Il business va (anche) in bicicletta [Piemonte Economy]

di Cristina Bargero

 

“Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco celeste; il suo nome è Fausto Coppi” . La radiocronaca della tappa Cuneo-Pinerolo del Giro d’Italia, lunga ben 254 chilometri, del 10 giugno 1949 fece emozionare milioni di italiani e resterà negli annali della storia.

Un’emozione che si ripete nel tempo con volti e campioni nuobi e che vede le tappe del Giro d’Italia, da alcuni anni, toccare i luoghi in cui il Campionissimo nacque e visse: Castellania, Novi Ligure e Tortona.

E la passione per la bicicletta non accumuna solo i “Due ragazzi del borgo cresciuti troppo in fretta”, Girardengo e Sante Pollastri, cantati da De Gregori ma milioni di italiani e stranieri.
Gli italiani che si recano al lavoro in bicicletta sono circa 743.000, con percentuali più elevate in provincia di Bolzano (13,2%), in Emilia Romagna (7,8%) e in Veneto (7,7%). Ma vi sono anche molti cicloturisti (di cui il 61% è straniero), ossia coloro che scelgono di trascorrere le vacanze su un mezzo a due ruote non motorizzato, per godersi meglio le bellezze paesaggistiche: prediligono le regioni del Nord Italia che offrono chilometri di piste ciclabili di qualità e servizi accessori.

In Italia 26 milioni di biciclette hanno a disposizione 3.200 km di piste ciclabili, in Danimarca 3 milioni di bici, 3.700 km di ciclabili, per cui anche in questo settore occorre investire sulla parte infrastrutturale.

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I cicloturisti stranieri sono soprattutto tedeschi, austriaci, francesi, danesi, americani, che prediligono strutture ricettive di comfort medio-alti, dai 3 stelle in sui, scegliendo la struttura alberghiera (20,5%), seguita dall’agriturismo (19,5%) e il b&b (18,5%), mentre una parte sceglie l’appartamento (14%), il campeggio (8,5%) o il camper (11%).

La FIAB stima una spesa al giorno di circa 80 euro e il potenziale del cicloturismo in Italia, che oggi raggiunge a mala pena i 2 miliardi di euro, supererebbe i 3 miliardi di euro.

Non solo le ciclovie turistiche nazionali, una volta completate, tra cui in primis Vento che unisce Torino a Venezia toccando i territori della provincia di Alessandria lambiti dal Po, ma anche quelle regionali, oggetto di un recente finanziamento da parte della Regione Piemonte, possono far parte di una rete di mobilità dolce, molto attrattiva per gli amanti della bicicletta, soprattutto stranieri.

Ma l’indotto non riguarda solo il turismo: l’Italia resta il primo produttore di biciclette in Europa, con una quota di mercato pari al 18%.