1) Blocco totale per tutti i veicoli diesel Euro 0-1-2-3. IL provvedimento è nazionale, non saprei se anche europeo. Certamente Alessandria lo subisce. Ogni anno quando arriva l’autunno, puntuale come un orologio, ecco rispuntare l’“emergenza smog”. Bastano poche settimane prive di precipitazioni e i livelli di polveri sottili presenti nell’aria delle grandi città schizzano oltre i limiti di legge. Ad andarci di mezzo, per un motivo o per l’altro, è solo l’automobile, che viene sempre accusata di essere la principale responsabile dell’inquinamento atmosferico. Ma le cose stanno davvero così? Oltre alle auto che dovranno fermarsi, che si dice dei mezzi di trasporto pubblico obsoleti ed inquinanti perché non ci sono soldi per sostituirli? Si fermano anche questi? Aggiungiamo il riscaldamento domestico e pubblico nei casi non ancora a norma, stabilimenti industriali, agricoltura ed allevamento etc., blocchiamo tutto? Inquinano eccome e questo articolo ne dà le percentuali: “Inquinamento dell’aria nelle città: che cosa lo provoca di preciso?”Siccome a volte penso male, sotto sotto mi sembra un “Barbatrucco” della lobby delle industrie automobilistiche: colpire le auto così essenziali non solo per andare a spasso ma per recarsi al lavoro e per le molte necessità di vita ben consapevoli che non tutti possono permettersi un’auto nuova con la crisi che ha travolto il paese. Ma tanto ci sono le finanziarie che anche loro hanno diritto di fare business: “arraffa oggi che del doman non vi è certezza”. Per stare in tema si legga: “Blocco Euro 3, a rimetterci saranno i poveri”. Il dubbio è che le case automobilistiche cerchino di far fuori oggi tutti i modelli in magazzino, per poi tra qualche anno ‘bandire’ anche quelli come inquinanti, per vendere costose auto elettriche che da un articolo di Avvenire saranno ancor più inquinanti: “Lo studio. L’auto elettrica? Inquina anche più del diesel”. Infine: anche questo settore provoca inquinamento, già alle sei del mattino nel cielo un incrocio di scie di aerei che il sole rende spettacolari: fermiamo anche quelli? Si fa prima a fermare auto, furgoni commerciali e motorini: “Aerei: si muore più per gli scarichi che per gli incidenti”.I brontolii ci sono, la confusione pure: ma soprattutto ci sono gli affari!
Voto: 3
2) Pulizia dei corsi d’acqua e sotto i ponti fluviali: a chi tocca nella realtà? Forse è tempo di chiarirlo, perché sono convinta che in questa Italia di carrozzoni e di ‘doppioni’ ci sia troppo disordine e confusione di ruoli. “L’Aipo avverte gli enti locali: “Tocca a voi vigilare i fiumi”.
Quindi abbiamo capito che a detta dell’AIPO per bocca dell’Ing. Condorelli la vigilanza non tocca a questo ente: peraltro sarebbe interessante capire cosa fa Aipo di uile alla collettività, così tanto per sapere. C’è pure l’ADBPO – Autorità di Bacino del FiumePO – e mi chiedo: dopo la grande alluvione del novembre ’94, oggi quale è il suo ruolo? Quale la reale utilità? Arriviamo al tema sicurezza: la Regione stila bandi per la pulizia degli alvei che fra un po’ superano gli argini, e a giugno lo ha proposto a costo zero per Alessandria e Casale, ma ho impressione che i cavatori “non mordano”, il Po è ghiaioso quindi forse ne vale la pena, ma dal Tanaro che è limaccioso non ci cavano il business. Quindi mi sa che la Regione o l’Aipo dovranno pagare i cavatori per farlo, in fondo si tratta di sicurezza. Interessante la frase “Tocca a voi vigilare i fiumi”. Ma Comuni e Province non hanno soldi, mezzi e uomini: ma poi sarà vero che tocca a loro? Qualche dato significativo: “L’Italia delle alluvioni. Un’analisi economica” (Franco Angeli editore) della Prof.ssa alessandrina Rita Cellerino. Il contenuto del volume aiuta ad orientarsi sia gli addetti ai lavori che i cittadini che desiderano informarsi. In breve: le norme statali e regionali in materia di alluvioni emanate dopo la legge-quadro del 1989 sono oltre 1.300. Gli Enti pubblici che hanno competenze in materia e che se ne occupano sono più di 3.600. Quindi le numerosissime istituzioni e gli Enti che hanno competenze in materia si muovono in un caos totale. Tra un “non tocca a me” e un “no guarda che tocca a te”, alla fine di certo toccherà al cittadino subire danni e magari perdere anche la vita, senza sapere a chi dire grazie. Nel libro si esaminano le modalità di gestione e le caratteristiche economiche, si quantifica l’entità della spesa pubblica statale e regionale erogata per la gestione ordinaria e straordinaria del settore. A mio pensare denaro che se ne va solo per mantenere le strutture dei carrozzoni, gli stipendi piuttosto generosi, le consulenze e i progetti: poi al momento della messa in opera mancano i fondi e la conclusione è lo scaricabarile su ruoli, compiti e responsabilità.
Voto: 2
3) Si ritorna sul Bando Periferie: “Partito Democratico sul Bando Periferie: “Il comune di Alessandria cerchi di garantire i finanziamenti”. Il suggerimento del PD alessandrino comunale rivolto al Sindaco e alla sua Giunta, affinché Cuttica difenda Alessandria e gli alessandrini, comportandosi come la Giunta metropolitana torinese. Ma che ha fatto di speciale Chiara Appendino? La Sindaca metropolitana ha incontrato i Sindaci dei Comuni interessati ai finanziamenti del Bando Periferie e con il voto unanime del Consiglio metropolitano ha chiesto al Governo lo sblocco delle risorse. Si dicono pronti, i sindaci torinesi, ad adire a vie legali per ottenere i fondi collegati ai progetti già approvati dal Governo Gentiloni, sostenendo che tali progetti sono ormai in una fase avanzata del loro iter. Legittima o meno tale richiesta PD di casa nostra, mi ha portato a curiosare un po’ e ho realizzato quanto segue. Alla scadenza della presentazione dei progetti da parte dei Comuni, fu pubblicata sulla G.U.la Graduatoria del Bando Periferie. I primi 24 progetti (spiega il Decreto di approvazione) furono finanziati con 500 milioni di euro stanziati dalla Legge di Stabilità 2016, mentre gli altri 96, con un fabbisogno di 1,6 miliardi di euro, sarebbero stati finanziati con risorse successivamente disponibili. Su 120 città partecipanti in quella graduatoria le vincitrici erano 24, e Torino metropolitana è una di queste, con il giusto diritto di alzare la voce perché vi è la copertura economica garantita. Per le rimanenti il 18.12.2017 il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni firmò le ultime 93 convenzioni con i sindaci interessati, ‘chiudendo il cerchio’ dei 120 progetti del Bando Periferie. Per evidenti esigenze elettorali il Governo Gentiloni estese i finanziamenti da 500 milioni ad oltre due miliardi. Si dice senza copertura economica: ecco la sentenza della Corte Costituzionale n. 74 Pubblicata in G. U. il 18/04/2018 n. 16. Sul portale dell’edilizia si può trovare tutto sul tema. Si legge ad esempio con quale progetto ha vinto Torino metropolitana, ma anche le altre 23 città.
Alessandria non fa parte delle 24 città con copertura economica garantita, quindi al limite potrebbe tentare una class action con le altre 92 città che si trovano nella stessa situazione. In ogni caso, se nei prossimi anni la copertura dovesse esserci davvero, dal nostro progetto toglierei la pista ciclabile e i nuovi investimenti sul Museo Napoleonico. Alessandria ha decisamente bisogno di altro.
Voto: 3