Da qualche settimana, ormai mese, gli editorialisti e gli opinionisti tv si affannano a dimostrare come i componenti dell’attuale maggioranza di Governo siano dei fascisti, nazisti o comunque quanto di peggio ci possa essere sulla faccia della Terra.
Ci allertano tutti i giorni sul regime che si sta instaurando, sul Governo che in Rai vuole tutto, grazie anche alla riforma Rai di Renzi (eterna riconoscenza, senza di lui cosa saremmo ora?), sui russi che hanno creato fake news per favorire gli attuali partiti di maggioranza, in sostanza i russi vanno bene solo quando organizzano magistralmente i Mondiali di calcio, poi tornano a essere i puzzoni di sempre.
In attesa che i partiti sconfitti alle elezioni di marzo facciano la famosa analisi della sconfitta una riflessione mi sporge spontanea ed è semplicemente la seguente: il PD è la sintesi di due partiti che per 50 anni hanno dominato la scena politica nazionale e non solo. Da una parte c’era un Partito che aveva fatto del potere e della gestione del potere una forma di arte e dall’altra un Partito, che non potendo andare al potere per ovvie ragioni geopolitiche, era stato egemone dal punto di vista culturale e scolastico-formativo.
Ora questo Partito, con codesto passato e lignaggio, sostenuto pressoché in modo unanime dal quarto potere (stampa e media) e anche dal quinto (industria e finanza) e con un leader campione di furbizia, intelligenza politica e quant’altro come ha fatto in pochi mesi ha dissipare il proprio consenso e consegnare il Paese a una forza che solo sessanta mesi prima non era neppure presente in Parlamento?
Per mantenere alto il gradimento del Governo è stato sufficiente fare un po’ la voce grossa sull’immigrazione promettendo un poco di ordine in più e cercare di aiutare giovani o meno, cercando di ridurre la precarietà. Nulla di fantascientifico per dire di quanto ribrezzo facesse il Governo precedente agli elettori.
Il Governo cerca di fare qualcosa di diverso da quello precedente, il motivo per cui ha ricevuto una camionata di voti tra l’altro, non c’è nulla di cui stupirsi ci sarebbe di stupirsi del contrario, invece incessantemente si stracciano le vesti creando un clima pesante a cui, per fortuna, nessuno più crede.
Su Epifani, ex-segretario PD ed ex-segretario CGIL, che propone emendamento per reintrodurre art.18 quando ha votato il jobs act e l’eliminazione dell’art.18, stenderei un velo. PIETOSO.
Gianluca Loreggia – Valenza