Barosini: “Ponti comunali alessandrini sicuri e monitorati”. Ma quello sulla Bormida…..

Merci via treno da Mortara alla Cina Barosini: "opportunità che anche Alessandria saprà cogliere" CorriereAl 2“Il Comune di Alessandria è proprietario e quindi responsabile di una serie di manufatti che, a norma di legge, devono essere monitorati costantemente per verificare la piena rispondenza alle caratteristiche di efficienza e tali da assicurare la sicurezza dei cittadini”.

Giovanni Barosini, da un anno assessore ai Lavori Pubblici di Palazzo Rosso, accetta, dopo la drammatica vicenda del ponte Morandi a Genova, di fare il punto della situazione ‘sullo stato di salute’ del patrimonio pubblico comunale alessandrino, con un focus particolare sulla sicurezza dei ‘nostri’ ponti.

“Indipendentemente dai tragici fatti di Genova – spiega Barosini -, sono già in corso di affidamento incarichi professionali tesi ad acquisire puntali perizie di staticità dei ponti Tiziano, Forlanini (Orti) e di viale Brigata Ravenna (cavalcavia Cristo).

La situazione, comunque, appare rosea in un panorama generale rappresentato anche dagli organi di stampa a livello locale e nazionale, in quanto, al di la del cavalca ferrovia Brigata Ravenna, le strutture sono relativamente recenti essendo state ultimate nei primi anni del 2000 e quindi ben lontane dal raggiungimento dei limiti di utilizzo dettati dalla vetustà.

Per quanto attiene il cavalca ferrovia Brigata Ravenna, oltre alla verifica statica, si avvieranno appena possibile i lavori di rifacimento dei parapetti per i quali è già stato approvato e finanziato apposito progetto.

È da considerare, invero, che detto manufatto subisce un doppio controllo; infatti anche RFI effettua un costante monitoraggio visivo della struttura, ne è riprova il fatto che gli interventi programmati sui parapetti sono stati sollecitati e, di fatto imposti, direttamente dal personale tecnico delle ferrovie.

Copia di Progetto Marengo Hub da periferia a comunità: alcune riflessioni critiche sul fronte energia

Le preoccupazioni maggiori, per quanto attiene il territorio comunale, sono rappresentate dalle condizioni del ponte sulla Bormida, di proprietà dell’Amministrazione Provinciale, per il quale vorremmo avere le dovute rassicurazioni per quanto attiene la sua sicurezza; ancor più che, anche sotto il profilo idraulico, non appare pienamente rispondente a quanto previsto dal P.A.I.

Auspichiamo, a tal fine, che queste rassicurazioni arrivino al più presto e che, comunque, negli atti di programmazione provinciali, regionali o statali venga inserita la realizzazione di un secondo ponte sulla Bormida (come ho già nei mesi scorsi accennato e che prossimamente proporrò formalmente al Sindaco e Giunta…) per poter consentire, laddove sia necessario, interventi di manutenzione al manufatto esistente senza così arrecare grave disagio alla vita della nostra città.

Inoltre è bene precisare che stiamo richiedendo agli enti proprietari – autostrade, regione, provincia, r.f.i. – le perizie statiche di tutte quelle strutture, ponti o sottopassaggi, che interferiscono le strade di proprietà o gestione comunale o che, comunque, insistono sul nostro territorio.

Insomma abbiamo ed avremo breve un quadro completo della situazione sicurezza.

Infine mi permetto una doverosa considerazione generale: è giusto e sacrosanto oggi, sull’onda di una spinta emotiva dettata dalla tragedia di Genova, preoccuparci della nostra sicurezza e pretendere le verifiche di quelle strutture che quotidianamente vedono il passaggio di decine di migliaia di autoveicoli ma ricordiamo cosa è successo quando una precedente Amministrazione decise di ricostruire il vecchio ponte della Cittadella.

Il ponte era monitorato, era inidoneo idraulicamente, non era sicuro staticamente così come dimostrato da perizie tecniche sottoscritte da tecnici altamente qualificati ma, sull’onda di una spinta emotiva contraria ci sono voluti 15 anni per poterlo abbattere.

Grazie a Dio non è successo nulla in quei 15 lunghi anni ma il pericolo che questa città e i suoi cittadini hanno rischiato deve restare come monito a futura memoria”.