Incendio di Castelceriolo, troppe incertezze nella gestione dell’emergenza

Non è un giallo, è un atto criminoso. Il secondo incendio all’impianto di trattamento rifiuti di Castelceriolo lascia sul campo molti dubbi ma un’unica certezza: si è trattato di un evento doloso.
Sarà la magistratura ora ad appurare le responsabilità penali ma l’amministrazione comunale deve sin da ora interrogarsi sulle scarse (o nulle) misure di sicurezza del sito, nonché sulla gestione dell’emergenza. Se davvero la colonna di fumo era pericolosa per la salute pubblica (Arpa ha misurato valori di 300 microgrammi al metrocubo di Composti Organici Volatili e presenza di Acido Cianidrico, un composto molto reattivo e estremamente tossico), perché è stato fatto passare così tanto tempo dall’inizio dell’emergenza prima di avvisare la popolazione delle frazioni e dei quartieri cittadini?
Quanto tempo si è reso necessario prima che i funzionari del Comune si rendessero conto di non avere a disposizione un numero sufficiente di vigili urbani (sono dichiarazioni dell’assessore Paolo Borasio) per coprire tutte le aree interessate dalla nube nera? Sui social network sono molte le persone che denunciano il fatto di non aver ricevuto alcun segnale di allarme. In alcune vie del quartiere Pista non è transitata alcuna pattuglia dei Vigili Urbani. I volontari della Protezione Civile dovevano essere allertati prima?
Domande doverose che dovrebbero essere portate in Consiglio Comunale quanto prima. Non molto distante dall’impianto ARAL sorge un’Area a Rischio di Incidente Rilevante (il polo chimico). Sarebbe bene non scordarselo.
Davide Serafin
per Possibile Alessandria – comitato Macchiarossa