“La politica è una malattia da cui non si guarisce mai, come mi dice sempre mio marito. Così, quando la Lega mi ha chiesto la disponibilità, in fase di messa a punto delle liste, non ho saputo dire no. Il grande risultato elettorale ha fatto il resto, e mi ritrovo di nuovo in trincea”. Rossana Boldi, alla sua terza legislatura parlamentare (“questa volta alla Camera, nel 2001 e nel 2008 fui eletta al Senato”), ha pienamente ‘ripreso il ritmo’, e in questi mesi ha già messo a punto diversi provvedimenti di cui va orgogliosa: “dal decreto attuativo sulla privacy al terzo settore, si tratta di iniziative mediaticamente non eclatanti, ma di forte impatto nella vita dei cittadini. E ora come Gruppo Lega stiamo lavorando con grande impegno alla proposta del collega Tiramani, piemontese pure lui tra l’altro, che punta al superamento del numero chiuso per le Facoltà di Medicina: altra questione dalle enormi ricadute future: il nostro paese deve tornare a fare programmazione”. Rossana Boldi di sanità se ne intende (è sempre stata una libera professionista del settore odontoiatrico), e certamente anche per questo oggi opera, alla Camera, nella Commissione Affari Sociali: ma nelle scorse legislature fu anche presidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea in Senato, per cui inevitabile riflettere con lei anche sullo scenario continentale 2019. Senza dimenticare casa nostra, e in particolare l’area del tortonese.
Onorevole Boldi, partiamo proprio da Tortona, che è casa sua: fino a dieci anni forse l’area più dinamica della provincia, si respirava ‘aria’ lombarda. Oggi invece?
Oggi si respira a fatica, e un’aria pesante. Per tante ragioni, certamente. Ma le scelte della Regione Piemonte, in questi anni di gestione del centro sinistra, per il tortonese sono state decisive, in negativo. Me lo ricordo bene Chiamparino, in campagna elettorale, promettere che l’ospedale di Tortona non sarebbe mai stato chiuso, e non avrebbe avuto ridimensionamenti significativi. Ora basta chiedere ad un tortonese qualsiasi qual è la situazione, lo sanno tutti. A chiudere il tribunale invece ha pensato l’osannato Governo Monti, il salvatore della patria.
Non è che l’economia privata abbia seguito dinamiche differenti, purtroppo…lei vede segnali di possibile ripresa?
Essere ottimisti è fondamentale, purchè si operi concretamente perché ci sia una ripartenza reale. L’acquisizione da parte di Eni di alcuni asset strategici di Mossi & Ghisolfi è segnale positivo, di questi giorni. Così come le attività del Gruppo Gavio rappresentano una risorsa per il tortonese. Ma compito della politica è fare in modo che tutta l’area, che ha una collocazione logistica straordinaria, torni ad essere appetibile e attrattiva. Occorre rimboccarsi le maniche e creare le condizioni favorevoli.
Allarghiamo il cerchio, e guardiamo al Piemonte: anche qui, le difficoltà non mancano, e sulla carta la ricetta la condividono tutti: investimenti in infrastrutture, turismo, sanità. Nella pratica, però, i dati sono drammatici….
Con le prossime elezioni di primavera, ne sono certa, i piemontesi riconsegneranno la guida della regione al centro destra, e dovremo dare vera sostanza ai temi che lei cita, e ad altri che in questi anni sono stati solo fumo, chiacchiere. Cito solo l’esempio più eclatante, e che conosco bene: la sanità. Nessuno discute che andasse riformata, riorganizzata guardando al futuro. Ma Chiamparino e il Pd han fatto solo tagli, senza costrutto: prima si sarebbe dovuto partire dai servizi territoriali, per poi arrivare agli ospedali. Facendo il contrario, quel che è successo è sotto gli occhi degli alessandrini, e dei piemontesi.
Anche il Piemonte, come il resto del Paese, può trarre beneficio dalla preannunciata manovra finanziaria? Ossia: meno tasse per le partite Iva più reddito di cittadinanza è formula che la convince? Le critiche sono tante….
Le critiche costruttive sono sempre utili, ma qui siamo di fronte ad un ‘fuoco di sbarramento’ da parte del del vecchio sistema che teme di essere ‘spodestato’, non solo in Italia ma in Europa, alle prossime elezioni europee. La manovra economica proposta dal governo Lega-5 Stelle è coraggiosa, e in questa fase, dopo gli anni dei disastri di Monti e di Renzi, non resta che giocare la carta del cambiamento vero. Il reddito di cittadinanza funzionerà se produrrà effetti benefici sui consumi, ed è pensato per questo. In più non dovrà essere pura assistenza, ma accompagnarsi ad un reale percorso di re/inserimento o inserimento lavorativo: fondamentale da questo punto far funzionare bene i centri per l’impiego. Che oggi sono già una risorsa importante in Lombardia, dove la Lega governa da tempo: perché non dovrebbe diventarlo anche in Piemonte, e nel resto d’Italia? Personalmente ci credo.
Elezioni Europee: su alcuni media ‘progressisti’ abbbiamo letto, anche di recente, che la Lega, sotto sotto, vorrebbe uscire dall’Unione Europea, e magari abbatterla proprio….
Quando cercano di presentarci in maniera caricaturale i media diventano patetici: e la gente se ne accorge. Parlate con gli elettori comuni in strada, nei bar o in treno, come faccio io, e vi renderete conto che gli italiani sono molto più consapevoli e con gli occhi ben aperti, rispetto a come qualcuno li descrive. La Lega ha sempre avuto una sola posizione: sì ad una Unione Europea dei popoli, della gente. No a questa Unione Europea, dove comandano alcune élites, a partire da quelle finanziarie. La cambieremo, questo è certo: con il vento che soffia impetuoso non solo in Italia, ma in tutto il continente, è certo che le elezioni Europee del 2019 non saranno un turno elettorale come tanti. Per questo oggi c’è chi si agita tanto, e in maniera scomposta.
Torniamo al suo percorso personale onorevole Boldi: lei è leghista della prima ora. Cosa la spinse alla militanza?
(sorride, ndr) Era il 1993, ricordo benissimo. Già votavo Lega da qualche anno, ma decisi di impegnarmi in prima persona perché, da libera professionista della sanità, sentivo fortemente l’esigenza di un partito politico capace di dare voce e forza ai ceti produttivi del nord del Paese. esigenza che a mio avviso oggi rimane immutata: Veneto, Lombardia e Piemonte sono la locomotiva d’Italia. Piemonte un po’ appannato, per i motivi che abbiamo detto: dal 2019 cercheremo di rimetterlo in marcia.
Durante i suoi precedenti mandati parlamentari lei fu in prima linea al fianco degli alluvionati alessandrini. Fa impressione, 15 anni dopo, constatare che alcune questioni, prima fra tutte le rilocalizzazioni, ancora non sono state risolte…
La battaglia continua, è così. Ancora oggi sono in contatto con figure che sono state e sono impegnate in prima fila nei comitati di cittadini, e che hanno affrontato battaglie importanti,facendo giustamente sentire la propria voce ai diversi livelli istituzionali. Proprio perchè non tutto ancora è risolto, è giusto che continuino a farlo: e se serve un supporto ci sono sempre, loro lo sanno.
Intanto, a Roma, a cosa lavorerà nei prossimi mesi?
Terzo settore, e sanità. Nei mesi scorsi sono stata impegnata sul fronte del decreto attuativo della privacy, per cercare di attenuare gli effetti negativi del provvedimento europee per le nostre aziende, e per i liberi professionisti. Ora sto lavorando con impegno al Terzo Settore, un comparto fondamentale, ricco di piccole e piccolissime realtà, serie e perbene, che vanno messe in condizione di operare ‘alla pari’ con alcuni grandi player che, fino a ieri, sono stati certamente agevolati su una serie di fronti. E poi c’è la sanità, in cui i governi che ci hanno preceduti hanno brillato per assoluta mancanza di programmazione. Solo così si spiega l’allarme sulla carenza di medici, con cui già ci stiamo confrontando: e nei prossimi anni sarà peggio. La Lega appoggia pienamente la proposta del nostro collega Tiramani, che in sostanza prevede per le Facoltà di Medicina l’eliminazione del numero ‘chiuso’ (che si chiama in realtà programmato, anzi diciamo pure mal programmato!) all’ingresso, e l’introduzione di una sorta di sbarramento dopo un paio d’anni, in forma di verifica dei risultati raggiunti. Un po’ come già succede in Francia. Ma in questa legislatura lavoreremo molto sulle scuole di specializzazione, e sugli IRCCS: con un progetto importante che riguarda anche Alessandria, e che per il nostro territorio potrà essere certamente una risorsa importante.