«Il mondo senza fini. Lo spirito ha abbandonato l’Occidente» è il nuovo libro di Ivan Rizzi – docente e presidente dell’Istituto di Alti Studi Strategici e Politici di Milano – edito da Rubbettino.
Che cosa sta succedendo?
Gli uomini sottovivono più che sopravvivere. Trascorrono il tempo come in un passatempo.
L’autore solletica e sollecita all’azione il lettore. Agire! Agire! È questo ciò per cui siamo al mondo.
Mentre spesso ci si limita a guardare, ad assistere, ma chi più assiste meno vive.
Io non sono nulla e dovrei essere tutto, dice un giovane Marx più sfrenato che mai. Oggi però potrebbero dirlo i giovani, la più grande energia fisiopsichica che viene gettata via e gelata in una attesa senza fine.
Nessuno sa a priori ciò che è, proprio perché è tempo che avviene. Diventa te stesso, è stato detto, per poter essere in tempo.
Il libro invita a cercare il vincolo segreto che lega la spiritualità all’etica ed è in questo vincolo che l’autore vede una via d’uscita all’impasse contemporanea. L’etica è la “grande dissidenza”, dissente da tutte le nuove forme di alienazione e umiliazione dell’uomo poiché crede nella promessa di felicità.
Il denaro è l’unico fine. Vogliamo credere che si possa vivere di soli desideri creati dal mercato, e che la sola differenza che conta sia la possibilità economica di esaudirli.
C’è differenza tra vivere e esistere? Tra vivere e lasciarsi vivere scorrendo nel tempo come acqua sul vetro? Il segreto ala vita è che si può viverla comunque, ma per vivere veramente bisogna sapere che si sta vivendo. L’esistenza tiene nascosto alla mente la sua grandezza, il suo consistere non si esaurisce in ciò che sa di se stessa.
Siamo circondati dall’oscurità camminiamo su un fondo che non ha fondo, per questo ci interroghiamo, cercando di capire quello che siamo con l’aiuto dell’umiltà dell’intelligenza, l’antico sapere di non sapere.
Alla fine la possibilità di esistere è affidata allo sguardo dell’altro, ed è qui il miracolo della vita perché l’amore è una relazione tra presenze mortali.
L’amore esaudisce veramente la richiesta megalomane del poeta Marlowe: “rendimi immortale con un bacio”. È l’alternativa spirituale all’indifferenza.
L’anima sorride a chi ha rinunciato al proprio nome per poter essere chiamato “amore”. La vita infatti è solo la virtù dell’incontro… prima di restituire anche quel nome.