di Jimmy Barco
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Pistoia – Nona partita di campionato per i Grigi, notturna in quel di Pistoia, per incrociare le armi contro i locali. La Pistoiese è una squadra in piena crisi d’identità e di gioco che si presenta con Asta, nuovo mister appena ingaggiato, al suo esordio in panchina.
I Grigi invece in crisi non lo sono, almeno visto il carniere mediamente fornito, ma quanto a qualità del gioco la squadra finora ha fatto vedere poco, quasi nulla. D’Agostino, dopo aver lavorato nei primi mesi della stagione sul 4-3-3, ha ridisegnato i suoi sulle tracce di un 3-5-2 e, almeno riguardo al modulo di riferimento, una certezza parrebbe averla assunta.
L’Alessandria però, almeno prima di sabato sera, tutte le volte che è stata chiamata a “fare la partita” o, semplicemente a mettere in pratica la strategia del “controllo” in linea e con un occhio alle condizioni migliori per il contrattacco, si è persa per strada. Questo decimo turno di campionato potrebbe dirci la capacità di reazione dei padroni di casa insita nelle corde del collettivo da una parte.
Riguardo invece a quanto il lavoro del mister mandrogno sui tempi, gli spazi da trovare e gli equilibri di gioco siano stati assimilati dal suo gruppo dopo ben quattro mesi di lavoro, nel calcio un’era geologica.
Le squadre. Asta opta per un 3-4-1-2 a prima vista coraggioso, l’ex Fanucchi mezza punta e l’omino del meccano Terigi, altro ex, in panca.
Formazione coraggiosa anche per D’Agostino che fa sedere a fianco Gazzi, Maltese occupa la posizione di mezzala destra, Gatto play, Badan confermato 5° a sinistra, Bellazzini dal 1’ mezzala sinistra e Talamo punta in tandem con Santini.
La partita. Il primo quarto d’ora di gioco è saldamente in mano ai Grigi che, tra l’altro, fanno densità in zone più interessanti del solito e, conquistata palla, ripartono con fraseggi non banali.
L’idilio con il gioco del calcio i mandrogni se lo vedono interrompere bruscamente al 18’ con Rovini che trova spazio dal limite e tira sul palo destro ma Cucchietti c’è. Ancora il nostro portiere deve intervenire al 24’ su iniziativa di Latte Lath.
Dopo i primi 20’ la Pistoiese, evidentemente bloccata da paure ancestrali dovute ai rovesci patiti fin qui, prende confidenza e coraggio, crea tre situazioni che dire pericolose è un’esagerazione.
L’Alessandria non va mai in affanno ma quando la palla in attacco arriva a Santini ha lo stesso effetto di quando arriva nelle mani di un raccattapalle.
E, senza altre storie, finisce la prima frazione di gioco sul nulla di fatto.
Secondo tempo. Al 49’ Prestia gigioneggia sulla sua tre quarti ma l’arbitro vede un fallo sul difensore siciliano e toglie le castagne dal fuoco ai Grigi.
I padroni di casa si fanno intraprendenti, le squadre si allungano, il gioco si fa più frenetico e interessante.
Al 52’ pericoloso cross da destra degli arancioni ma Latte Lath arriva in ritardo per il tocco decisivo. A metà ripresa la partita si conferma piacevole e affrontata dalle contendenti senza risparmio né attraverso tatticismi esasperati.
Sia chiaro: in 70’ minuti di gioco non è successo praticamente niente ma almeno la partita si fa vedere. A 5’ dalla fine il tran tran spumeggiante e inconcludente della partita non accenna a calare mentre le occasioni da gol non accennano ad arrivare e si aspetta venga quantificato il recupero dall’arbitro.
Ma neanche i 4’ di recupero serbano sorprese. E tutti a casa con un punto in saccoccia. Questa partita quindi che, prima di giocarla, poteva rivelarsi un viatico importante per la crescita dei Grigi in realtà ha portato qualche significativo miglioramento nel gioco e vediamo se sarà confermato nel tempo. La Pistoiese invece rischiava di vedere le streghe: non ha visto Cenerentola ma neppure una vecchiaccia a rimestare strani intrugli in un paiolo di rame.