di Enrico Sozzetti
Una passione declinata prima con lo studio e poi con il lavoro. Con una particolarità. Studio e lavoro assorbono totalmente le giornate: tre giorni a scuola e tre in azienda. Succede a Spinetta Marengo, all’interno del polo chimico Solvay Specialty Polymers. Dove Ilaria Mercadante (nata a Spinetta Marengo), studentessa del quinto anno (indirizzo chimico) all’istituto tecnico industriale ‘Ascanio Sobrero’ di Casale Monferrato, è stata assunta con un contratto di lavoro per la durata dell’intero anno scolastico. Ilaria, da ottobre, lavora e studia, alternando le giornate fra la scuola e il laboratorio fluidi della Solvay dove è stata inserita come analista e seguita dalla tutor, Silvia Rossi che è la responsabile del laboratorio. È la prima sperimentazione, all’interno della business unit che fa capo alla multinazionale belga, dell’apprendistato duale. Ed è anche una delle prime esperienze sia in provincia di Alessandria, sia in Piemonte. “All’avviso pubblico della Regione sul tema dell’apprendistato duale – ricorda Walter Ottria, consigliere regionale, presente all’incontro organizzato nel salone Primo Maggio dello stabilimento per illustrare l’esperienza – hanno risposto centodieci sedi scolastiche in tutto il Piemonte, fra istituti tecnici e professionali, licei scientifici, classici, artistici, linguistici e delle scienze umane. I percorsi avviati hanno permesso di attivare ottantotto contratti di apprendistato per altrettanti studenti delle classi quarte e quinte delle scuole piemontesi in cinquantotto aziende. Un primo finanziamento di cinquecentomila euro ha permesso di sostenere i servizi di progettazione e personalizzazione dei percorsi formativi. L’obiettivo della Regione Piemonte è di portare, con il prossimo anno scolastico, a duecento il numero di studenti – apprendisti e a centoventi quello delle imprese”.
L’apprendistato duale è particolarmente impegnativo. Al ‘Sobrero’ sono stati tre gli studenti che hanno detto di volere tentare l’esperienza, ma due hanno poi rinunciato. È rimasta Ilaria Mercadante che quindi ha affrontato il colloquio con l’azienda per verificare le motivazioni e la corrispondenza con i criteri di selezione fissati tra la Solvay e l’istituto casalese in base ai quali sono stati “definiti i contenuti e identificate le competenze del percorso duale”, come chiarisce Stefania Novello dello staff delle risorse umane dell’azienda. In ogni caso, la Solvay aveva previsto di investire su un solo posto nella fase di avvio della sperimentazione. “Sono nata e vissuta a Spinetta e per me, da piccola, le luci dello stabilimento mi hanno sempre richiamato l’immagine natalizia. Poi sono cresciuta, ho capito che dietro a quelle luci c’era uno stabilimento industriale, intanto ho maturato una passione crescente per la chimica” racconta la studentessa. Ha conosciuto la Solvay tre anni fa, grazie all’alternanza scuola lavoro. “Sto già iniziando a comprendere meglio alcuni processi, vedo la differenza fra la teoria e la pratica” aggiunge Ilaria Mercadante che si è iscritta al ‘Sobrero’ perché è “l’istituto più qualificato e preparato per il percorso di studio che ho scelto”.
Il progetto innovativo e dal forte impatto formativo è l’ultimo tassello di un processo di collaborazione con il mondo della scuola che Solvay ha avviato da una decina di anni. “Finora abbiamo accolto trecento studenti. Alternanza scuola lavoro, apprendistato professionalizzante (sono stati inseriti centoventi fra i migliori diplomati tecnici della provincia) e ora l’apprendistato duale, che era l’anello mancante, completano un percorso in cui – osserva Paolo Bessone, responsabile delle risorse umane del polo di Spinetta Marengo – l’azienda svolge un ruolo educativo, contribuendo a trasferire competenze e conoscenze agli studenti”. Un progetto di eccellenza nel campo della collaborazione fra industria e mondo della scuola che, insieme al ‘Sobrero’ di Casale, è stato anche al centro dell’attenzione, due anni fa, del programma Superquark di Piero Angela. Le telecamere della Rai sono infattientrate a Spinetta per raccontare dell’alternanza scuola lavoro sviluppata per la formazione degli studenti periti chimici.
Che l’apprendistato duale possa aprire le porte ai migliori talenti, è convinta Fadila Hechaichi, responsabile delle risorse umane del gruppo Solvay. “In Germania e in Francia l’esperienza duale esiste da lungo tempo. Ecco perché – sottolinea – abbiamo deciso di investire anche in Italia. L’obiettivo è dare una risposta alla domanda occupazionale (in Europa il venticinque per cento dei giovani fra i diciotto e i venticinque anni è disoccupato), puntando sulla qualità”. L’esperienza italiana sarà portata anche al Forum economico mondiale che viene ospitato ogni anno a Davos, in Svizzera.
“Il nostro asset fondamentale è la risorsa umana. C’è bisogno di creare lavoro di qualità e queste iniziative sono strategiche” commenta Marco Colatarci, country manager di Solvay in Italia e vicepresidente nazionale di Federchimica. “Solvay Specialty Polymers significa innovazione di prodotto, ma anche innovazione del mondo di lavorare. Il mondo della scuola, l’Università del Piemonte Orientale, il Politecnico di Torino sono i fronti aperti di una innovazione continua che contribuisce a farci crescere, come testimonia l’attività che sta registrando una crescita del dieci per cento” aggiunge Andrea Diotto, direttore dello stabilimento spinettese. Anche Confindustria Alessandria è convinta della bontà del progetto e il direttore dell’associazione di via Legnano, Renzo Gatti, parla esplicitamente di “buone prassi”.
Una crescita che contraddistingue anche il ‘Sobrero’, come spiega, con orgoglio, il dirigente scolastico Riccardo Rota. “L’aumento di iscritti è costante, abbiamo sette classi quinte in uscita e fra le tredici e la quattordici classi prime in ingresso. Siamo sempre pronti a cogliere le sfide per dare una opportunità per il futuro dei giovani”.
La Global business unit Specialty Polymers di Solvay è nata nel 2011 dalla fusione di quattro società che operavano sul mercato internazionale delle materie plastiche, polimeri speciali e fluorurati (elastomeri compresi) e opera su siti di Bollate (centro direzionale e di ricerca) e Spinetta Marengo, dove sono occupate seicentoventi persone. La società nel 2017 ha realizzato un fatturato di 852 milioni di euro. Solvay Specialty Polymers Italy deposita ogni anno, in Italia e in Europa, circa ottanta nuovi brevetti di ricerca. Fino a quest’anno operava direttamente anche all’interno del polo chimico di Marghera. Poi è arrivata la cessione dell’impianto di acido fluoridrico ad Alkeemia, società del gruppo Fluorsid. “L’operazione – aveva spiegato il gruppo – è parte della strategia volta a concentrare le attività del gruppo nel settore delle specialità, dove tecnologia e innovazione fanno la differenza”. L’acido fluoridrico è utilizzato da Solvay come sostanza chimica di base per la produzione di polimeri speciali selezionati e “questo disinvestimento è in linea con la strategia di Solvay Specialty Polymers di concentrarsi sui prodotti di specialità, per migliorare la sostenibilità dei processi produttivi”. Nell’accordo con Alkeemia c’è anche il contratto di fornitura da Marghera verso Spinetta Marengo per diciotto anni. Il costo diretto di produzione era alto e per questo è stata decisa la cessione. Il gruppo Solvay continuerà a rifornirsi di acido fluoridrico da Porto Marghera perché è l’approvvigionamento più economico. L’alternativa sarebbe rivolgersi a produttori europei, ma con costi di trasporto elevatissimi.
La produzione di Spinetta è destinata in modo particolare ai settori dell’industria dei semiconduttori, dell’elettronica e della telefonia (per esempio, produce, unica al mondo, una molecola utilizzata per realizzare gli schermi degli smartphone, oppure un olio lubrificante utilizzato all’interno della fotocamera dei cellulari) e dell’automotive. I dati di fine 2017 parlavano, rispetto alle singole produzioni, di una crescita particolarmente significativa per il tecnoflon e i fluidi per l’automotive e l’elettronica. I fluidi Fomblin e Galden vengono utilizzati in mercati come l’automobilistico, l’aeronautico, il settore industriale, elettronico, dei semiconduttori, fino alla cosmesi. I fluorolink sono invece prodotti studiati appositamente per il trattamento delle superfici come carta, tessuto e pietra, grazie alle eccellenti proprietà antimacchia e caratteristiche di idro e oleo repellenza. Solvay Specialty Polymers realizza complessivamente circa millecinquecento prodotti specifici alte prestazioni: fluoropolimeri, fluoroelastomeri, fluidi fluorurati, poliammidi semi-aromatiche, sulfoni, ultra-polimeri aromatici, polimeri ad elevata proprietà barriera e compound reticolati per impieghi nei settori aerospaziale, automobilistico, elettronica, comunicazione petrolchimico, sanitario, energie alternative, membrane, imballaggi, semiconduttori, cavi e cablaggi, depurazione delle acque. Solvay Specialty Polymers ha anche partecipato allo sviluppo del progetto Solar Impulse, fornendo tecnologie e prodotti per l’aereo a energia solare.