1) Pare una gara di scherma o di pugilato, quella che viene disputata in questo caldo periodo estivo fra Comitato di Casalbagliano e amministrazione comunale alessandrina. Personalmente sto sempre dalla parte dei cittadini che lottano per ottenere i diritti dovuti, e Casalbagliano è un sobborgo che soffre da troppo tempo: è normale che i cittadini non si fidino più di promesse, perché negli ultimi anni di promesse ne sono state fatte tante, ma le amministrazioni una dopo l’altra se ne vanno, togliendosi il pensiero, e chi arriva si trova da gestire ‘grane’ a non finire, e deve trovare pure i fondi per sistemare certe questioni. Quindi Casalbagliano ha ragione su tutto. In questo momento però mi sento di spezzare una lancia nei confronti dell’Assessore Barosini, che ha ereditato queste ‘grane’, e non si sottrae, a costo di attirarsi addosso anche l’ira. Cito due articoli e poi dico la mia. Botta: “Barosini: “Casalbagliano è al centro della nostra attenzione: dalla questione idrogeologica alla messa in sicurezza del Castello”. Già effettuato lo stralcio del verde”.Risposta: “Dopo gli allagamenti, il taglio dell’erba fa sbottare Casalbagliano”. Questo secondo articolo inizia così: “I residenti della frazione alessandrina hanno da tempo superato la soglia di sopportazione e l’ennesimo “siamo vicini agli abitanti di Casalbagliano” dopo il taglio dell’erba “poi lasciata a bordo strada” ha accentuato il disappunto in alcuni cittadini”. Interessante leggere i due articoli per capire meglio la situazione in essere, ma anche su un piccolo intervento come lo sfalcio dell’erba poi lasciata a bordo strada come sempre ce la prendiamo con l’amministratore politico. In realtà è l’azienda pubblica preposta a questo servizio che non ha ben operato, magari non controllando chi non ha effettuato il lavoro a regola d’arte. Sulla mala amministrazione pubblica io non sono assolutamente garantisca. Per Casalbagliano i fondi per realizzare opere devono arrivare dalla Cassa Depositi e Prestiti. Roma è lontana, e di Alessandria ‘si fa un baffo’. Abbiamo dei parlamentari che potrebbero però attivarsi. La mattina del 18 luglio alle ore 8,30 ho contattato l’On. Rossana Boldi (Lega di Salvini), eletta nel nostro collegio, chiedendo se poteva fare una Istanza di sollecito alla C.D.P per i fondi attesi da Alessandria. Conosco bene la senatrice Boldi e so che si attiverà, ma se i suoi colleghi eletti al Senato e alla Camera di ogni colore politico, (compresa la Senatrice Susy Matrisciano dei 5 Stelle, che pare sia residente proprio a Casalbagliano) si attivassero insieme a Rossana Boldi, sono certa che qualche centesimo utile arriverebbe.
Voto: 5
2) In questo caldo agosto dedico una pagella con un brutto voto a chi, nel dopo amministrazione Fabbio, ha trascurato fino a decretarne la fine le bellissime rose. Che fossero moldave o no non importa: erano cespugli dalle infinite sfumature che parevano dipinte in un quadro, una gioia per gli occhi e un bell’accessorio per Alessandria. Nel dopo Fabbio anno dopo anno hanno resistito al calore e ai rigidi inverni, ma dopo un po’ cespuglio dopo cespuglio sono seccate, rimane qualche rimasuglio qua e là e guardarle mi mette tristezza. Sono state abbandonate al loro destino per cinque anni: forse per risparmiare acqua a causa del dissesto, o semplicemente disprezzate a causa della loro storia, come simbolo politico. Io cittadina chiederei i danni a chi ha lasciato andare ‘a ramingo’ un bene della città.
Questa pagella mi è stata stimolata da un articolo in merito alla convocazione di una Commissione Consiliare per il piano del verde pubblico da rivedere: “Piano del verde pubblico da rivedere? Il tempo non aiuta… e le risorse nemmeno”.Riporto la parte: “ …..Ma l’affermazione “un piano da rivedere” nasce anche dall’appunto di alcuni consiglieri comunali (tanto di maggioranza quanto di opposizione) sulle scelte di piantumazione di aiuole o alberi. “Le aiuole delle rose sono tutte secche, morte….forse non sono la specie adatta a questo clima. Magari prima di ripiantumare in quegli spazi, pensiamo a cosa può sopravvivere con il clima alessandrino e senza necessità di troppa manutenzione”, è stato il consiglio di Ravazzi della Lega Nord. “Certamente, quelle ormai ci sono. E dove non esistono più, non ci sono ad oggi i soldi per piantumarne di nuove”. Ai consiglieri di maggioranza e opposizione dico: quelle rose erano adatte per qualunque clima se fossero state curate adeguatamente. Se la manutenzione sarà ancora quella degli anni scorsi, consiglio rose di plastica! E si pretende di essere ottimisti, e di dichiarare che Alessandria è bella? Alessandria al momento ha un brutto aspetto ed è sozza: sfido chiunque dichiarare il contrario. Ai consiglieri fornisco una idea per risparmiare la manutenzione: sassi! Riempire gli spazi aiole di sassi, perché anche solo un tappeto di erba richiede vari tagli. Una frase presa nel web che faccio mia: “erano 100.000 rose, “una per ogni alessandrino” che in questi anni hanno continuato a fiorire fregandosene altamente delle polemiche umane e della scarna manutenzione ad esse riservata“.
Voto: 2
3) Alla fine di luglio si leggeva questa notizia: “Torniamo a Province elette e in condizione di operare efficacemente”.Il comunicato proveniva dal Senatore di Forza Italia Massimo Berruti e iniziava così: “Con l’ennesimo intervento di proroga previsto dal Governo in materia di enti locali, si certifica in queste ultime settimane che la legge Delrio ha fallito i suoi obiettivi”. Bene! Anche molti cittadini attenti a ciò che viene deciso sulle loro teste, e abitualmente interessati ad argomenti che li riguardano, da tempo e non solo da ora, hanno “certificato” che la Legge Delrio ha fallito, come sono fallite tante scelte di un governo non eletto ma imposto al paese da una “entità credutasi sovrannaturale”. Anche la Lega nei giorni scorsi, con un disegno di legge presentato al Senato, firmato anche da Matteo Salvini, vuole riabilitare le Province: “Bisogna ridare il voto ai cittadini. Bisogna ripristinare la legalità costituzionale. Oggi votano solo i sindaci del territorio, un sistema provvisorio tenuto in piedi dalla bocciatura del referendum del 2016″.
Graziano Delrio era convinto di cancellare le Province con il SI referendario, gli è andata male e invece di ripristinarle le ha lasciate nel limbo. Oggi sono esistenti e abbandonate a se stesse, ma devono amministrare ed essere messe in grado di funzionare. Hanno tolto loro la rappresentatività diretta, perché gli organi politici adesso sono composti da sindaci e consiglieri comunali che si eleggono tra di loro. Per il resto nulla è cambiato, perché rimangono in piedi tutte le principali funzioni assegnate dalla legge, con la costruzione e manutenzione di migliaia chilometri di strade provinciali, edilizia delle scuole superiori, valorizzazione e cura di notevoli patrimoni architettonici e culturali. Quindi se Forza Italia come da comunicato del Senatore Massimo Berruti e la Lega di Salvini intendono cancellare i disastri creati dall’ex ministro Delrio è un buon segnale: bisogna rimettere le cose al loro posto.
Voto: 8