizio e delle gare in cui, chissà come mai, vince quasi sempre Trenitalia. Che sia il cuore del business, per il Gruppo Fs, notoriamente peraltro non è vero perché gli utili si fanno solo con l’alta velocità, però va sempre a finire così.
Insomma, vanno bene alcuni passi in avanti. Ma il cambio di passo, quello vero, deve ancora arrivare. Basta che almeno arrivi. Perché, va ricordato, nell’arco di quasi vent’anni Alessandria avrebbe dovuto ospitare il retroporto di Genova, uno smistamento intermodale, una piattaforma logistica retroportuale all’interno dello smistamento ferroviario, oltre all’area D8 e Logistic City a San Michele, la Pla (piattaforma logistica integrata) tra Cantalupo e Casalbagliano e la ‘Città della tecnologia e della scienza’. Come sia andata finora, è storia.