C’è qualcosa di profondamente errato nel taglio degli alberi di piazzale Berlinguer. Qualcosa che va oltre la (giusta) critica del sacrificio delle piante alla ‘logica securitaria’. È l’idea malsana che si possa determinare la sicurezza di un luogo a partire dalla sua sorvegliabilità e non già dalla possibilità che sia vissuto e popolato dalle persone. Colpisce l’incapacità di dare un senso ad una piazza che non sia quella di essere parcheggio.
È una mancanza grave di immaginazione, oltre che di buon senso. I cinquanta alberi fatti a pezzi lasciano spazio ad altro grigio, ad altro asfalto. La loro colpa, fra l’altro, è quella di essere ‘stranieri’, di essere specie infestante e non autoctona. La stessa metrica usata per le persone migranti.
Davide Serafin e Riccardo Barena
Possibile Alessandria, comitato Macchiarossa