Felicemente risolta la vicenda della proprietà della Borsalino, adesso toccherà al Museo del Cappello! Lo hanno pensato in molti. E lo ha pensato in modo particolare l’Università del Piemonte Orientale che ha previsto di investire seicentomila euro per realizzare aule didattiche e una nuova aula magna proprio negli spazi che saranno lasciati liberi dalla sala esposizioni, al primo piano di Palazzo Borsalino. Soldi e progetti (di massima) sono pronti. Ma i locali non ancora. Se sono stati necessari oltre tre anni prima di arrivare all’assegnazione definitiva dell’azienda all’imprenditore italo-svizzero Philippe Camperio tramite la società Haeres Equita, altri anni sono stati necessari per completare le molte tessere del puzzle museale. Ma non siamo ancora alla fine. Se è vero che è stato completato il trasferimento fisico a piano terra degli armadi della sala campioni, è altrettanto vero che qualcosa è rimasto. Sono alcuni tavoli e arredi di proprietà della società Borsalino, oltre ai cappelli che per decenni sono stati conservati in questo affascinante spazio diventato un piccolo museo.
“Finché l’area non viene del tutto sgomberata, non è possibile iniziare gli interventi di ristrutturazione. E ormai il tempo scorre e non riusciremo a essere pronti per l’avvio del nuovo anno accademico” ha commentato recentemente Salvatore Rizzello, direttore del Digspes (Dipartimento di giurisprudenza, scienze politiche, economiche e sociali) che ha la sede proprio all’interno di Palazzo Borsalino, durante la presentazione dei risultati ottenuti dal Dipartimento, a partire dal corso di laurea magistrale di giurisprudenza. Dati registrati dal Censis (Centro studi investimenti sociali) che a inizio luglio ha diffuso la classifica degli Atenei italiani che vede l’Università del Piemonte Orientale ferma al dodicesimo posto su diciotto nella classifica degli atenei di medie dimensioni (da 10.000 a 20.000 iscritti), ma con il corso di laurea magistrale a ciclo unico di Giurisprudenza che svetta al quarto posto, distaccata solo di 0,50 punti dal secondo posto che vede a pari merito Modena – Reggio Emilia e Foggia, mentre in vetta c’è Trento con 98 (lo scorso il corso di laurea alessandrino era 11°).
Qual è la situazione a oggi? Il quadro adesso è più chiaro, ma non per questo le preoccupazioni sono dissolte. Sul fronte della proprietà dell’azienda adesso c’è la certezza dell’interlocutore e quindi sarà possibile fissare tempi e modalità certe per spostare i mobili di proprietà della Borsalino. Però per i cappelli conservati negli scatoloni e in custodia ancora negli spazi al primo piano, le cose appaiono più complesse. Potranno essere spostati solo quando i locali a piano terra saranno dotati di un sistema di allarme. Ma quando avverrà? Al momento non si sa perché le alternative possibili sono due. O viene prima completato l’intero allestimento espositivo (a Palazzo Rosso si stanno definendo gli atti per la gara, mentre è stato affidato a Riccardo Roveda, dello Studio Casali Roveda di Verona, l’incarico che vale 31.000 euro per il ‘progetto di allestimento museale del Museo del Cappello Borsalino con supporti multimediali’), oppure si ricava uno spazio in cui depositare temporaneamente tutti i cappelli durante i lavori di preparazione degli spazi. In questo caso, però, il sistema di allarme deve essere installato per forza prima di cose. Altrimenti i cappelli restano al primo piano con buona pace dell’Ateneo e delle aspirazioni alessandrine di rendere accogliente e ricettiva la città e le strutture universitarie.
Ricordiamo che risale all’agosto del 2015 l’approvazione della convenzione fra Comune di Alessandria e Università del Piemonte Orientale per la concessione degli spazi per la realizzazione di nuove aule universitarie e con la società ‘Borsalino Giuseppe e Fratello Spa’ per la concessione di spazi e la gestione del nuovo ‘Museo del Cappello Borsalino’, al piano terreno di Palazzo Borsalino. Le convenzioni sono state perfezionate nel gennaio del 2016 con con atto notarile per quella con l’Università del Piemonte Orientale e il 21 aprile 2016 con la società Haeres Equita di Philippe Camperio, che nel frattempo aveva ottenuto l’affitto del ramo di azienda della Borsalino. Come sia finita per l’azienda, è cronaca dei giorni scorsi. Per il museo, vedremo.