A volte (no, sempre!), guardando le vecchie cartoline mi chiedo: “Come può un alessandrino, uno che ama la propria città, intervenire nel modificare o demolire ciò che è così bello artisticamente e così nobile architettonicamente?”
Capisco il correre (lo scorrere) del tempo, le diverse necessità abitative o di trasporti o di tutte le altre esigenze ma – ripeto – come sì può essere così ottenebrati dalla smania di cambiare, rifare, demolire e ricostruire, quando si sono saputi raggiungere risultati come questa foto ci permette di vedere ed osservare?
Non erano forse gli antichi – i nostri predecessori – molto più avanti di noi e non erano forse dotati di un gusto artistico così elevato che noi oggi possiamo solamente sognarcelo?
Ripeto, i tempi cambiano e le mode si trasformano, i gusti seguono l’andamento del tempo che di volta in volta, progressivamente, porta a quel che oggi ci circonda.
Ma siamo veramente sicuri che le mode e le scelte che hanno portato la città a queste miserie che ci restano da vedere guardandoci intorno siano di Qualità Superiore, rispetto alla città che (per nostra sfortuna) riusciamo ancora a gustare solamente attraverso le cartoline d’epoca?
Ecco, nostalgici forse si nasce ma molto spesso ti ci fanno diventare. Certo, perché frotte di amministratori sono e sono stati affetti dalla Sindrome dell’avvocato Truncon, cul ch’l’à sfacc la cà pèr vendi i mon (Quello che ha disfatto la casa per vendere i mattoni). Demolire e rattoppare (male) è il mestiere che molti (troppi) hanno saputo fare egregiamente.
Come non rimpiangere il primitivo aspetto della semplice costruzione ottocentesca ove ha avuto sede fino a pochi anni fa l’antica Libreria Bertolotti, e oggi sorge un bar?
Artisti nati erano gli operai (pittori finissimi?) che dipingevano le artistiche insegne pubblicitarie dei negozi.
Come non rammaricarsi per la folta serie di manufatti che, a nome del progresso, è stata spazzata via?
Una semplice lampada appesa sulla via era un’opera d’arte. Costruita certamente per la necessità di illuminare e rendere più sicura la strada, ma una vera opera d’arte moderna, in quel Novecento che ha saputo donarci una bella continuazione di Liberty.
Quindi, come si suol dire, i nostri predecessori che erano Più ignoranti e più poveri, hanno saputo costruire e creare il bello e molto spesso conservare il bello arrivato fino a loro passato per donarlo al futuro.
Oggi basta guardare l’andazzo italiano e cittadino per capire che qualcosa nella famosa equazione non torna…
Insomma, signori, incolliamo gli occhi su questa immagine, su tutti i particolari che questa cartolina ci dona; automaticamente berremo un sorso di città genuina, gustosa e spumeggiante… visto che perfino i fiumi che bagnano Alessandria sono così lerci da non poterci più fare neppure il bagno e tantomeno se ne possono bere le acque.
Buona bevuta!
Caffé e bar – Il nuovo anno ha visto la nostra città arricchirsi di nuovi ritrovi eleganti.
Primeggia fra tutti il Gran Caffè Roma, condotto dal mago dei baristi sig. Gardella, e gli seguono d’appresso il caffè della Galleria, esercito dall’ottimo sig. Ottazzi, ed il caffè Ligure, rimodernato da poco e diventato proprietà dei fascisti.
Fra tutto lo sfarzo di eleganza e di luce per cui brillano i detti ritrovi, una cosa però dobbiamo rilevare a riguardo non solo dei caffè sopramenzionati, ma di tutti i bar in genere, ed è che le bibite sono troppo care!
Come è mai possibile che un vermout semplice, debba ancora costare ottanta centesimi, un americano altrettanto ed un cognac due lire?
Tutti sanno che i liquori all’ingrosso hanno subito forti ribassi, come mai dunque i prezzi al minuto si conservano così elevati? Ed anche il caffè non è tempo che venga pur esso Ribassato?
Se tutti questi esercizi prosperano e possono sostenere enormi spese di rinnovamento e di lusso si è perché i guadagni sono certamente enormi: non sarebbe quindi forse meglio che si profondessero meno denari nell’esteriorità, e si scontentasse di più il pubblico con tariffe più equanimi?
Lo credano i signori esercenti, l’unico rimedio per far buoni affari è quello di vendere roba buona e a modici prezzi.
LA FIAMMA Settimanale Socialista – Organo della « Cesare Battisti » Anno IV – N. 2 – Alessandria, 20 Gennaio 1922