Il Prefetto Apruzzese: “Sindaci sentinelle del territorio: la mia porta è sempre aperta, per loro e per i cittadini”

di Ettore Grassano

 

E’ a Palazzo Ghilini solo da un paio di settimane, ma il nostro territorio non è per lui una novità assoluta: “Alessandria è nei miei ricordi di ragazzino: ci venivo a comprare le pesche e a mangiare il gelato con mia nonna. Ho trascorso diverse estati a cavallo tra alessandrino e astigiano: momenti molto piacevoli”. Il nuovo Prefetto di Alessandria, Antonio Apruzzese, ha 63 anni, e una storia professionale lunga e ricca di incarichi di rilievo, come alto dirigente della Polizia di Stato a Palazzo Chigi e al Ministero dell’Interno. Con esperienza (e certamente anche doti diplomatiche) dice: “Alessandria è una città operosa, con persone abituate a fare: lo si capisce subito”. E dopo un primo ‘tour’ in giro per la provincia fra istituzioni, sindaci, corpi intermedi il nuovo Prefetto conferma: “La mia porta sarà sempre aperta: per i sindaci in primo luogo, che devono poter dialogare con lo Stato centrale in maniera trasparente, ma anche per tutti i cittadini”. Un approccio che è piaciuto a molti: ecco allora qualche riflessione aggiuntiva, e ‘d’esordio’, del dottor Abruzzese.

 

Signor Prefetto, quali le sue prime impressioni su Alessandria?Provincia di Alessandria, firmata la convenzione con l’Università di Genova per ospitare studenti in tirocinio formativo CorriereAl
Città laboriosa, e tranquilla. Ho fatto qualche passeggiata, e apprezzato l’utilizzo che gli alessandrini fanno della bicicletta: meglio una tranquilla pedalata, incontrando e salutando amici e conoscenti, che chiuderci ognuno dentro la propria auto.

I problemi però non mancano: i sindaci, dal capoluogo ai tanti piccoli comuni, ne sanno qualcosa…
Oggi più che mai il ruolo del sindaco è fondamentale, e complicato. Ho già conosciuto diversi primi cittadini dell’alessandrino, ed è mia intenzione avere con loro un dialogo diretto, e costante. Devono sapere che lo Stato c’è, ed è al loro fianco.

Però in qualche caso, come la vicenda migranti, tra comuni e Stato qualche ‘frizione’ non è mancata. Ad Alessandria non si registrano nuovi arrivi da un anno: continueremo così?
(riflette, ndr) Posso assicurare che, anche qui, il dialogo sarà sempre vero, trasparente. Comunque al momento il fenomeno è sotto controllo.

Qualcuno ha scritto: meno migranti, meno reati. E’ vero, o è una semplificazione?
E’ questione in cui le opinioni contano poco. Bisogna invece analizzare numeri, dati, tendenze. Magari su un periodo medio lungo, e non solo un anno. E far parlare le statistiche.

Altre statistiche evidenziano che le persone in difficoltà, sia economiche che sociali, sono sempre più numerose..
So che ad Alessandria, anche su questo fronte, esiste una rete capillare di associazioni di volontariato, che svolgono un’opera preziosa. Sarà mia cura porre particolare attenzione verso coloro che si trovano in condizioni di fragilità sociale, ai disabili, agli anziani e ai giovani per i quali la Prefettura deve diventare sempre più un reale punto di riferimento. Una porta aperta.

Signor Prefetto, chiudiamo con leggerezza: è appassionato di calcio?
(sorride, ndr) Molto, da sempre. Ho i colori giallorossi della Roma nel cuore, ma Alessandria non è una città qualunque neanche su questo fronte: sono cresciuto nel mito di Gianni Rivera. Non credo serva aggiungere altro.