1) Brutto voto a chi ha la memoria corta, oppure ritiene che l’eliminazione (in un passato non lontano) anche di pochi alberi, sani e robusti, per scopi all’epoca certamente non di sicurezza sia più legittimo dell’odierna decisione della giunta Cuttica, finalizzata al recupero di piazzale Berlinguer, e alla sua messa in sicurezza con un sistema di video sorveglianza.
Andiamo per ordine: sabato novembre gli alberi di robinie da noi conosciute come acacia, siti nel parcheggio Berlinguer, sono stati tagliati. Ora il parcheggio è completamente a vista. La motivazioni da parte del comune di Alessandria è il potenziamento dell’illuminazione, l’installazione degli impianti di telesorveglianza per la messa in sicurezza della zona da molto tempo richiesta dagli utilizzatori del parcheggio. Ovviamente nella stessa giornata del taglio sono cominciate critiche e proteste su Facebook e sui giornali on line. Un esempio: “Alberi piazzale Berlinguer, cittadini e ambientalisti contro il Comune”. Sabato dal mio balcone ho assistito al taglio degli alberi e non mi ha fatto certo piacere, ma mi rivolgo in primis alle opposizioni politiche, alle associazioni ambientaliste e a quei cittadini indignati chiedendo loro: nel 2006, durante l’amministrazione Scagni, alcuni stupendi e rigogliosi abeti posti su area verde che arrivava al marciapiede, tra il lato della Pacto e parcheggio Berlinguer, furono tagliati in fretta e furia, forse di notte perché una mattina di quell’anno non c’erano più. Motivo? Era stata autorizzata la costruzione di un grosso chiosco bar, quello posto di fronte all’ingresso secondario dell’Ospedale lato PACTO e parcheggio Belinguer. Nessuno si è indignato! Perché? Chi ha autorizzato il taglio degli abeti? E chi ha autorizzato la posa di quel bar visto che alla PACTO ve ne erano già due? In allegato a questa pagella consegno alla Redazione due foto del 6 gennaio 2006, (un inverno nevoso), che mio marito ha scattato riprendendo la magia della neve nel mio quartiere. In quella foto si vede chiaramente l’esistenza in vita di quei sani e maestosi abeti che arrivavano fino al marciapiede. Pochi mesi dopo furono furono abbattuti, nel silenzio generale. Silenzio anche per le bellissime rose che rendevano la città “grigia e depressa” meno cupa, trascurate e lasciate morire nei cinque anni dalla passata amministrazione. Ogni amministrazione fa le sue “mattanze”, capisco che le memorie sono corte, ma per loro sfortuna c’è chi ogni tanto le rinfresca. Peraltro, nei giorni scors la giunta Cuttica ha deliberato di piantare subito altri 100 alberi (20 in zona piazzale Berlinguer), e altri 250 entro novembre 2019. Mettendo anche piante (fornite dalla Regione Piemonte) gratuitamente a disposizione di privati che ne faranno eventuale richiesta.
Voto: 2
2) Creazione di nuovi parcheggi: “Dai parcheggi di oggi a quelli “multipiano” di domani: piazzale Berlinguer e piazzale Aci?”.Io direi tutti e due, perché ambedue soddisferebbero le esigenze di due zone all’opposto tra loro. E molto meglio puntare su multipiano verso l’altro, che interrati: per ragioni di costi inferiori, ma anche poi di manutenzione e efficienza. Leggo nell’articolo una sottolineatura del capogruppo di F.I. Maurizio Sciaudone: “multipiano in piazzale Berlinguer? Se è per un fattore sicurezza mi sembra inutile”. Certo che sarebbe inutile se le nostre istituzioni preposte alla sicurezza continuassero a permettere alle gang di africani a fare il bello e il cattivo tempo sia al Berlinguer e su qualsiasi altra piazza. Parliamoci chiaro,fino ad oggi l’argomento è stato trattato ‘all’acqua di rose’ e quelli hanno ‘preso la misura della giacca’ alle istituzioni. Ossia sanno di rischiare poco o nulla, e se ne fregano. L’utilizzo di un sopraelevato sul Berlinguer sarebbe utile, perché quel piazzale è strapieno già dalle prime ore del mattino. Ma perché solo in Alessandria dobbiamo assistere alla piaga di gang e questuanti africani? Faccio un esempio: Savona è la mia seconda città che frequento assiduamente, mai e poi mai ho trovato un questuante di qualsiasi etnia di fronte ai negozi, mai nei centri commerciali e mai nei parcheggi, ed è una città di mare. Un esempio di parcheggio da imitare, con 368 posti di cui 150 al coperto sotto una struttura metallica, è quello ricavato proprio nel cuore della città sul sedime di vecchie abitazioni. Si trova tra via Piave e via delle Trincere, è un’opera spartana ma robusta e funzionale tenuta bene e molto pulita. E’ aperto 24 su 24, 7 giorni su 7, le tariffe: fino a 15 minuti gratis, primi 30 minuti € 0,50, oltre i primi 30 minuti € 0,30 ogni 15 minuti o frazione. Dalle ore 20,00 alle ore 08,00 è gratuito come la domenica e i festivi. Savona non è piazzata economicamente meglio di Alessandria, la crisi è anche là, ma negli anni sia con amministrazioni di sinistra che di destra, ognuno ha fatto la sua parte nel mantenere il bene pubblico, quindi i savonesi non hanno di che lamentarsi. Lo posso dire perché, da alessandrina, riesco purtroppo a valutare le differenze.
Voto: 8
3) Personalmente alla genuinità delle classifiche e pagelle di Legambiente ci credo poco e non solo da oggi. La storia si ripete perlomeno in questa nostra città, quando nel 2006 Legambiente assegnò un 9 ad Alessandria e la bandiera blu per manutenzione, messa in sicurezza e delocalizzazione aree a rischio, piano emergenza, informazioni e esercitazioni. Il tutto con un ponte chiuso ancora da abbattere, aree ancora esondabili, e delle delocalizzazioni manco a parlarne. Tre anni dopo assegnò alla città un 5 specificando che tra i capoluoghi di provincia si piazzava al secondo posto, dopo Asti, per rischio di frane più alluvioni, nonostante fosse il periodo in cui erano stati ripresi i lavori di sicurezza. Ha un senso? Passiamo alla notizia: “Ecosistema urbano di Legambiente: Alessandria non è ‘green – Alessandria si colloca al 94esimo posto e perde 10 posizioni rispetto all’anno prima”. Sarebbe interessante capire quale sia il metodo utilizzato nella raccolta dati per stilare le classifiche, ovvero: se i dati vengono raccolti a tavolino ricevendo informazioni dai territori, oppure se esiste uno staff di esperti scientifici che certifica personalmente ogni situazione e che stabilisce di innalzare o affossare una città. Per chi ha voglia di “sciropparsi” oltre 140 pagine, offro l’occasione: “Legambiente dossier ecosistema delle città 2018”.
Per finire: non tutto ciò che luccica è oro, da Il Fatto Quotidiano: “Legambiente? Una lobby economico-politica. L’accusa degli altri ambientalisti”.
Voto: 2