di Jimmy Barco
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Dal Mocca – Prima uscita ufficiale dei Grigi in questa nuova stagione. Si gioca in uno stadio curioso e rovente, i ricordi dei fasti torinesi e milanesi di questa manifestazione non sono neppure troppo lontani mentre l’avversaria odierna è una di quelle squadre che evocano ricordi per lo più nefasti: la Giana Erminio di Gorgonzola.
Per l’occasione i nostri avversari, dopo un trentennio, non si presentano con Cesare Albè in panchina: ha mollato il ruolo di allenatore per andare ad occupare una ambita scrivania in seno alla Società, quella di DS.
L’Alessandria scende in campo con alcuni nuovi acquisti, ma le squalifiche e, soprattutto, la “rivoluzione permanente” voluta da Di Masi impongono al mister D’Agostino, nuovo pure lui, di far di necessità virtù e lavorare su un organico che, se tutto va bene, è ben diverso da quello che si ritroverà in campionato. Per questa ragione, difesa a parte, dalla cinta in su non sarà probabilmente questa la vera Alessandria che vedremo in futuro, ma comunque di quella di stasera parleremo e di questo turno eliminatorio daremo il nostro personale giudizio.
E se dobbiamo aggiungere l’ovvia considerazione che i nostri ragazzi sono nel pieno della preparazione precampionato con tutte le note problematiche che questo periodo porta con sé possiamo davvero definire l’Alessandria che vedremo stasera “mascherata” per cui anche le prime impressioni lasciano il tempo che trovano.
La partita. Opposto al 3-5-2 dei lombardi D’Agostino schiera i suoi con il 3-4-3: davanti a Cucchietti i difensori sono Sciacca, Gozzi e Prestia; in mezzo operano Tentoni, Gatto, Gazzi e Badan mentre in attacco giocano Sartore, Di Luca e Fischnaller.
Un cenno sul modulo adottato dai Grigi, se mai fosse quello che vedremo poi in campionato: il 3-4-3 è un modulo inventato da Zaccheroni: pochi lo conoscono a fondo anche perché poco applicato.
Nella partita di oggi, per quel che conta, è successa una cosa interessante: Marzeglia, il loro gigantesco centravanti che ha siglato il gol partita, all’inizio si è spostato sulla sua sinistra cercando l’uno contro uno contro il mingherlino Sciacca e ha messo in difficoltà la nostra difesa.
D’Agostino ha insistito sul modulo tattico iniziale e non è passato alla difesa “a quattro”, cosa che avrebbe messo tatticamente in difficoltà tutta la manovra d’attacco avversaria. Questo è il tipico esempio del modulo che diventa prevalente sulla tattica.
Peraltro stiamo parlando di quisquiglie perché nella prima frazione di gioco di azioni degne di chiamarsi tali ne abbiamo appuntate due:la prima al 7’ con Fisch il cui tiro viene parato e l’altra al 17’quanda la Giana imbastisce un bel triangolo profondo chiuso da un diagonale a lato.
Ci sarebbe una decente opportunità su una seconda palla molle che finisce giusta sul sinistro di Gazzi ma il suo tiro dal limite è poco più che uno straccio bagnato.
Un primo tempo equilibrato e noiosetto anche, penso, per i settecento paganti del Mocca strappati alle piscine dei dintorni.
Nella ripresa la musica cambia un po’ e i Grigi subiscono moderatamente gli avversari, anche se in apertura di tempo (49’) Fisch ha fra i piedi una palla decente ma la spreca.
Al 56’ la svolta: Chiarello trova il corridoio giusto in contropiede con la difesa mandrogna che si salva in affanno in corner. Sul corner respinto la seconda palla la cattura Palma che la rimette in centro area e Marzeglia insacca di testa nell’area piccola con Gozzi che si è colpevolmente perso, nell’occasione, la marcatura.
Da lì alla fine due grosse occasioni; una al 77’ in contropiede del Giana e l’altra al 83’ con Prestia che sbaglia da pochi passi un prezioso assist di testa di Marconi.
E qui, appena cominciata, finisce l’avventura dei Grigi in Tim Cup: a Crotone, domenica prossima per il secondo turno, ci va la Giana. Adesso un mese filato di lavoro per i giocatori, il mister e pure per i due DS.