Rifiuti e incendi, business e misteri! Intanto stop al progetto Marengo Hub: sicuri che sia un male? [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Per Aral non c’è pace, due incendi a distanza di pochi giorni. Autocombustione? Dolo? E chi lo sa oppure: lo si saprà mai? Siamo in Italia, il paese dove anche i misteri più piccini non vedono la luce. Intanto lecita la domanda di questo titolo: “Nuovo incendio all’impianto Aral di Castelceriolo: è doloso? E a chi giova?”
Per le mie esperienze trascorse in ambito gestione rifiuti all’interno di Comitati, ho preso atto che il rifiuto puzza, ma produce schèi, oro, regalie di lusso di ogni genere per chi lo tratta, ed è una vera industria che fa muovere grandi affari, e anche vittime per chi si mette in questo settore ‘di traverso’. Negli anni 2005-2010 mi sono letta le relazioni annuali della Corte dei Conti nazionale sui rifiuti: il quadro descritto era delinquenziale, anche se poi tali relazioni diventavano carta straccia. Come è mia abitudine faccio un po’ di storia, promemoria di chi se l’è perso o dimenticato. Senza andare troppo lontano, perché anche nella “paciosa e gigiona” Alessandria succedono cose dell’altro mondo. Siamo nel maggio 2015: “Aral: in viaggio verso dove? Discariche, mugugni e finti misteri”.
Luglio 2017, un anno fa e a pochi giorni dal cambiamento politico amministrativo sancito dal ballottaggio del 25 giugno, una notizia bomba: “Scandalo rifiuti ad Alessandria, indagato il compagno della Rossa”. Le indagini su questo traffico illecito di rifiuti tra Napoli, Brescia, Alessandria e Savona sono svolte dal Dott. Raimondi Sandro della Procura di Brescia. Per chi vuole conoscere altri particolari, interessante anche l’articolo de La Stampa sempre di luglio 2017 che ci racconta dello stato delle discariche di casa nostra: “Il tragitto dei rifiuti da Napoli in Piemonte”.
Dopo questo viaggio che vi ho fatto percorrere, dopo le fatiche della nostra attuale giunta, e del validissimo assessore Borasio per salvare questa azienda, il fuoco la fa da padrone. Quindi: a chi giova e chi ha interesse che la monnezza diventi un cumulo di cenere e pulviscolo aereo che sta ammorbando l’aria nei sobborghi e parte della città? Mistero.
Voto: 2

 

 

2) La notizia risale ai primi di agosto, ma ci consente di tornare sul tema: “Progetto Marengo HubTé piace 'o presepe? [ Lissòndria tra Tani e Burmia] CorriereAl 3 stoppato a causa del dilettantismo del PD renziano. Intanto per Alessandria prioritario sbloccare il pagamento dei debiti pregressi: i soldi li abbiamo, ce li lascino utilizzare”.
Se devo essere sincera per due componenti del progetto l’aver sospeso mi va bene. Nel progetto erano infatti inseriti ancora fondi per il complesso napoleonico di Marengo, un autentico ‘pozzo senza fondo’ che rende poco o nulla, e che nei decenni passati è costato milioni e milioni di euro ai contribuenti alessandrini: fino all’apoteosi della piramide! Altro progetto inutile la pista ciclabile: assurdità costosa e inutile data la grande massa di veicoli che attraversa giorno e notte la Bormida tra Alessandria e Spinetta. Dato questo stop, e in attesa che arrivi il 2020, si potrebbe tentare di modificare qualcosa, e utilizzare le risorse in bisogni reali su Spinetta. Le motivazioni dello stop le elenca chiaramente l’On. Riccardo Molinari: “Sul bando periferie occorre fare chiarezza. Il Pd di Renzi ha promesso soldi che non poteva spendere. A dirlo è la sentenza numero 74/2018 della Corte Costituzionale di aprile, che dichiara incostituzionale il comma della finanziaria del 2016 che prevedeva fondi per la seconda parte dei comuni finanziati. Quindi, i primi 24 comuni sono stati finanziati regolarmente, quelli del secondo giro no”. Il tempo del “goga migoga” non c’è più, Spinetta ha molteplici problematiche di manutenzione, le risorse risparmiate sul “tempio” napoleonico e sulla pista ciclabile andrebbero spese anche per altri sobborghi in difficoltà. In ultimo: serve un ponte nuovo sulla Bormida che dia un po’ di respiro all’unico esistente, che necessita di interventi di manutenzione. Il suo stato odierno viene spiegato in questo articolo dall’Assessore comunale ai Lavori Pubblici: “Barosini: “Ponti comunali alessandrini sicuri e monitorati”. Ma quello sulla Bormida……”.Se il ponte sulla Bormida venisse un brutto giorno chiuso per sicurezza sarebbe il caos: con chi ce la prenderemo se succederà?
Voto: 7

 

La fusione sanitaria di Alessandria tra progetti per l’azienda unica e parole al vento [Centosessantacaratteri] CorriereAl3) Argomento Sanità a me caro, condivido l’intervento in Regione Piemonte del Consigliere regionale Walter Ottria: “Serve un decreto urgente del Governo su numero chiuso e mancanza borse di specializzazione a Medicina”. Ottria trattando questo argomento non si limita alle solite ‘parole al vento’ che ci vengono periodicamente propinate dalla Sanità regionale: (ad esempio le promesse di riduzione delle lunghe liste di attesa. Bene! E’ tempo che qualcuno si occupi di cose concrete, ed è ciò che chiede il Consigliere Ottria alla Giunta regionale: serve un decreto urgente che elimini il ‘numero chiuso’, aumentando invece le borse di specializzazione a medicina e tutelando le sedi periferiche. Il rischio concreto è che tra qualche anno saremo senza medici di famiglia, e chi è la causa dei nostri guai? Un po’ di storia sul numero chiuso in medicina, parliamone: guarda caso è stato istituito nel 1997 dal ministro della salute Rosy Bindi e dal ministro dell’Università e Ricerca Scientifica Ortensio Zecchino, durante una legislatura fuori da ogni canone. Un legittimo Prodi 1 “scalciato” da D’Alema 1 sotto la presidenza Scalfaro. D’Alema 1 sfiduciato e reincaricato con D’Alema 2 sotto la presidenza Ciampi, ri-sfiduciato per la seconda volta, sostituito nell’ultimo anno di governo da Amato per concludere una legislatura a base di colpi bassi tra componenti della stessa parte politica. Da quella legislatura in poi sulla sanità solo paliativi peggiorativi. In questo paese, fino all’ultimo Governo Gentiloni, l’usanza era mettere a capo del Ministero della salute politici non con titolo specifico di medicina, fino al tanto vituperato governo giallo/verde, il cui ministro della Salute Giulia Grillo è invece un medico. Ci voleva tanto? Un ministro che sa di che parla,e riesce a capire i potenti dirigenti ministeriali, numerosi e iperpagati. In ultimo: non sarebbe il caso di rivedere la Legge Balduzzi, pessima a parere di molti medici e operatori della sanità? Il Governo Monti anche in ambito sanità ha lasciato solo una scia di problemi.
Voto: 10