di Graziella Zaccone Languzzi
1) La notizia: “I pensionati tornano in piazza “non siamo il bancomat del governo”. Bene! Bravi! Ma utilizzando il modo di dire “pane al pane e vino al vino”, chiedo ai sindacati tutti: Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil durante il Governo Monti, regno creato da “re” Napolitano&soci e dai poteri forti europei ed internazionali (che hanno depredato ogni diritto ai pensionati e lavoratori) quale è stata la vostra forza in campo per evitare tanta sofferenza e depredazione? Non ci sono scusanti da parte vostra per quel periodo e per aver avallato quasi silenti la legge Fornero, e ora fate la voce grossa?. Ormai “i buoi sono usciti dalla stalla” da troppo tempo. Pensioni ferme, come gli stipendi di chi lavora, al contrario del costo della vita che sale inesorabilmente da anni. Cari sindacati, siete utili certamente per farci le dichiarazioni dei redditi, per il servizio dei patronati, ma per il resto da anni ci avete abbandonato e negli anni i vostri ex capi nazionali uno ad uno si sono regalati poltrone da parlamentari, cariche di potere e privilegi per pochi sulle spalle di tutti noi. Avete lasciato fare per anni a questi “signori” che hanno s-governato il paese riducendolo allo stato attuale e ‘piegato’ la schiena al popolo lavoratore, oggi ridotto a pagare tasse dirette ed indirette per non aver più nulla in cambio. A partire dall’aver permesso la cancellazione della scala mobile sono state sette le riforme in 25 anni, più vari ritocchi minori qua e là, una ogni poco più di tre anni in media, e oggi non è ancora finita. Tanto per ricordare: 1992 Riforma Amato 1995 Riforma Dini – 1997 Riforma Prodi – 2001 Riforma Berlusconi – 2004 Riforma Maroni – 2007 Riforma Damiano – 2011 Riforma Fornero. Proprio da uno studio di casa Spi-CGIL, nel 2015 (governo Renzi) si lanciava un allarme chiedendo di rimettere le mani alla Legge Fornero, denunciando una vera e propria ‘tagliola’ sulle pensioni degli italiani. Con il blocco della rivalutazione degli assegni sono stati sottratti a 5,5 milioni di pensionati 9,7 miliardi di euro, pari ad una perdita media di quasi 1.800 euro a testa. Si legge dal “Corriere della Sera” del 28/05/2015-pag.41: “Senza scatti d’inflazione pensioni giù di 1.800 euro in 4 anni”.
In conclusione: bene la protesta locale, ma che sia forte anche da parte dei vostri capi nazionali e che tornino ad essere il vero difensore di pensionati e lavoratori, senza pensare soltanto ad una ‘calda poltrona’ per il futuro oltre il sindacato.
Voto: 2
2) Trasporti: Consorzio Agenzia della Mobilità Piemontese. Nel mese di dicembre molti gli articoli su diversi organi di stampa locali, hanno trattato lo stato di isolamento in cui versa la nostra città e provincia. Anche i Comuni e le Province di Alessandria e Asti stanno approntando un documento per far fronte comune su questo settore. Faccio il sunto di una frase tratta da un recente comunicato del consigliere regionale Walter Ottria, che calza a pennello rispetto a ciò che andrò a chiedere: “La rete ferroviaria che gravita attorno al basso Piemonte è a dir poco carente, e la sensazione di isolamento non si può negare: tutto il contrario di ciò che serve ai lavoratori, agli studenti e al tessuto produttivo di tutto Asti, Alessandria e del nord-ovest d’Italia in generale. Mancano i collegamenti ferroviari diretti con Torino, Milano, Bologna e Genova, con l’obiettivo di raggiungere agevolmente da Alessandria il resto d’Italia attraverso i collegamenti veloci dei Frecciarossa”.
Ed ecco la domanda: nell’adunanza del 15/04/2016 e con il Verbale n-1/2016, viene conferito l’incarico di Presidente rappresentante per il bacino sud-est dell’Agenzia della Mobilità Piemontese ad un politico del nostro territorio, Paolo Filippi che risulta pure essere Vicepresidente dell’Agenzia.
Nell’occasione si legge che l’Assessore regionale Balocco si è complimentato per la scelta di tale figura di alta competenza. Siamo ad aprile 2016 e fra quattro mesi tale incarico compirà tre anni. Mi chiedo: come mai Alessandria e la sua provincia è dichiaratamente isolata dall’opportunità di avere un servizio completo di trasporto pubblico come Dio comanda nonostante una tal figura di alta competenza? Per far capire gli umori su tale scelta, altro articolo del tempo dell’incarico: “Glorie nostrane. Filippi sale a bordo della linea Rossa”. Ognuno tragga le conclusioni che crede.
Voto: 2
3) Leggo “Il venerdì” di Repubblica del 21 dicembre 2018, e a pag.98 un argomento interessante dal titolo: “Un museo dolcissimo”. Non si tratta di archeologia dolciaria ma dell’ex zuccherificio Eridania di Ravenna. Con una maxi operazione di rigenerazione, Ravenna ha fatto rinascere il vecchio zuccherificio insieme all’immenso parco circostante. Gli spazi nell’ex relitto industriale sono diventati museo del territorio. La realizzazione e la gestione del nuovo museo sono stati affidati alla Fondazione Ravenna Antica, di cui sono soci fondatori il Comune, la Provincia, l’Università degli studi di Bologna, l’Arcidiocesi di Ravenna e Cervia, e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna che opera in accordo con Il Mibac. L’investimento è stato di circa 22 milioni di euro per la realizzazione del progetto, contando su risorse messe sul piatto dall’Ue (3,1 milioni), dallo Stato (8,4 milioni), dal Comune (3 milioni), dalla Regione (730mila euro) e dalla locale Fondazione Cassa di Risparmio (6,7 milioni). Questa notizia mi fa pensare alla nostra città, dove tutto è fermo da decenni. La Fortezza Cittadella, la Caserma Valfrè, l’ex Ospedale militare, il palazzo municipale: mentre il castello di Casalbagliano ce lo siamo già perso. Al contrario tanti soldi spesi per il castello museale di Marengo, con zero rendita per incapacità da anni di riuscire ad attirare turisti. L’area dell’ex zuccherificio di Spinetta e le sue imponenti “vestigia” di ex struttura industriale dismessa sono un’indecenza. Pessimo biglietto da visita per chiunque arrivi in città.
Alessandria è sempre e solo un fanalino di coda nei confronti di molte città, per inerzia, per mancanza di coraggio nell’agire, fare e pensare grande. Tale spazio (di proprietà di privati, tra cui una grande cooperativa rossa in fallimento, pare) ha interessato anche una laureanda. Cito la tesi di laurea: “Corso di Laurea Magistrale in Architettura Tesi meritevoli di pubblicazione Area ex-zuccherificio Frainpont ad Alessandria: progettazione di un complesso fieristico, laboratori artigianali e spazio espositivo di Chiara Mirabello Relatore: Costantino Patestos – Politecnico di Torino II Facoltà di Architettura”. Da troppo tempo in questa città si vivacchia? A quando un “incantesimo” che la liberi dalle ganasce che la frenano?
Voto: 3