Inquinamento atmosferico invernale: proviamo con il biometano? [Piemonte Economy]

di Cristina Bargero

 

L’abbassamento delle temperature di questi giorni, oltre a far tirar fuori dagli armadi sciarpa cappello e guanti, può provocare qualche preoccupazione agli automobilisti memori del blocco del traffico dello scorso inverno, legato a una vera e propria emergenza smog nelle città del Nord Italia.

Nel 2017 in 39 capoluoghi di provincia si è oltrepassato il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo. Cinque di essi, poi, hanno superato la soglia di 100 giorni di smog: tra essi troviamo, purtroppo, Torino e Alessandria.

Le cause sono da imputare a tre fattori: il riscaldamento, le emissioni degli stabilimenti industriali e quelle dei trasporti.

Gli interventi per mitigare l’inquinamento atmosferico devono coinvolgere più aspetti, e comprendere politiche integrate che spaziano da un aumento dell’efficienza energetica e dell’utilizzo delle fonti rinnovabili a nuove modalità di concepire la mobilità, ad un potenziamento del trasporto pubblico.

Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente i trasporti sono responsabili di circa un terzo del consumo finale complessivo di energia nei paesi membri dell’AEA, e di più di un quinto delle emissioni di gas serra, nonché di una parte considerevole dell’inquinamento atmosferico e acustico urbano.

Per questo motivo, i trasporti sono chiamati a ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di petrolio e ad abbattere le emissioni di carbonio da esso prodotte del 60% (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2050.

Oltre a costituire un atto dovuto per preservare la qualità dell’ambiente, la transizione energetica in questo settore può rappresentare un’opportunità anche dal punto di vista economico, in quanto l’utilizzo di carburanti puliti, uniti a una maggiore efficienza nel consumo, possono esser di stimolo all’ innovazione e alla ricerca nel settore energetico.

L’ Italia, in particolare, mostra un livello di dipendenza energetica particolarmente elevato: del 76,9% nel 2013 e nel 2012 l’import di petrolio grezzo è ammontato a 68,8 milioni di tonnellate, mentre la spesa per benzina e diesel è stata pari a 24.63 miliardi di euro.

Se di auto elettrica si è già trattato in precedenza, un tipo di combustibile alternativo a benzina e diesel è costituito dai prodotti gassosi, in particolare del metano, sia in forma compressa (uso auto) che in forma liquida (GNL) per il trasporto pesante e per le infrastrutture portuali.

Il biometano, ottenuto da scarti di biomasse di origine agricola o da frazione organica di rifiuti solidi urbani derivante da raccolta differenziata, a livello chimico è uguale al metano fossile (gas naturale), è utilizzabile in miscela o in sostituzione del gas, e può essere distribuito nei metanodotti e nelle città. ll suo utilizzo su autobus urbani e su furgoni della piccola distribuzione sarebbe già un grandissimo contributo alla qualità dell’aria delle nostre città e un esempio di economia circolare in cui dai rifiuti si ottiene energia.