Ci teniamo come forze di opposizione, lette anche le dichiarazioni del Sindaco di Casale Monferrato sull’operato della precedente Amministrazione, a ribadire le motivazioni della nostra ferma contestazione alla ristrutturazione dell’edificio Cova e a spiegare il perché della nostra assenza all’inaugurazione del plesso scolastico che si terrà in settimana.
Nessuno nega che il trasferimento degli alunni della media Trevigi dal palazzo oramai fatiscente dell’omonima via ad altra sede fosse indispensabile e non potesse essere rimandato ancora e che certamente l’idea di una scuola nuova di zecca e costruita ad hoc sulle esigenze didattiche di ragazzi e insegnanti avesse affascinato e attirato anche le attuali forze di opposizione, allora in amministrazione, e sia stata oggetto di approfondita valutazione.
E’ evidente che quando si abita una casa vecchia, non più funzionale, e addirittura pericolante, l’idea di trasferirsi in una nuova appena ristrutturata non può che piacere a tutti.
Poi però dagli studi di fattibilità fatti condurre agli Uffici del Comune per verificare l’effettiva capienza del Cova era risultato che l’edificio principale in base alle normative in vigore ed alla necessità di realizzare anche le aule didattiche complementari e di servizio (aula di musica, aula informatica, palestra, aule professori, segreteria, etc.) avrebbe potuto ospitare al massimo 12 classi, quindi 8 classi in meno rispetto alle 20 allora attive presso la Trevigi e i costi per la realizzazione di un fabbricato complementare sarebbero stati ingenti.
In tempi come questi in cui la finanza pubblica degli Enti Locali non gode di grande disponibilità, bisogna necessariamente ponderare bene come spendere i soldi della collettività ed allora ci si era resi immediatamente conto che i 4 milioni preventivati per il Cova, più i costi per l’edificio aggiuntivo, il cosiddetto cubo (circa 2 milioni), indispensabile per contenere tutte le 18 classi della Trevigi oltre alle aule didattiche complementari, più circa 1 milione e mezzo di mancati introiti per la vendita del palazzo (totale 7 milioni circa), sarebbero stati un prezzo eccessivo per la comunità che rischiava di paralizzare tutto il resto degli investimenti.
Oltretutto si deve tenere conto che già all’epoca altri edifici come la media Dante e la San Paolo risultavano sovradimensionati rispetto al loro effettivo utilizzo e con la chiusura della sede casalese dell’Università si rendeva disponibile anche Palazzo Hugues che era già una scuola fatta e finita. Con la conversione di Palazzo Hugues e una parziale razionalizzazione dei plessi San Paolo e Dante, si poteva pertanto mediante un investimento irrisorio ottenere lo stesso risultato risolvendo il problema senza grandi oneri per i cittadini.
Per capirci meglio, tornando alla similitudine con l’abitazione, quando i soldi scarseggiano e si hanno case di famiglia inutilizzate ma già pronte ad essere abitate, ritenevamo fosse meglio trasferirvisi piuttosto che indebitarsi per comprarne una nuova. Se poi si tiene anche conto che con una famiglia numerosa, invece di acquistare una casa spaziosa si sono investiti soldi per un piccolo loft mansardato, bellissimo da vedere ma poco funzionale in rapporto alle proprie esigenze, si comprendono tutte le nostre perplessità per il nuovo Cova.
Oggi le nostre previsioni si sono avverate e, a fronte di costi di realizzazione altissimi, il Cova viene inaugurato seppur non ancora terminato (manca il cubo che probabilmente verrà ultimato nel 2020) e tutte le 18 classi ora presenti al Trevigi sono state concentrate nel Cova ristrutturato, mentre la nuova scuola è stata progettata ed autorizzata per contenere 15 classi in tutto (12 al Cova + 3 nel cubo), mostrandosi da subito insufficiente alle reali necessità. (Addirittura pare che gli alunni verranno fatti ruotare nell’attuale aula computer.)
Ammiriamo pertanto l’orgoglio con cui questa Amministrazione fa bella mostra della sua scuola nuova di zecca come di un grande risultato che, per carità, conveniamo essere a colpo d’occhio un gioiellino e sarà un bell’edificio da visitare, ma che ad oggi è costata tantissimo, non ha risolto il problema della sottoutilizzazione degli altri edifici scolastici ed allo stesso tempo è sottodimensionata rispetto alle reali esigenze di spazi.
Non dobbiamo poi neppure sottolineare, perché è davanti agli occhi di tutti, che questo bel monumento a futura memoria dell’Amministrazione Palazzetti ha bloccato ogni altro investimento per la città che infatti da quattro anni a questa parte è lasciata andare completamente a sé stessa.
Grazia Bocca
Pietro Calonico
Emanuele Capra
Vito De Luca
Giorgio Demezzi
Daniele Maggi
Fiorenzo Pivetta
Federico Riboldi