Si è concluso un anno dove le parole più gettonate sono state insicurezza, paura, reddito di cittadinanza e a seguire Salvini e Di Maio. Nel frattempo un italiano su tre spera in una rivoluzione e questa voglia è la fotografia comunque di uno stato d’animo di un popolo italiano sempre più inquieto. Questo perché sono stati illusi e traditi. Illusi da chi quella rivoluzione l’aveva promessa senza arrivare a nulla che non fosse la conservazione dello stato attuale di cose. Forse per questo la domanda di rivoluzione resta immutata!!
Fisco e in-giustizia: stanno mettendo al tappeto molte imprese italiane e nel Paese sta crescendo un disagio misto a rabbia. Non è rivoluzionario suicidarsi, ma lo Stato dovrebbe alzare le antenne se non vuole che prima o poi il suicidio evolva in atto kamikaze o se il colpo di pistola alla tempia di un artigiano si trasformi in qualcosa di più inquietante. Non dico affatto che siamo vicini ad una guerra civile, però sarebbe folle, questo sì, alzare le spalle sperando che la soluzione caschi dal cielo.
La voglia di rivoluzione che anima il Paese può ancora significare voglia di cambiamento radicale. Certo, l’arroganza di questo governo non aiuta. Né aiutano le manfrine di chi lo sostiene.
Se chi rappresenta lo Stato pretende il rispetto dai cittadini, è bene che lo Stato sia leale con i cittadini. Questa manovra non deve essere una marchetta elettorale anche perché non aiuta di certo a far quadrare i conti, anzi li peggiora: le tasse si pagano per ricevere in cambio servizi pubblici almeno sufficienti e questo purtroppo è da troppo tempo un’utopia.
L’anno che verrà sarà un anno di lacrime e sangue per gli italiani, per i lavoratori, i pensionati e le imprese e anche per quelli che hanno malauguratamente sostenuto il governo giallo/verde e che speravano in un cambiamento. L’unica cosa che non c’è più è il rispetto della DEMOCRAZIA.
Ma una cosa in conclusione permettetemi di dirla: questo paese ha bisogno di ritrovare una propria identità su cui ricostruire nuove fondamenta in grado di dare una speranza ma soprattutto un lavoro e un futuro a quei tanti italiani che ne hanno dimenticato il significato. Il 2019 si apre tra paure, incertezze, insicurezze e tutto ciò non potrà che portare il popolo a scendere in piazza a manifestare contro chi continua a ledere la Dignità e il Rispetto con politiche populiste e razziste che non hanno nulla a che vedere con la storia del popolo Italiano.
Vincenzo Costantino – Alessandria