di Ettore Grassano
“I saldi che stanno per partire (sabato 5 gennaio, ndr) sono importanti, ben vengano per trainare le vendite ad inizio anno. Ma ormai le svendite in certi contesti ci sono sempre, lo sappiamo bene: alla nostra città, e provincia, serve altro. Dobbiamo fare sistema, mettere in campo un progetto di rilancio in cui il commercio sarà un asset importante, ma non l’unico”. Vittorio Ferrari non ha bisogno di presentazioni, ad Alessandria e neppure oltre i ponti di Tanaro e Bormida: da generazioni l’attività della sua famiglia è sinonimo di abbigliamento di qualità, e da presidente Ascom, affiancato dal direttore della struttura Alice Pedrazzi, sta affrontando da combattente la battaglia per il futuro: “Non si tratta di organizzare un bell’evento fine a se stesso, o di azzeccare una singola campagna di vendita. Qui dobbiamo, tutti insieme, decidere quale città e quale mondo vogliamo costruire: per i nostri figli, ma anche per noi nei prossimi anni e decenni”. Proviamo allora a capire come, e a chi precisamente si rivolgono i vertici Ascom con quel ‘tutti insieme’.
Presidente Ferrari, cosa vi aspettate da questo 2019?
Non dobbiamo aspettarci nulla, in termini di regali o casualità intendo: lavoriamo per costruire, da tempo. E speriamo sia un anno all’insegna della progettualità, e della condivisione.
Mano tesa alla politica dunque, e alle altre associazioni di categoria?
Con le altre associazioni, a partire da Confesercenti, la collaborazione è forte e concreta, da tempo. L’obiettivo è pianificare un percorso integrato di proposte, eventi, iniziative, che siano in grado di attrarre ad Alessandria persone in maniera non occasionale. Ossia chi viene qui per un’iniziativa deve rimanere favorevolmente colpito dal contesto, e diventare un affezionato frequentatore della nostra città. Per questo parlo di progetto da condividere, e di ruolo fondamentale della politica, ai vari livelli…
A partire da Palazzo Rosso: lì le cose come vanno?
L’assessore al Commercio (ma anche al Turismo: legame fondamentale, ndr) Mattia Roggero sta lavorando con grande impegno, che tutti riconoscono e apprezzano. Peraltro prima di lui la delega al Commercio l’aveva Riccardo Molinari, oggi capogruppo della Lega alla Camera. Quando era assessore abbiamo collaborato strettamente. Oggi occupa un ruolo che per Alessandria può e deve rappresentare molto. Siamo in contatto, e sappiamo che il commercio non ho scordato, anzi. Attendiamo positivi segnali anche sul fronte romano insomma….
Cosa può fare davvero la politica: quella con la P maiuscola, che fa le leggi e decide…
(sorride, ndr) La politica non può decidere, per legge, che le persone devono comprare nei centri cittadini anziché altrove. Però può, questo sì, creare le condizioni per una valorizzazione e rilancio dei centri storici. Parliamoci chiaro: tutto dipende dal modello non solo commerciale, ma sociale ed economico, che vogliamo adottare per i prossimi decenni. Da sempre il commercio cittadino, le botteghe, rappresentano non solo economia, ma anche socialità, sicurezza, qualità di vita di un territorio. Il modello della città dormitorio, pressoché svuotato di attività commerciali di rilievo, è inquietante, e sarebbe un impoverimento per tutta la società, non solo per i commercianti.
La strada è alzare l’asticella della qualità di prodotti e servizi?
Non solo, non basterebbe. Non tutti hanno risorse ampie da spendere, specie oggi. Servono negozi per tutte le tasche: è così da sempre. Semmai occorre che il centro di una città sia bello, pulito, accogliente. Facilmente raggiungibile e frequentabile, con un sistema di parcheggi e di navette che consentano spostamenti rapidi. E ovviamente a quel punto, con un contenitore di quel tipo a disposizione, dentro devi metterci l’offerta giusta. In termini di attività, negozi, eventi.
A chi tocca il coordinamento?
Le associazioni del settore devono svolgere pienamente e concretamente il proprio ruolo, e sapersi confrontare con i propri iscritti: e siamo pronti a farlo. Così come rilevante può e deve essere il ruolo di altre realtà, a partire dalla Camera di Commercio, e dalle Fondazioni bancarie del territorio, da sempre protagoniste sul fronte del sostegno concreto, ma anche della progettualità. Però certamente il coordinamento spetta alle amministrazioni locali, ai comuni, a partire dal capoluogo. Chi, se non il comune, ha la sensibilità e gli strumenti per prendere determinate decisioni, e per mettere tutti i soggetti attorno ad un tavolo, per fare squadra? Ripeto: noi ci siamo, e faremo appieno la nostra parte.
Commercio e turismo: un binomio sempre più forte? I dati per l’alessandrino sembrano incoraggianti…
Lo sono: l’alessandrino ha forti potenzialità turistiche, e mi riferisco anche al capoluogo, non solo alle aree collinari, pur splendide. E’ positiva, ad esempio, la ‘spinta’ in corso ad Alessandria verso una valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale: che c’è, e va fatto emergere. Un’Alessandria culturalmente attrattiva diventa un traino anche per il commercio: e con il nostro brand Aperto per cultura (che piace a tal punto da essere esportato in diverse altre realtà, da Casale Monferrato a Siracusa, ndr) in questi anni abbiamo proprio cercato di interpretare questa esigenza, questa direttrice.
L’ottica però è ormai quella dell’area vasta…
Certamente sì: non ha più senso guardare solo al proprio ombelico, e ragionare come se Alessandria fosse avulsa da quel che c’è attorno. Dobbiamo saper guardare ad un territorio ampio, che non è neanche solo quello della nostra provincia, ma tutto il brand Monferrato, anche astigiano. Da questo punto di vista anche l’ormai imminente operatività di un’unica Camera di Commercio, Alessandria Asti, credo potrà dare nuovo impulso, e coordinamento. Penso però ad una dimensione molto più vasta di quella attuale, ad orizzonti ampi. Confcommercio a Bruxelles, all’Unione Europea, ha uffici e funzionari dedicati, e fortemente specializzati: noi siamo pronti a metterli a disposizione di progetti concreti e seri. La strada dei finanziamenti europei è fondamentale, se vogliamo guardare ridisegnare il futuro del territorio.
Rimane il fatto che grande distribuzione e commercio on line sono ormai format di massa Presidente. E’ concorrenza sleale?
Torniamo alle scelte della politica. Se ci fermiamo al caso Alessandria, mi pare indubbio che, per una serie di scelte successive, oggi ci ritroviamo ad avere un numero di centri commerciali enorme, e non è ancora finita. Chiaro che partirà una cannibalizzazione anche tra loro, è nella logica delle cose. Per quanto riguarda il commercio on line, sacrosanto cercare di far pagare a certi colossi le imposte, altrimenti altro che concorrenza sleale. Per quanto riguarda però il modello distributivo, noi rimaniamo convinti che il presente/futuro sia nell’utilizzo integrato di bottega e on line: a patto naturalmente di farlo in maniera efficace e funzionale alle esigenze della clientela, ma anche con formule che producano redditività.
Chiudiamo con una riflessione su commercio e periferie: sono destinate all’abbandono, a parte appunto qualche centro commerciale?
Non lo credo, ma ovviamente dipende sempre dalla qualità dell’offerta che sapremo mettere in campo. Offerta di prodotti e servizi, e anche di tessuto sociale. A livello alessandrino mi pare davvero interessante il percorso intrapreso da anni, con metodo e tenacia, dai commercianti di Corso Acqui, al Cristo. Si potrà anche incorrere in qualche errore nell’organizzazione di un singolo evento, ma la strada è quella: il commercio al servizio della comunità, fra la gente, capace di creare valore non solo economico (che è fondamentale, altrimenti si chiude), ma sociale, aggregativo, fatto di vicinanza e solidarietà. Elementi che non trovi certamente nel grande centro commerciale, e men che meno nel commercio on line.