Miglietta (Confindustria): “Se questo territorio impara a fare squadra non è secondo a nessuno per volontà e capacità di innovazione”. Un messaggio alla politica?

di Ettore Grassano

 

“Ottimismo e capacità di innovazione, adattandosi alle esigenze del mercato: caratteristiche che sono nel nostro dna di imprenditori. In più, come alessandrini, aggiungiamo pure che siamo un territorio che ha sempre saputo diversificare le proprie eccellenze. E anche questo oggi è un vantaggio”. Maurizio Miglietta, 62 anni, casalese, è da alcuni mesi Presidente di Confindustria Alessandria. La sua azienda di famiglia, la Euromac di Villanova Monferrato, è un ‘gioiellino’, leader mondiale nella realizzazione di ‘taglia-bobinatrici’ macchine ad alta tecnologia per il taglio di pellicole per il packaging industriale, alimentare, farmaceutico: “70% di export, e quando lavori con tanti mercati diversi hai una visione d’insieme, che ti consente anche di imparare continuamente come ottimizzare certi passaggi: o lo fai, o qualcun altro arriva e lo fa al posto tuo”. Concreto e diretto, il presidente Maglietta ci aiuta ad analizzare lo ‘stato di salute’ del tessuto imprenditoriale della provincia, e lancia anche qualche ‘messaggio’ alla politica: “uniti, ma uniti davvero, si vince: in caso contrario…”.

 

Presidente Miglietta, come stanno le imprese alessandrine? Dai vostri report trimestrali emergono ‘chiaroscuri’, ma anche un sostanziale ottimismo…
Se non sei ottimista, così come se non sei in grado di inventarti soluzioni innovative per risolvere problemi, non devi fare l’imprenditore. Detto questo, non è che il quadro sia tutto rose: si può e si deve migliorare, con l’impegno di tutti.

Ci faccia un identikit dell’imprenditoria alessandrina, in questo autunno 2018…
Confindustria Alessandria ha circa 450 aziende associate, e la nostra forza sono certamente le realtà di medie dimensioni, quelle fra i 50 e i 200 dipendenti per intenderci. Senza trascurare però chi sta sotto questa soglia, ma ha grande capacità di essere flessibile, e di diventare eccellenza in qualche nicchia di mercato. Del resto il 95% delle imprese italiane stanno sotto la soglia dei 250 dipendenti: la piccola e media impresa è sempre stata, ed è, la colonna portante e la forza propulsiva del nostro tessuto economico.

Quali sono i nostri settori trainanti?
Ogni nostro distretto ha le sue eccellenze, per fortuna. Oggi sugli scudi ci sono agroalimentari e meccanica, ma non dimentichiamo ovviamente settori ad alta specializzazione, come l’oreficeria. E poi, naturalmente, la chimica gomma-plastica e la logistica.

Cuttica e il centrodestra a confronto: prove di sviluppo economico per il territorio? CorriereAl 2Eterna scommessa, mai vinta fino ad ora: forse anche perché la partita non sempre è stata giocata con lucidità…
Vuole una provocazione? Eccola servita: l’ultima grande opera infrastrutturale del nostro territorio si chiama A26. Serve altro? Dal dramma del ponte di Genova deve arrivare una sferzata, lo stimolo a muoverci, finalmente. Ovunque nel mondo i grandi porti hanno alle spalle aree e territori dediti alla logistica. E il retroporto naturale dei porti liguri siamo noi. In passato la politica ha fatto più annunci che atti concreti. Oggi è ripartita anche Slala, che si presenta con connotazioni più privatistiche e operative che un tempo. È un buon segnale: ora mettiamo in campo i contenuti, i progetti veri.

Cosa dicono gli imprenditori? Oggi in Italia vince il mugugno anche tra voi?
Siamo italiani anche noi, e non è che in questi decenni ragioni per lamentarci non ce ne siano state date. Ma nell’imprenditore serio il mugugno è lo sfogo di un momento: a prevalere è sempre la voglia di fare, di progettare, di accettare nuove sfide.

Cosa chiedete al Governo…
(ci pensa e sorride, ndr) Un conto sono i nostri organismi nazionali, più attenti alle relazioni, alla politica appunto. Noi che stiamo sul territorio siamo concreti, badiamo al sodo: e diciamo chiaramente che tagliare le tasse (a tutti: imprese come lavoratori) è sacrosanto, e bene che si stia cominciando a farlo, almeno nelle intenzioni. Molto più pericoloso metterci a fare assistenza ‘a pioggia’, soprattutto in certe regioni. Però, anche qui: vedremo come questo reddito di cittadinanza sarà ‘declinato’, e quali effetti potrà avere.

E ai politici di casa nostra?
A Roma oggi la provincia di Alessandria può contare anche su figure di rilievo. Ciò che conta davvero però è sapere fare squadra, sul territorio come in Parlamento, remando tutti nella stessa direzione. Noi siamo pronti a fare la nostra parte: speriamo che la politica faccia altrettanto.

Presidente, in primavera si vota per le elezioni Europee: e saranno urne particolarmente ‘calde’. A Confindustria l’Europa piace?
L’Unione Europea serve eccome, può avere un ruolo fondamentale. Ma questa Europa, così come finora è stata concepita e gestita, ci piace molto meno. È il trionfo della burocrazia, non dell’impresa. Sì può fare di più e meglio.

Chiudiamo guardando al vostro assetto interno: c’è qualche matrimonio all’orizzonte, per Confindustria Alessandria?
Prima di sposarsi meglio provare a frequentarsi un po’: se ci si piace ci si fidanza, e poi si vede. Fuor di metafora: siamo una realtà sana, patrimonializzata, efficiente. Ben venga valutare un percorso di collaborazione con realtà limitrofe (Asti? ndr), ma senza operare scelte precipitose. Soprattutto: nessuna decisione sarà presa senza un ampio consenso da parte della maggioranza dei nostri iscritti.