1) All’idea del governatore regionale Sergio Chiamparino: “Autostrade, affidare le concessioni alle Regioni? Buona idea”. L’idea viene “sposata” dall’ex senatore Daniele Borioli (del PD come Chiamparino), con una lettera agli organi di informazione. Quando ho letto questa notizia ho pensato: Ohibò! Nel passato con le autostrade e comunque con le opere pubbliche di questo tipo, la politica ha fatto “pancia mia fatti capanna” soprattutto al sud con opere incomplete o finanziate ma mai costruite, poi vennero i concessionari e con le autostrade hanno avuto l’abilità di trarne solo profitto. La tragedia di Genova ha scoperchiato un pentolone di incapacità della politica nel curare gli interessi dei cittadini ad ingrasso della concessionaria. Fare ritornare tutto sotto il controllo dello Stato potrebbe funzionare? Almeno con questo Governo credo di sì, e spiego perché: anche se l’Esecutivo è ‘raccontato’ dai vecchi mestieranti della politica e dai media al loro servizio (quasi tutti) come inidoneo, perché costituito da giovani e inesperti, proprio per questo sono convinta che sarebbe praticata una forma di controllo ed onestà poco utilizzata fino a tre mesi fa. Ma se questo Governo dovesse cadere, e al comando ci tornassero i soliti noti, magari con un Esecutivo di mestieranti “del Presidente”, saremmo punto e a capo. Ahimè si salvi chi può, riprenderebbe il “pancia mia fatti capanna” con aggiunta di “goga e migoga”. Comunque all’idea di mettere le autostrade in mano alle Regioni mi vengono i brividi in schiena. Ci sono Regioni minimamente ben governate, ma esiste una stragrande maggioranza di realtà che non sono in grado di occuparsi neanche di ciò su cui hanno ad oggi competenza. Il governatore Chiamparino forse teme ‘lo stop’ del completamento Asti-Cuneo, con un piano di investimenti elaborato a suo tempo con Delrio e con il governo Gentiloni e convalidato in sede europea, e di una serie di investimenti viari in tutto il Piemonte per complessivi 800 milioni tra il 2018 e il 2019, ma se i progetti stilati a suo tempo con l’ex governo sono reali, ufficializzati con copertura economica si suppone che nessuno possa cancellarli. Chiamparino stia sereno, anche se il Governo gli pare composto da Ufo non credo abbia interesse a gettare al vento ciò che di buono è stato fatto e deciso per il Piemonte anche in termini di concessioni autostradali.
Voto: 2
2) Piero Archenti è Un amico da tanto tempo, un giornalista sempre presente a sostegno dei miei impegni civici all’interno di alcuni Comitati/Associazioni composti da comuni cittadini, su vari fronti. Archenti il sabato su CorriereAl ci dona chicche in dialetto alessandrino, ovviamente con traduzione, su questioni inerenti alla città, e una di queste la voglio trattare perché riguarda la “casa “ di noi alessandrini, il municipio o Palazzo Rosso: “Na vota l’era cunzì cme Palasi Rus, per tücc adès l’è Palasi Rùt (tradotto: “Una volta era noto come Palazzo Rosso, per tutti ora è Palazzo Rotto”).
Archenti ci ricorda che nell’agosto 2016 erano arrivati a disposizione 750 mila euro per il recupero di Palazzo Rosso, ma per effettuare i lavori di restauro e varie manutenzioni era necessario redigere il progetto esecutivo e affidare l’appalto dei lavori prima che il palazzo perdesse altri pezzi. Da articolo de La Stampa a firma Bottino di domenica 12 agosto, pare che finalmente si sia allestito un ponteggio per aprire un cantiere sul tetto. Domanda: perché tanto tempo per redigere un progetto? Palazzo Rosso dovrebbe essere edificio di importanza storica culturale, visto che è un edificio risalente al XVIII secolo. Nel 1772 iniziarono i lavori di costruzione del palazzo su disegno dell’architetto Giuseppe Caselli, e dopo una lunga sospensione i lavori furono ripresi nel 1825 e condotti a termine nel 1830 dall’architetto Leopoldo Valizzone. Palazzo Rosso viene definito uno dei più bei palazzi della città per il suo particolare colore rosso intenso, sostenuto da una serie di archi che danno all’edificio una elegante forma architettonica. Singolari sono i tre orologi e la campana a cappello che completano l’edificio. A questo riguardo cito un articolo molto interessante, sempre a firma Piero Archenti, del 2014: “Gli orologi del municipio di Alessandria. Una storia lunga 211 anni”.
In cima il galletto di ferro sottratto dagli alessandrini ai casalesi nel 1225 dopo una delle tante battaglie tra le due cittadine. A questo punto concludo con una domanda finale: se è vero che dal 2016 ci sono quei fondi già destinati per quella specifica spesa, perchè si è atteso tanto?
Tre anni per redigere un progetto esecutivo non sono troppi, considerato anche il “fior fiore” di ingegneri dipendenti dell’Ente, senza andare a cercare chissà chi al di fuori del Palazzo, con costi che porterebbero via una buona fetta del fondo? Domanda troppo ingenua o ovvia?
Voto: 2
3) Parcheggio Berlinguer: ci torno per l’ennesima volta, con la speranza che il nuovo Prefetto si prenda in carico ciò che non è stato considerato da chi l’ha preceduto. 10 agosto 2018 ore 15.58, Mara (ometto il cognome) scrive su Facebook: “Buongiorno a tutti… scrivo per segnalare per l’ennesima volta il problema del parcheggio dell’ospedale…ore 12:00 parcheggio per andare a trovare un parente all’ospedale… un extracomunitario aspetta che esca dalla vettura… non avevo soldi con me. Il tizio mi segue inveendo contro di me dicendomi che ho l’auto bella e quindi sarei ricca (magari! in realtà sono una povera disoccupata come molti al giorno d’oggi)… cerco di evitarlo e accelero il passo… mi segue fino alle strisce pedonali…in qualità di cittadina chiamo subito il 112 e segnalo il problema. Mi hanno risposto che avrebbero mandato una pattuglia. Ore 13:15 mi reco a riprendere la macchina… erano ancora lì…ho dovuto fare il giro largo perché impaurita. Possibile che non si riesca a risolvere questo problema? È una vergogna che donne e anziani siano impauriti per andare a trovare i propri cari all’ospedale!!!” Questo è un fatto segnalato da una giovane donna che utilizza Facebook per denunciare la situazione, ma quanti sono gli utenti di quel parcheggio, anche anziani, che subiscono rinunciando a reagire e denunciare? Attraverso ogni giorno il lato di quel parcheggio per recarmi all’edicola di fronte all’ingresso secondario dell’Ospedale, e ogni giorno assisto personalmente a ciò che accade. E’ la vergogna di chi dovrebbe far ristabilire la sicurezza, la tranquillità dei cittadini che necessitano dell’ospedale e dei lavoratori dello stesso. E’ la vergogna di Istituzioni incapaci di trovare soluzioni che non siano solo di supposti progetti di illuminazione, telecamere o mettere il parcheggio a pagamento.
Possibile che non si possa stroncare tale pratica cercando di capire chi sono questi individui, dove vivono e chi li comanda?
Voto: 2 (anche meno)